Dopo oltre un anno dall’uscita in lingua inglese, il 9 Maggio 2019 è uscito finalmente anche in italiano e in formato cartaceo il primo di quattro volumi dedicati a
Bloodborne, intitolato
Il Sonno della Morte, edito da
Editoriale Cosmo per la collana
Cosmo Fantasy.
Trasporre su carta un qualsiasi titolo di
FromSoftware non è certo cosa semplice, ma a differenza di
Dark Souls, dove il silenzio regna sovrano e i dialoghi sono quasi bisbigliati,
Bloodborne si presta maggiormente ai balloon della nona arte. Dai cittadini impazziti, ai cacciatori assetati di sangue, ognuno ha qualcosa da comunicare al nostro cacciatore, che siano insulti deliranti o utili consigli.
Vedere però il protagonista senza nome di
Il Sonno della Morte pensare e dialogare come un normale personaggio fumettistico fa uno strano effetto, abituati come siamo ad impersonare un freddo e distaccato macellaio di belve. Tale sensazione viene poi accentuata da un
richiamo al personaggio videoludico quasi totale: una mannaia sporca di sangue, un lungo vecchio fucile, la classica tenuta da cacciatore. L’iconico abbigliamento c’è tutto.
I riferimenti al videogioco però non sono assolutamente finiti qui.
Il Sonno della Morte è ambientato nella
stessa notte di caccia del gioco, anche se gli avvenimenti e il susseguirsi degli eventi sono completamente differenti. Una scelta che da un lato permette di strizzare l’occhiolino ai fan del gioco, ma che dall’altro rappresenta un’occasione mancata per analizzare filoni narrativi solo in parte trattati nell’opera ludica. Vedi
Byrgenwerth o i
Vilesangue.
La follia, elemento portante dell'opera originale, vista attraverso i pensieri del protaginista.
Capiamo fin dalle prime pagine che anche qui siamo
all’interno del sogno del cacciatore, un ciclo di caccia e massacri che è destinato a ripetersi per l’eternità. Solo il ritrovamento del sanguesmunto può svegliare il protagonista dal suo incubo e trascendere così la caccia.
Durante la lettura troviamo molti dei
personaggi iconici di
Bloodborne e scopriamo con meraviglia che non sono completamente folli come credavamo. Incontriamo un
Djura non più solo, ma capo di una congrega di
Powder Keg che si batte per difendere i cittadini trasformati in bestie. Troviamo
Iosefka, che cerca in tutti i modi di difendere i suoi pazienti dalla piaga delle bestie. E infine ovviamente
Gherman e l
’Automa, che guidano enigmaticamente il protagonista nel suo viaggio attraverso luoghi a noi ben noti.
Old Yharnam,
Forbidden Woods,
Clinica di Iosefka e la
Città dei Pescatori sono i tertri paesaggi che fanno da sfondo ad un racconto folle e violento, magistralmente dipinti dal disegnatore
Piotr Kowalski.
Il disegno era forse uno degli aspetti più delicati, riproporre su carta il sublime environment di
Bloodborne rappresentava l’ago della bilancia sulla riuscita dell’intera opera. Per fortuna l’artista polacco si è dimostrato all’altezza. Ispirandosi ai dipinti di
Caspar David Friedrich,
Kowalski riesce a dipingere con cura le cupe ambientazioni del gioco attraverso un tratto minuzioso nei particolari, marcando fortemente di nero i contorni, ma che non raggiunge appositamente il realismo, donando orrore e desolazione alle sue tavole.
Lavoro superbo anche da parte del colorista
Brad Simpson che decide di utilizzare toni molto caldi durante le battaglie, inondando di sangue la vignetta, e toni molto freddi per dipingere un’ambientazione morta e inospitale.
L’aggressività e la rapidità traspare da ogni vignetta e lo scontro non è mai confusionario.
Infine, la sceneggiatura di
Ales Kot risulta chiara e ben organizzata. Il racconto di un viaggio attraverso gli orrori di
Bloodborne, volutamente citazionista, per fuggire da quel cosmogonico incubo e trascendere così la caccia.
I dialoghi non risultano mai ridondanti, anche se a volte necessitano di una seconda rilettura per essere compresi appieno.
Nell’ultima pagina stranamente
non troviamo un vero finale. Vedendo quanto fatto con i fumetti di
Dark Souls ci si aspettava un numero auto conclusivo ma è chiaro che il racconto non può finire qui. Arduo e lungo è ancora il massacro del nostro cacciatore per fuggire dall’incubo e risvegliarsi così in un mattino radioso. Sempre se seglierà di farlo.
Verdetto
8 / 10
Cacciatori, bestie, grandi esseri, follia e sangue... Bloodborne in tutto il suo cupore!
Commento
Pro e Contro
✓ Sceneggiatura chiara
✓ Disegno pregevole
✓ Combattimenti ben rappresentati
x Dialoghi non sempre comprensibili
x Sottotrame di Bloodborne non esplorate
#LiveTheRebellion