Per molti anni, alla domanda “qual è il tuo videogioco preferito?” ho fatto sempre fatica a rispondere. Con il passare del tempo, mi sono accorto sempre più che, tra tutti i videogiochi che hanno accompagnato la mia crescita, ce n’è uno che riesce ogni volta a divertirmi e che periodicamente riprendo in mano: Dungeon Keeper 2.
God Game gestionale della ormai defunta Bullfrog Productions, Dungeon Keeper 2 faceva vanto dell’essere uno dei primi giochi a mettere il giocatore nei panni non dell’eroe, ma del malvagio.
Nel gioco impersonifichiamo un guardiano, Keeper, che, seguendo la volontà di Horny, il demone cornuto, vaga nel sottosuolo alla ricerca di alcune gemme in grado di aprire il portale per il mondo esterno.
Con l’aiuto delle tue fidate creature, affronterai orde di eroi e guardiani rivali fino a conquistare la fiducia di Horny e ottenere l’ambito premio.
Per chi, come me, ha completato (e ricompletato) questo gioco, sapete bene che il filmato finale mostra il demone cornuto uscire nel mondo esterno. Una scena che fa da teaser al terzo capitolo della saga…
Peccato che Bullfrog sia caduta prima che questo bellissimo sogno potesse avverarsi, portandomi ad anni di disperazione e di vana ricerca di un gioco che mi riportasse a vivere non dico la stessa esperienza, ma quanto meno simile.
Ho provato diversi titoli che si spacciano come eredi di Dungeon Keeper 2. Ma quanto sarà vero?
Oggi vi parlerò di due giochi che, secondo me, sono ciò che più si avvicina ad un erede di Dungeon Keeeper 2.
Proverò a fare qualche considerazione sui loro punti di forza e sui loro punti deboli per capire una volta per tutte se gli allievi hanno superato il maestro, o se hanno semplicemente portato qualcosa di diverso.
Ma prima di cominciare…
Cosa rende Dungeon Keeper 2 speciale?
Abbiamo detto che DK2 è un God Game gestionale, ma cosa lo rende unico?
DK2 è sì un gestionale, che si basa non tanto sulla gestione delle infrastrutture (come la gran parte dei giochi del genere) ma sulla cura delle creature.
In ogni reame troveremo dei portali che attireranno delle creature che ci aiuteranno non solo in battaglia ma anche nella ricerca di magie o nella costruzione di trappole per difendere il dungeon.
Ovviamente, le creature non lavoreranno gratis, ma avranno bisogno di cibo, riposo, svago e, ovviamente, oro.
Nel gioco non ci sono edifici da costruire, ma stanze. Ogni stanza attira diversi tipi di creature. Alcune creature hanno bisogno di più stanze per essere richiamate, altre di una certa disposizione, per cui sarà nostro compito costruire un Dungeon caldo e accogliente per i nostri schiav servitori.
Il tuo dungeon è pieno di yogurt.
Durante il gioco si scopriranno le creature ad una ad una. Impareremo i loro punti di forza, le loro debolezze, le mansioni che hanno all’interno del dungeon e i ruoli in battaglia. Addirittura, possedendole potremo imparare anche i loro attacchi e le loro magie o utilizzare poteri speciali altrimenti nascosti.
Avremo un numero limitato e relativamente basso di creature (è raro superare 25/30 in totale) che, se ben trattate, riusciranno a decimare le schiere nemiche. Inoltre, il numero limitato ci permette di conoscere singolarmente le nostre risorse, creare un legame con loro, formando empatia che ci porterà a preoccuparci maggiormente dei loro bisogni e di quando stanno morendo in battaglia.
Non mangiare mai nulla di più grosso della tua testa, guardiano
E non dimentichiamoci l’essere cattivi! Perché, in DK2, noi siamo il male e oltre a uccidere possiamo imprigionare gli eroi o le creature nemiche, farle combattere tra loro, torturarle per convincerle a passare dalla nostra parte.
Oltre a tutto questo, il classico umorismo caratteristico di casa Bullfrog non si farà mancare, tra un narratore veramente loquace e dei filmati di intermezzo molto divertenti. In altre parole, il gioco riuscirà a strapparvi sempre qualche risata.
Dungeons 3: Tra Dungeon Keeper, Warcraft e citazioni nerd
Un primo vero tentativo di creare un erede per Dungeon Keeper 2 fu la serie di Dungeons sviluppata da Kalypso Media. Il primo capitolo (come anche le relative espansioni), non fu un esperimento particolarmente riuscito. Riproponeva sì alcuni concetti di Dungeon Keeper come gli eroi che entravano nel dungeon e il male che doveva proteggerlo, ma eliminando quasi completamente la gestione delle creature e trasformando il tutto in uno pseudo tower defense, che poco aveva da dire.
Furono però il secondo e poi il terzo capitolo a svegliare il mio interesse nella serie. Soprattutto Dungeons 3, che migliora il secondo da tutti i punti di vista.
Dungeons 3 unisce la gestione del sottosuolo di Dungeon Keeper alle battaglie RTS di Warcraft 3 durante le sezioni in superficie. Nel gioco sarà infatti possibile costruire il dungeon sotterraneo, nascosti e ben difesi, per poi portare le proprie creature allo scoperto per attaccare e distruggere gli eroi nelle loro case.
Le creature sono tutte uniche e, come in DK2, dobbiamo accudirle e soddisfare i loro bisogni. Di nuovo, il numero limitato ci permette di affezionarci a loro e di chiamarle anche per nome (letteralmente!).
Il Male Scrupoloso aveva iniziato di nuovo Dungeons 3
Cosa importante da sottolineare è che la saga di Dungeons ripropone un narratore. Questo non solo interagisce in maniera più intelligente con le azioni del giocatore, ma spara citazioni nerd a destra e a manca e, soprattutto nel secondo e terzo capitolo, parla direttamente dei fatti che stanno accadendo (non solo durante le cutscene) rendendo tutto molto più realistico.
Infine, se Dungeon Keeper aveva Horny il demone cornuto, in Dungeons ci saranno “Il Male Assoluto”, signore del sottosuolo (che poi saremmo noi), e Thalya, un’elfa bipolare metà buona e metà cattiva. Gli eroi di Dungeons, a differenza di Horny, avranno una gestione molto più simile a quella degli eroi in Warcraft 3 con livelli e abilità.
Tutto molto bello, ma…
Se da un lato l’idea di dividere le missioni tra sottosuolo e superficie offre un’esperienza diversa e non monotona, dall’altro lato ci si rende conto di come entrambe le “modalità” non arrivino ai livelli dei giochi a cui si ispirano.
Nella gestione del dungeon vengono quasi completamente rimossi gli eroi, che arrivano solo come orde dalla superficie (o attraverso portali magici) e attaccano il cuore del Dungeon, con uno spostamento in stile Tower Defense (vado dritto verso l’obiettivo e mi fermo solo in caso di nemici o oggetti da distruggere). Su DK2 invece avevamo avamposti, stanze protette e magari anche oggetti magici protetti dagli Eroi.
Inoltre, se non giocate multiplayer online, scordatevi dei Dungeon rivali: non esistono! I nostri soli nemici sono gli eroi (e qualche ragno o altre bestie) e di quelli dovremo accontentarci.
In superficie invece abbiamo dei combattimenti ripetitivi che, per quanto risultino comunque divertenti, non si avvicinano minimamente alla difficoltà strategica di Warcraft, limitandosi ad un lancia tutte le tue creature contro il nemico. Succedeva anche in Dungeon Keeper 2, con la differenza che lì le creature decidevano autonomamente come muoversi e chi attaccare, mentre qui si ha il controllo totale e quindi sarebbe bello potergli dare un minimo di senso strategico (per quanto comunque l’IA aiuti in parte a colmare questa lacuna).
War for the Overworld: Quantità e Qualità
War for the Overworld, sviluppato da Brightrock Games,è probabilmente il gioco che più si avvicina a Dungeon Keeper 2. Molto più fedele all’originale, propone le stesse meccaniche e caratteristiche di Dungeon Keeper, ma con il supporto della tecnologia moderna.
Ecco che allora abbiamo la gestione delle creature, cibo, riposo, svago e oro, ma il tutto migliorato da un’IA più evoluta che ci semplifica il lavoro.
Questo permette anche la gestione di un numero molto più elevato di creature, che grazie ai motori moderni non rallentano il gioco e permettono di creare orde di mostri gigantesche, in grado di autogestirsi (ovviamente, sempre se il dungeon è ben progettato) e di combattere in maniera autonoma, lasciando a noi solo il compito di costruire il dungeon e indicargli chi o cosa distruggere.
Anche questo gioco inserisce il narratore, che non si spinge troppo con la comicità e le citazioni nerd come quello di Dungeons, mantenendosi più fedele a quello di Dungeon Keeper. Poche battute che spesso richiamano quelle originali e frasi abbastanza standard e poco contestualizzate alla missione corrente, ma che comunque tengono compagnia.
Il titolo però non riesce dove Dungeon Keeper (e Dungeons 3, ma non l’intera serie di Dungeons) sono invece molto forti. War of the Overworld manca di semplicità.
Troppo da fare
Il gioco offre veramente tante, troppe cose da fare, una moltitudine di stanze, un sacco di creature diverse, magie, trappole, e introduce anche le pozioni (non presenti negli altri giochi), risultando molto complesso e portando il giocatore a tralasciare molti di questi aspetti, perché spesso superflui e non necessari al completamento del gioco o al superamento dei livelli. Penso di aver provato le pozioni solo durante la missione in cui vengono introdotte, per poi ricordarmi della loro esistenza poco prima di iniziare a scrivere questo paragrafo.
Inoltre, il numero veramente elevato di creature che si può raggiungere non permette di legare con esse e ogni creatura diventa solo una delle tante. Durante il combattimento, anche i mostri più potenti sono solo carne da macello sacrificabile, perché la quantità supera la qualità e, anche se il nostro guerriero più forte cade, ce ne sono altri 10 in grado di coprire il suo ruolo.
Ma quindi l’erede?
Se devo scegliere un erede spirituale per Dungeon Keeper 2, War for the Overworld sarebbe la scelta perché molto più fedele all’originale.
Ma Dungeons 3 porta una ventata di aria fresca: la sua semplicità, le sue innovazioni e l’atmosfera molto più comica e cartoonesca (più simile ad un Warcraft che ad un Dungeon Keeper) lo rendono molto divertente. Anche se forse non lo si può considerare l’erede di DK2, Dungeons 3 ha preso ciò che c’era di buono del suo maestro (maestri, se consideriamo anche Warcraft) e l’ha rimodellato a modo suo, offrendo un’esperienza di gioco che si ispira alle glorie del passato ma porta novità, di cui, in un mondo così attaccato alla “vecchia scuola”, abbiamo veramente bisogno.
Action RPG, Browser Game & App
Prima di chiudere, e giusto per dare un pizzico di completezza all’articolo, vorrei soffermarmi brevemente su qualche altro titolo che si è ispirato a Dungeon Keeper per la propria formula di gioco.
Overlord
Sviluppata da Codemasters e Triumph Studios, la saga di Overlord ci porterà ad indossare i panni del – appunto – Overlord, il signore del male.
Con elementi sicuramente ispirati a Dungeon Keeper, Overlord si discosta totalmente dal genere scegliendo un gameplay Action con qualche elemento RPG.
Nel gioco sfrutteremo i nostri Serventi per sconfiggere le creature del bene, tra massacri, pecore e tanto umorismo.
Goblin Keeper
Altro titolo degno di nota è Goblin Keeper, un browser game MMO strategico sviluppato da Gameforge. Il gioco presentava molte similitudini con alcuni dei classici del genere (come Ikariam e Travian) ma a differenza di questi cercava di concentrarsi, ispirandosi a Dungeon Keeper, sulla gestione delle creature che si occupavano della difesa del dungeon, delle ricerche e dell’accumulo di risorse.
Il gioco era molto divertente e per gli amanti degli MMO in tempo reale era una vera chicca, peccato che (cosa che ho scoperto scrivendo questo articolo) Gameforge abbia deciso di chiudere il gioco proprio di recente (probabilmente per lo scarso successo; quando l’ho provato eravamo veramente in pochi a giocarci).
Dungeon Keeper Mobile
Un ultimo accenno invece per Dungeon Keeper Mobile. Con un gameplay simile a Goblin Keeper, il gioco ripropone i vecchi personaggi della saga con un nuovo stile grafico, rendendoli però molto più cartooneschi e meno cupi rispetto a quanto visto nei primi due capitoli.
Questi giochi hanno sicuramente avuto qualcosa da dire, ma, almeno per quanto riguarda la ricerca di un erede, sono presto caduti nel dimenticatoio, poiché poco avevano a che fare con Dungeon Keeper 1 e 2.
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