Ed eccoci di nuovo qui con una nuova e originale rece-guida della versione PS4 di Moons of Madness. Chiariamoci un attimo sul significato della parola “originale”. Non è originale perché l’abbiamo scritta noi di ILoveVideogames, che dei videogiochi siamo follemente innamorati (beh, magari forse un pochino). L’originalità la si trova nella tematica trattata dal videogioco e dal modo in cui vivere questa esperienza connessa. Dopo l’uscita della versione PC, avvenuta lo scorso anno, Funcom e Rock Pocket Games decidono di portare Moons of Madness anche su console.
Il videogioco ci trasporta, in un viaggio di sola andata, su Marte, il misterioso e affascinante pianeta rosso. Le missioni spaziali ci stanno facendo conoscere le bellezze di questo pianeta e Moons of Madness si muove in questo contesto narrativo. Ma le facce di Marte sono come le sue due lune, Fobos e Deimos. Vi è sempre un lato che giace nell’ombra e nell’oscurità. Prima di lasciarvi alla nostra rece-guida della versione PS4 di Moons of Madness vi diamo un consiglio: non abbiate fretta e prendetevi il giusto tempo per giocare.Il messaggio fece sobbalzare gli scienziati di Orochi. I loro analisti non ebbero dubbi e determinarono che era di origine intelligente. Il direttivo di Orochi decise di non divulgare la notizia e tenerla nascolta all’opinione pubblica. Lontano da occhi indiscreti, l’azienda iniziò la costruzione di Invictus, un avamposto di ricerca su Marte, nato con lo scopo di identificare la vera natura del messaggio.Funcom presenta così Moons of Madness, anticipando quello che sarà il contesto narrativo del gioco. Lato gameplay si tratta di un videogioco immersivo raccontato in prima persona. Vi sono puzzle da risolvere e tantissimo da leggere. Abbiamo concluso la sezione precedente con un consiglio, “non abbiate fretta e prendetevi il giusto tempo per giocare”. Ogni singolo cm dello scenario nasconde un dettaglio utile nella comprensione della storia o la risoluzione di un enigma. Se cercate la “rushata” siete pregati di abbandonare la lettura di questa nostra rece-guida per PS4 di Moons of Madness. Gli sviluppatori non hanno bisogno di questa tipologia di player e voi non apprezzereste il gioco nella sua integrità. Il meta è molto essenziale e prevede un “guarda e premi” alternato da corse e camminate. Sinceramente potevano inserire qualcosina in più per ravvivare lo gameplay del gioco, come per esempio guidare il rover invece che stare impalati sul posto di guida. È interessante osservare il livello di interazione fornito dal pad, un dispositivo in grado di sincronizzarsi e dialogare con la tecnologia presente sulle basi marziane. Potrete regolare satelliti, pannelli solari, apparati di irrigazione, PC e molto altro ancora. Graficamente il gioco è ineccepibile in ogni suo dettaglio. I giochi di luce e i colori creano delle atmosfere in grado di far vivere un’ipotetica gita su Marte. La predominanza cromatica del “rosso marte” è attenuata delle sfumature generate dal vento e dalla polvere dell’infinito deserto marziano. I suoni ovattati, lasciano spazio, senza preavviso, a strepitii da far accapponare la pelle. Se pensate che gli sviluppatori si siano interfacciati giorno e notte con dei consulenti aerospaziali, per raggiungere questo livello di fedeltà, beh, vi sbagliate di grosso. In realtà a qualcosa di scientifico si sono ispirati per la realizzazione di Moons of Madness e si tratta del libro di The Case for Mars, scritto da Robert Zubrin. Il resto del gioco, come la primissima scena vi fa capire senza mezzi termini, proviene dal mondo di H.P. Lovecratft. Creature abominevoli che parlano una lingua che solo Cthulhu in persona conosce e tentacoli di colore nero che si aggirano indisturbati nella stazione spaziale. Atmosfere da “sogno o son pazzo” vi accompagneranno per tutta la durata del gioco, sino ad arrivare alla verità, se di questa si può parlare. In fondo, se almeno una volta nella vita vi siete avvicinati al folle mondo dell’immaginario Lovecraftiano, capite bene di cosa parliamo. Calarle in un videogioco non è facile perché si rischia di generare confusione nel giocatore.
Voi vestirete i panni di Shane Newehart, un tecnico di stanza all’Invictus. Il vostro nulla osta di sicurezza non vi consente sapere nulla rispetto l’esistenza e l’origine del misterioso segnale. Il vostro compito è semplicemente quello di tenere le luci accese fino all’arrivo della nave di trasporto Cyrano. A bordo ci sarà una nuova squadra che vi darà il cambio e consentirvi di far ritorno a casa.
Purtroppo qualcosa va storto e sorgono degli strani e insoliti contrattempi. Il sistema di sicurezza si blocca, la serra si allaga e l’infermeria brulica di sabbia marziana. La situazione è sull’orlo del precipizio e la mente comincia a fare brutti scherzi. Si iniziano a vedere e sentire cose che apparentemente non esistono. Visioni, allucinazioni cominciano ad assalirvi. Distinguere la realtà, nella follia, sarà la chiave per arrivare alla verità.Tratto dal portale di Moons of Madness
Ma se fosse proprio questo l’obiettivo, quello di creare una voluta confusione?
L’esperienza di gioco di Moons of Madness è veicolata dalle atmosfere. Tutto quello che osservate, solamente spostando la visuale e/o zoommando, genera dei cambiamenti anche prima del “fare”. Il principio dell’azione/reazione, tipico di ogni videogioco che si rispetti, tende a costruire una realtà sempre inedita, in grado di contemplare sia l’irreale che il surreale.Catch the signs and feel better.
Non ci sono eclissi solari su Marte. Phobos e Deimos sono troppo piccoli. Le eclissi lunari totali di Phobos, tuttavia, si verificano quasi ogni notte. Questi fratelli spaventosi non si comportano come la nostra luna. Phobos sorge a ovest, tramonta a est e sorge di nuovo appena undici ore dopo. Deimos sorge più pigramente da est. Entrambe le lune sono in rotazione sincrona e mostrano sempre la stessa faccia a Marte. Non distolgono mai lo sguardo. Lo fissano continuamente. Phobos insegue Marte. Piano piano, la sua orbita diminuisce. Un giorno si schianterà contro il pianeta rosso. Alcune prove suggeriscono che Marte avesse molte più lune in passato, ciascuna delle quali sarebbe andata incontro a questo destino, all’autodistruzione.Da un documento di Moons of Madness
Abbiamo creato giochi per oltre 26 anni e avuto i nostri alti e bassi. Abbiamo festeggiato il successo e sopportato il fallimento. Siamo stati sul campo di battaglia e ci siamo guadagnati le nostre cicatrici.Tratto dal sito di FuncomNon si tratta di product placement o marketing spicciolo, si tratta di autocritica e umiltà. Creare un videogioco, lo abbiamo detto prima, non è una roba da “tutorial da youtube”. Le variabili in gioco sono moltissime come lo sono i valori umani messi in campo. Quando uno sviluppatore crede fermamente in quello che fa, una parte della propria passione viene impressa nel gioco. Sebbene questo ragionamento può sembrare un tantino metafisico, fate mente locale e pensate quali sono i giochi che più hanno colpito la vostra sensibilità, al punto da ricordarli bene a distanza di anni. Andatevi a leggere la storia dietro la creazione di quei videogiochi e scoprirete un mondo fatto di emozioni e sacrifici. Ricordatevi che un videogioco non è solo un elenco di istruzioni da eseguire, con una bella musichetta, colori carini e una grafica gradevole.
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