Aver attaccato a testa bassa quel gruppo di Bokoblin si era rapidamente rivelato un errore. Non avevo considerato il loro colore: erano della varietà più resistente ed aggressiva. Non avevo considerato il mio arsenale, con quell’arma ancestrale che tanto avevo fatto fatica a recuperare nell’ultimo santuario già in procinto di rompersi. Non avevo considerato il mio basso numero di cuori. In due parole mi ero fregato con le mie mani. Mentre la mia arma si infrange dopo solo un colpo e medito se sia meno faticoso scappare lasciando dietro di me una scia di bombe o farmi uccidere per poi evitare del tutto il fastidioso incontro,
la pioggia ed un lampo improvviso mi danno un’idea. Equipaggio uno spadone arrugginito, arma con poco potere d’attacco ma perfetta per i miei scopi. Pochi secondi in cui continuo a schivare gli attacchi dei Bokoblin ed avviene ciò che speravo: attorno a me inizia a raccogliersi elettricità statica. È il momento:
lancio la spada contro il gruppo di Bokoblin e proprio col tempismo perfetto un fulmine, attirato dal metallo, colpisce il ferrovecchio in una fragorosa esplosione, facendo piazza pulita degli avversari. Un profondo senso di soddisfazione si fa largo dentro di me.
La gioia dell’imprevedibilità
Questo è solo uno delle decine di esempi che potrei portare di come
una partita a The Legend of Zelda: Breath of the Wild possa essere incredibilmente varia ed imprevedibile. Varia perché gli sviluppatori non hanno previsto un unico modo, una soluzione corretta, per affrontare ciascuna situazione, ma hanno semplicemente fornito al giocatore una serie di strumenti, ed alcune regole fisiche di base da scoprire durante le prime ore di gioco. Il fuoco si propaga al legno e ad altri materiali infiammabili, il metallo attrae i fulmini e può essere magnetizzato, correnti d’aria possono essere utilizzate per planare e così via. Si tratta di un’insieme di
regole semplici ed anche piuttosto intuitive, ma che
possono combinarsi tra loro permettendo al giocatore un’infinità di approcci. Allo stesso modo
il mondo di gioco è governato dalla casualità: le armi hanno una durabilità e si rompono all’improvviso, le condizioni atmosferiche sono in continuo cambiamento, con reali influenze sul gameplay, NPC vagano per Hyrule ed interagiscono con fauna e nemici. Giocando a Breath of the Wild innumerevoli volte accadrà che eventi del tutto casuali ci complicheranno la vita in modo improvviso ed imprevedibile: nemici fortissimi potrebbero comparire, inattesi, dietro ogni collina; una stramaledetta luna rossa potrebbe verificarsi proprio subito dopo che abbiamo eliminato una mob di nemici particolarmente fastidiosi; le nostre armi preferite potrebbero tradirci sul più bello; una pioggia improvvisa potrebbe impedirci di scalare torri e pareti. Eppure
il giocatore ha sempre il modo di reagire ed ogni situazione può essere risolta con un pizzico di creatività. Si vuole attaccare quell’avamposto dall’alto? Basta appiccare un fuoco, e poi utilizzare la corrente ascensionale generata dal riscaldamento dell’aria per planare!
Gameplay emergente e creatività in Breath of the Wild
Quello che abbiamo appena indicato è un esempio di gameplay emergente, ovvero di come
nuove soluzioni di gioco possano nascere spontaneamente dall’interazione di sistemi di gioco più semplici. Alcuni titoli tentano di limitare questa possibilità, perché a volte potrebbe portare i giocatori a risolvere enigmi o superare sezioni nella maniera non prevista dagli sviluppatori, difatti imbrogliando il gioco. Zelda: Breath of the Wild adotta con coraggio la soluzione opposta.
Il mondo di Breath of the Wild non è il classico mondo da videogioco, una sorta di percorso ad ostacoli in cui gli sviluppatori hanno già previsto ogni singola mossa del giocatore, ed in cui sarebbe disastroso permettere approcci non convenzionali, non prevedibili, non controllabili. Di contro il mondo di Breath of the Wild è costruito non con un obbiettivo ludico preciso ma per assomigliarne ad uno realistico, con i suoi sistemi fisici, le sue regole, i suoi funzionamenti. È un mondo non ostile al giocatore e non costruito per ostacolarlo nella sua quest.
È piuttosto un mondo indifferente alla presenza di Link, che funziona e procede nella medesima maniera sia che il giocatore faccia determinate azioni, sia che non le faccia. Breath of the Wild
può quindi permettersi il lusso di non assicurarsi che il giocatore abbia un certo tipo di equipaggiamento. Le armi hanno una durabilità e si rompono, e questo non è un problema, ma uno stimolo. Da questa casualità emergono situazioni sempre nuove e sempre imprevedibili ed è questa la più grande libertà concessa da Breath of the Wild al giocatore.
Un nuovo tipo di Open World
Alcuni giochi si preoccupano di evitare che un giocatore possa accidentalmente mettersi in una situazione nella quale non ha strumenti per proseguire, magari assicurandosi che in certe stanze ci sia un modo per ottenere determinati consumabili, per non restare a secco in momenti cruciali. Ma questa è una soluzione che ricorderebbe al giocatore in ogni momento di essere all’interno di un gioco, di far parte di un sistema in cui le sue azioni sono previste e guidate in modo più o meno esplicito. Con coraggio Breath of the Wild rifiuta questa convenzione:
non ci sono strade predeterminate da percorrere, sezioni obbligatorie. Il giocatore è libero in ogni momento di forgiare e definire la propria avventura, in una maniera che sarà per forza di cose differente da quella di qualsiasi altro giocatore. Ed è proprio per questo motivo che Breath of the Wild è un open world nel senso più vero della parola:
non è la vastità degli ambienti a definirlo, ma la vastità degli approcci permessi, incoraggiati e stimolati dalla casualità, dall’imprevedibilità, dalla complessa combinazione di sistemi e meccaniche più semplici.
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