Interessante ibridazione horror nel genere delle avventure grafiche punta e clicca, sarà riuscito The Long Reach a conquistarci?!
È interessante osservare come una delle tipologie videoludiche più importanti degli anni Novanta, le avventure grafiche, sia oggi considerata quasi “di nicchia” e apprezzata da un numero di giocatori relativamente ridotto. Questa affermazione è ancora più vera se si pensa al
mercato console che, alla fine, può contare quasi esclusivamente su sviluppatori indipendenti per appagare la propria voglia di titoli “punta e clicca”. Siamo qui oggi proprio per parlare di uno di questi prodotti indie che,
grazie a Steam Greenlight e alla distribuzione di Merge Games, è riuscito ad approdare su
Pc,
PlayStation 4,
Xbox One e
Nintendo Switch:
The Long Reach. Sviluppato dai ragazzi di
Painted Black Games, The Long Reach vuole essere un sapiente mix di atmosfere horror, condito dalla presenza di puzzle game ambientali per mantenere l’attenzione del giocatore sempre alta. Insomma: sulla carta sembra il titolo perfetto per chi vi sta scrivendo, ma sarà riuscito a conquistarci sotto ogni punto di vista?
Pensavate che la pixel art non potesse inquietare?! Non avete ancora giocato a The Long Reach
Versione testata: Nintendo Switch
La follia è in ognuno di noi
Ogni singolo dettaglio in più sulla trama sarebbe da considerarsi spoiler
La
trama di
The Long Reach è ambientata nella fittizia cittadina di Baervox, dove misteriosi avvenimenti legati all’azienda General Education sembrano turbare la cittadina locale.
All’interno della storia noi interpreteremo Stewart, giovane ricercatore che si trova suo malgrado catapultato all’interno di un mondo abitato da gente folle e nel quale dovrà trovare un modo per sopravvivere, prima di impazzire a sua volta. Purtroppo non possiamo andare troppo oltre nella descrizione del comparti narrativo di The Long Reach, perché ogni minima aggiunta vorrebbe dire andare a rivelare qualcosa che, fidatevi, preferirete scoprire proseguendo nel gioco.
Lo sviluppo della storia, infatti, è tutt’altro che prevedibile e, grazie a sapienti espedienti di sceneggiatura, riuscirà ad appassionarvi fino ai titoli di coda.
Titoli di coda che, però, arrivano un po’ troppo presto, in quanto la longevità del titolo Painted Black Games non supera le 6-7 ore di gioco. Ci sentiamo di precisare subito che si tratta di un titolo
esclusivamente in lingua inglese e con un linguaggio più complesso della media, risultando non particolarmente facile da comprendere per i non anglofoni. Sia chiaro: non stiamo dicendo questo per scoraggiarvi, ma solamente perché ci sembra giusto essere onesti nei vostri confronti.
Punta e clicca, ma non sparare!
The Long Reach si è dimostrato un titolo estremamente equilibrato in tutte le sue meccaniche
Il
gameplay di
The Long Reach è quello di
un’avventura grafica a scorrimento orizzontale, nella quale passerete gran parte del tempo a esplorare le varie aree di gioco per trovare oggetti che vi permetteranno di passare allo schema successivo.
Abbiamo trovato questo classico meccanismo da “punta e clicca” davvero curato sia nella gestione della ricerca che saremo chiamati a compiere, che nella combinazione degli oggetti che, in determinati momenti, si rivelerà fondamentale per far proseguire la storia. È stata inserita anche la possibilità di interagire con tutti i personaggi che troveremo nel corso dell’avventura, con tanto di una
discreta varietà di frasi opzionali da utilizzare nelle nostre conversazioni. Peccato, però, che le nostre
differenti frasi portino alle stesse risposte dei vari NPC, rendendo questa caratteristica quasi del tutto trascurabile. Quando non saremo occupati a guardarci attorno e a interagire con i vari personaggi di The Long Reach,
dovremo stare attenti alla presenza di misteriose creature che, nel caso riuscissero a raggiungerci, ci toglieranno la vita con un colpo solo, obbligandoci a ricominciare dal precedente checkpoint.
Per evitare di venire trovati dai nostri avversari, gli sviluppatori hanno inserito determinate aree dove nascondersi (bagni, scrivanie, condotti d’areazione) che saranno fondamentali per ingannare i nostri avversari e, una volta che ci saranno passati oltre il nostro nascondiglio, per seminarli e proseguire nella nostra avventura. Sia chiaro:
non ci troviamo di fronte a niente di particolarmente complesso, ma il sapiente equilibrio di tutti questi meccanismi di gameplay è riuscito a conquistarci e a farci tenere le mani incollate ai nostri controller.
Bloody Pixel Art
L’utilizzo della pixel art in The Long Reach è una scelta stilistica attentamente ponderata
The Long Reach è realizzato attraverso un’ottima
pixel art, che riesce non solo a dare un’atmosfera unica al tutto, ma anche a
evidenziare alcuni momenti splatter/horror con grande stile e in maniera molto più particolare rispetto al più classico taglio realistico.
Un plauso anche alla colonna sonora che presenta delle tracce sapientemente utilizzate per trasmettere tensione al giocatore e per accompagnarci attraverso tutto il viaggio di Stewart. Nel corso della nostra prova abbiamo riscontrato
piccoli bug qua e là (il nostro personaggio è diventato invisibile dopo essersi nascosto in un armadio), ma niente che non possa essere risolto proseguendo all’area successiva e dando modo al titolo di caricare nuovamente l’azione di gioco.
Granitico il frame rate sia in versione mobile che in quella domestica, per quanto riguarda la versione per Nintendo Switch da noi testata.
Verdetto
7.5 / 10
Avrebbero dovuto chiamarlo "The Short Reach"
Commento
Pro e Contro
✓ Trama avvincente e ben gestita
✓ Atmosfera coinvolgente
✓ Gameplay semplice, ma funzionale
✓ Grafica e sonoro di buon livello
x Longevità non esaltante
x Nulla di davvero nuovo
x Qualche piccolo bug
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