Vi capita mai di pensare alla morte?
Si tratta di uno dei temi più controversi, poiché si cerca di ignorare l’eventualità che accada ma al contempo è una costante pressoché sempre presente nell’attualità e anche nel panorama videoludico.
Bad Apple Wars, Visual Novel di genere
Otome rilasciata in Giappone su
PlayStation Vita nel 2015, affronta questo argomento piuttosto delicato parlando del ciclo di vita e morte e da come dalle peggiori tragedie possano comunque nascere la vita, la speranza e l’amore. Sdoganato il 13 ottobre 2017 in Occidente da
Idea Factory International, sarà riuscito questo titolo a guadagnarsi un posto nel nostro cuore nonostante l’abbondanza di altri titoli dello stesso genere?
Versione testata: PlayStation Vita
Congratulations on your Death admission!
Rinka non pensa certamente di avere i minuti contati dopo essere uscita di casa la mattina del suo primo giorno alle superiori. Mentre si reca verso l’edificio scolastico, la nostra protagonista viene
investita da un’auto e la sua visione si oscura. Si risveglia dopo un tempo non precisato in un luogo completamente differente, davanti a una scuola che si staglia in un paesaggio dominato da un
cielo totalmente rosso: viene subito accolta da un insegnante il cui volto è coperto da una maschera a forma di coniglio piuttosto inquietante, che le da il benvenuto alla cerimonia di inizio anno. Le viene spiegato che, se sarà obbediente e seguirà alla lettera tutte le regole, si diplomerà e potrà
ricominciare la sua vita da dove è terminata, ma la cosa inquietante è che non è in grado di distinguere i volti di nessuno degli studenti o degli insegnanti, poiché tutti sono coperti da delle X oppure da secchielli, dispositivi anti-gas e chi più ne ha più ne metta. La cerimonia viene interrotta da un gruppo di studenti che fa irruzione nella palestra, chiamati con l’appellativo di “
Bad Apples“. Dopo aver tentato di scappare dal perimetro scolastico ed aver appurato che è impossibile, uno dei tre ragazzi della fazione ribelle avvicinerà la protagonista, rivelando la verità su quanto sta accadendo: se obbedirà ciecamente alle regole forse potrà tornare effettivamente a vivere, ma al prezzo di
perdere completamente sé stessa nella massa. Starà a lei, e di conseguenza al giocatore, scegliere se schierarsi dalla parte delle “Good Apples” e seguire una vita scolastica
retta e disciplinata per arrivare al tanto agognato diploma e quindi alla resurrezione o se unirsi alla banda dei Bad Apples per
cercare una via alternativa.
La novel si presenta un po’ come un
incrocio tra Danganronpa, per via dell’ambientazione in una scuola da cui è impossibile fuggire,
ed il celebre Death Parade, anime che narra della possibilità di reincarnarsi dopo la morte dopo essersi sottoposti a giudizio: all’inizio ci si sentirà inevitabilmente un po’ a disagio poiché bisognerà digerire i pensieri di Rinka, una
protagonista non proprio brillante per via del suo continuo lamentarsi. È una ragazza fragile ed adotta comportamenti tipici della classica damigella in pericolo, con l’aggiunta che non cerca minimamente di cambiare il suo modo di essere. Nonostante questi difetti, riesce comunque a riunire i suoi alleati sotto un’unica bandiera ed a svolgere la funzione di chiave risolutiva per ogni evento, fino a sviluppare una relazione di stampo più o meno romantico con
uno dei cinque ragazzi disponibili. Il problema principale di Bad Apple Wars è che si presenta come una visual novel ma
le scelte sono poche e molto ovvie, inoltre se per caso si intraprende come prima route una tra le meglio raccontate, le altre tenderanno a lasciare un
impatto molto più blando, invogliando poco ad esplorare il resto del gioco. Dopo il vuoto nel cuore o il lieto fine lasciato dalla prima playthrough di una delle fazioni, quel poco di effetto sorpresa che c’è svanisce come per magia: gli unici motivo per voler continuare a giocare sono scoprire qualcosa di più sul
passato dei protagonisti, magari sbloccare qualche
artwork per completezza ma niente di più.
Good Apple or Bad Apple?
Bad Apple Wars propone, come ogni Visual Novel che si rispetti,
montagne di testo da leggere e pochi controlli. Il giocatore assisterà agli eventi dal punto di vista di Rinka e, ogni tanto, dovrà scegliere dove dirigersi all’interno dell’edificio scolastico: questi momenti rappresentano i punti di svolta della trama, che porterà la storia a svilupparsi incentrandosi su uno dei cinque protagonisti maschili offerti dal gioco. Forse non si nota subito, ma ad un attento esame ci si rende conto che
ogni luogo è indicato da un pallino di un colore diverso, associato a quello dominante di uno dei ragazzi: per questo abbiamo sottolineato come le scelte siano ovvie, inoltre la trama non subirà cambiamenti drastici a seconda della via intrapresa: il filone narrativo è sempre lo stesso e tra l’inizio e la fine si può semplicemente assistere a dialoghi diversi sulla base del protagonista scelto. Ciò
non influenza comunque la storia, che proseguirà imperterrita sui suoi binari con
pochissime differenze, culminando in un good o bad ending per ciascuna route. L’unica novità introdotta dal gioco rispetto ai soliti comandi per saltare il testo, nascondere l’interfaccia, regolare i volumi, salvare eccetera, è il sistema
Soul Touch. All’inizio verrà chiesto di assistere al tutorial e se si risponderà in modo affermativo, verrà mostrato come, ad un certo punto, ci sarà la possibilità di
“toccare” i protagonisti maschili sullo schermo per scatenarne le reazioni e penetrare a fondo nei loro ricordi, fino ad arrivare ad una sequenza in cui sia Rinka che la controparte maschile sono completamente nudi. In realtà questa non è altro che una
metafora per indicare la capacità della protagonista di scavare a fondo nel cuore del proprio amato, arrivando, appunto, a toccarne l’anima. Non c’è quindi nulla di ecchi come si potrebbe pensare all’inizio e forse qualcuno potrebbe anche rimanerne deluso vista la presentazione in pompa magna. Se il giocatore dovesse decidere di voler esplorare tutte le route dall’inizio alla fine, potrà esaudire facilmente il proprio desiderio grazie alla presenza di una funzionalità che permette di ricominciare facilmente il gioco da qualunque capitolo o checkpoint già letto.
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Do you want to live?
Tenendo presente il target a cui si rivolgono i titoli Otome, il character design è particolarmente azzeccato e propone personaggi delineati con un
tratto che ben si adegua alle esigenze di tutti i palati. Le
artwork sono particolarmente accattivanti e l’aver introdotto la possibilità di esplorarle col tocco è stata una pensata originale che aggiunge quel qualcosa in più che altre novel non hanno proposto. Le
ambientazioni sono quelle tipiche di una qualunque opera a tema scolastico, con la differenza che il clima e il meteo
non variano mai e non c’è nemmeno un susseguirsi del ciclo notte-giorno perché in un mondo “congelato” di anime vagabonde nessuno ha bisogno di dormire o mangiare ed il tempo non scorre. Questo non significa assolutamente che gli sfondi siano banali, anzi, si integrano molto bene con l’atmosfera tetra e cupa della trama.
La
colonna sonora aiuta sicuramente ad immergersi nell’ambientazione, ma non è composta da brani che viene voglia di riascoltare o che rimangono in testa una volta spenta la console, come invece accade per altri titoli più blasonati. Il
doppiaggio è presente solo in giapponese ma la localizzazione in inglese permette anche ai giocatori d’oltreoceano di gustarsi l’avventura, a patto che abbiano una conoscenza della lingua piuttosto buona vista la presenza di
parecchio slang nel testo. L’unica pecca è che nelle sezioni più “piccanti” di Soul Touch non è presente alcun sottotitolo, quindi non si è in grado di capire le frasi pronunciate dal protagonista maschile.
Verdetto
7 / 10
NEVAEH more!
Commento
Pro e Contro
✓ Tema non banale
✓ Artwork fantastiche
✓ Sistema Soul Touch
x Prezzo elevato
x Rigiocabilità non invogliata
x Poche scelte e banali
#LiveTheRebellion