Recensione Emily Wants to Play Too – Bambole da paura

Riuscire a spaventare è un’arte che in pochi sviluppatori riescono a comprendere appieno, limitandosi spesso all’utilizzo reiterato di jump scare con relativi sbalzi di volume.

 Come coloro che apprezzano il genere horror sapranno, la paura raggiunge il suo massimo livello di espressione all’interno dell’industria videoludica con il sapiente mix di atmosfera disturbante e scelte registiche oculate e mai banali. Ecco che, quindi, titoli come Resident Evil 7, Outlast 2 e Layers of Fear si sono dimostrati fortissimi esponenti di questo settore che, mese dopo mese, guadagna nuovi appassionati. Emily Wants to Play Too, titolo sviluppato da Shawn Hitchcock e distribuito da SKH Apps, approda sulle console di attuale generazione senza la pretesa di imporsi come nuovo punto di riferimento, ma con il “solo” scopo di far passare qualche ora di brivido a tutti i possessori di PlayStation 4 e Xbox One (il tutto al modico prezzo di 7.99€). Basterà qualche momento di tensione per imprimere la storia di Emily nei nostri cuori? 

Versione testata: PlayStation 4

Basterà qualche momento di tensione per imprimere la storia di Emily nei nostri cuori?


Emily vuole solo giocare con te
è evidente che il gioco non ha intenzione di sorprendere con un intreccio particolarmente elaborato o con personaggi indimenticabili
Il comparto narrativo di Emily Wants to Play Too è quanto di più banale si possa pensare, con un anonimo protagonista intento a cercare di sopravvivere a un’oscura presenza che sembra averlo preso di mira durante un suo turno di lavoro. Sia chiaro: il gioco non ha intenzione di sorprendere con un intreccio particolarmente elaborato, con personaggi indimenticabili o con colpi di scena da capogiro, ma ammettiamo di aver trovato il tutto davvero sottotono e incapace anche di incuriosire da lontano il giocatore. Il protagonista che andremo a interpretare, infatti, non solo si rivela essere un personaggio monodimensionale, ma, a causa di dialoghi al limite dell’imbarazzante, appare spesso fuori contesto e involontariamente comico. Evidenziamo, inoltre, come il background di Emily non venga raccontato tramite alcuna cut-scene, ma attraverso elementi secondari come file audio e/o documenti da trovare esplorando a fondo i vari ambienti di gioco.

Questa scelta, seppur non gestita nel migliore dei modi, rimane il punto più alto del lavoro svolto sulla storia di Emily Wants to Play Too, permettendo al titolo di non rimanere del tutto nell’anonimato sotto il profilo narrativo.

La durata complessiva del gioco si attesta attorno alle 2-3 ore, ma vista la difficoltà non proprio accessibile per tutti (ne parleremo nel prossimo paragrafo) è probabile che passiate qualche ora in più a giocare con Emily.

Corri, scappa, c’è Emily
 

L’elemento più interessante della produzione, però, è la necessità di comprendere le caratteristiche differenti di ogni creatura
Come per la trama, anche il gameplay di Emily Wants to Play Too si dimostra essere asciutto e sintetico. Nei panni del nostro anonimo protagonista, dovremo riuscire a trovare degli oggetti chiave all’interno delle aree di gioco per poter proseguire nella zona successiva; ovviamente il tutto non sarà affatto facile, in quanto saremo continuamente braccati da entità sovrannaturali e, negli ultimi livelli, anche dalla stessa Emily che da il titolo al gioco. Basterà il tocco di ognuna di queste creature, infatti, per perdere la partita e costringerci così a ricominciare la sessione dall’ultimo checkpoint (che, fortunatamente, non sono mai troppo lontani).

L’elemento più interessante della produzione, però, è la necessità di comprendere le caratteristiche differenti di ogni creatura, cercando così modi differenti per aggirarle senza lasciarci le penne.

In questo modo, il gioco subisce leggere modifiche alle meccaniche man mano che si prosegue nella storia, sino ad arrivare al termine dell’avventura, quando saremo costretti a giocare a una sorta di nascondino con Emily per portare a termine il gioco. La difficoltà generale di Emily Wants to Play Too riesce comunque a mantenere alta l’attenzione del giocatore, ma è evidente come il gioco non riesca a offrire quell’intrattenimento che permette a un titolo di essere ricordato una volta spenta la console.

 

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I modelli poligonali di creature e ambienti sono ben lontani anche da produzioni della scorsa generazione
Per quanto si tratti di una produzione davvero piccola, il comparto grafico di Emily Wants to Play Too non può essere difeso in alcun modo. I modelli poligonali di creature e ambienti sono ben lontani anche da produzioni della scorsa generazione e le animazioni, quando presenti, non riescono minimamente a soddisfare il giocatore. “Quando presenti” perché, ad ogni azione di solito evidenziata da una cut-scene, vediamo semplicemente lo schermo che si oscura, sentiamo un rumore in lontananza (relativo sempre all’azione effettuata) e torniamo subito dopo alla nostra visuale in prima persona, come se nulla fosse accaduto. Questa “regia” pecca molto di emozione e sicuramente non contribuisce a far immedesimare il giocatore all’interno dell’avventura; un vero peccato. Discreto il comparto sonoro, con musiche azzeccate (quando presenti) e con un doppiaggio in inglese nella media, che non sfigura troppo, ma che non fa certo gridare al miracolo. Del tutto assenti i sottotitoli italiani, ma in cambio sono molto presenti numerosi cali di frame, che rendono l’azione di gioco talvolta macchinosa e inspiegabilmente rallentata.

Verdetto
6 / 10
Se Emily non vi trova è solo perché state già giocando ad altro
Commento
Emily Wants to Play Too è il classico gioco da recuperare a uno/due euro in occasione di qualche futuro saldo, giusto per far passare qualche ora con il pad in mano tra un gioco e l'altro. La trama a dir poco povera, un gameplay scarno e raramente divertente e un comparto tecnico da far (davvero) paura sono solo alcuni degli elementi che rendono il lavoro di Shawn Hitchcock un prodotto a malapena mediocre. Fortunatamente, la presenza di qualche jump scare ben calcolato, l'atmosfera a tratti disturbante e il prezzo budget riescono a sollevare il risultato finale, permettendoci di consigliare l'acquisto del titolo a coloro che sono alla disperata ricerca di qualche battito cardiaco accelerato e di qualche risata inquietante di bambina nel cuore della notte.
Pro e Contro
Atmosfera inquietante
Pattern delle creature interessanti
Qualche jump scare ben riuscito

x Trama blanda
x Gameplay scarno
x Tecnicamente preistorico

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