I Love Videogames si reca a Volandia Comics & Games 2019. Una fiera dalle grandi potenzialità, che non riesce proprio a spiccare il volo.
Lo scorso 24 marzo ho deciso di partecipare alla seconda edizione della fiera del fumetto a Somma Lombardo, in provincia di Varese. Per l’occasione, il “Volandia” (Museo della storia dell’aviazione mondiale) ha aperto le porte al pubblico per un esclusivo “Volandia Comics & Games”, attraendo a sé appassionati di videogiochi e fumetti per il secondo anno di fila. E lasciandomi con un po’ di amaro in bocca, esattamente come la prima volta.
La Fiera
Appena arrivato sul posto, la navigazione tra le varie aree della fiera si era già rivelata un grande problema. Più volte mi sono chiesto se per caso non avessi sbagliato destinazione, poiché
non risultava esserci nessun cartello o manifesto riguardante la fiera del fumetto. Una volta in biglietteria, oltre un cartellone che mostrava i prezzi di entrata (15 euro per i visitatori e 5 per i cosplayer), ho trovato solo un piccolo poster riguardante l’evento. Peccato che fosse un poster quasi invisibile all’interno dell’area di arrivo, e che da solo fosse indubbiamente insufficiente per attrarre anche solo i curiosi occasionali.
Addentrandomi nella fiera, ho avuto occasione di osservare diversi stand medi e piccoli (tra cui
Moon Child’s Illustrations, gestito da una carissima amica). Al di fuori dello stanzone principale,
una cover band cantava sigle dei più nostalgici cartoni animati, a partire dall’Ape Maia fino ad arrivare a
Daitarn 3. Nella stessa area esterna, diverse attrazioni per bambini sembravano essere pensate per attrarre i più piccoli e coinvolgerli nell’evento.
Intrattenimento Carente
Ma la noia è sopraggiunta presto.
Procedendo in altre aree non era possibile visitare alcun altro stand, tranne i classici venditori di cibo ambulanti. Ho poi quasi per caso trovato una sala dedicata completamente a Harry Potter, e un’altra ai giochi da tavolo e altri 5 disegnatori.
Il problema è che tutto ciò non era assolutamente segnalato in alcun modo.
Non esisteva nessun tipo di segnaletica abbastanza efficiente da indirizzare i partecipanti in giro per l’evento. L’intrattenimento, inoltre, non era abbastanza studiato per un pubblico più adulto; e non è necessario un alto budget per raggiungere ottimi risultati. Altre fiere cui ho partecipato in passato, come il
Rock in Comix, riuscivano a proporre intrattenimento di qualità con un numero abbastanza esiguo di stand, proponendo un percorso un filo più studiato del Volandia Comics & Games.
C’è da dire che, per quanto il Volandia sia una location pazzesca, sembra sposarsi parecchio male con un evento legato ai fumetti.
Specie se il fulcro sembra essere sul museo stesso: acquistare un biglietto permetteva ai partecipanti di visitare il museo liberamente, e per questo motivo la sezione “Comics & Games” della fiera sembrava passare in secondo piano. Il target medio di un evento del genere, di solito, si aspetta tutt’altro (e a ragione), come succede da anni con
Milano Comics & Games: in quel caso, per quanto si tenga all’interno di un museo dell’elettronica, lo stanzone dedicato all’evento è separato rispetto al museo stesso, e non sembra passare in secondo piano come nel caso di Volandia.
Un vero peccato. Soprattutto se si pensa che bastava così poco per migliorare la formula dell’anno scorso, già poco riuscita ma altrettanto carica di potenziale.
#LiveTheRebellion