Non è anomalo per le nostre pagine trattare progetti Kickstarter andati in porto ed approdati sia su PC che su console. È il caso di
Jotun, sviluppato da
Thunder Lotus Games e disponibile dallo scorso anno su PC, che lo scorso 9 Settembre ha debuttato su
PlayStation 4, Wii U e
Xbox One in un’edizione riveduta e corretta, con il sottotitolo
Valhalla Edition ad un prezzo di lancio di 14,99 €. Le atmosfere norrene e l’animazione a due dimensioni varranno il prezzo del biglietto?
Versione Testata: Wii U
Il mio nome è Thora e farò una buona impressione sugli Dei
Thora è una guerriera vichinga, è caduta in battaglia apparentemente senza onore e non viene ammessa al Valhalla. Relegata nel vuoto del
Ginnungagap, Thora ha una possibilità di attirare l’attenzione degli dei: dovrà raccogliere le rune perdute e sconfiggere i cinque enormi Jotun. Armata di ascia bipenne, la giovane intrapenderà un viaggio che, man mano la renderà più forte e combattiva, e svelerà i segreti relativi alla morte poco onorevole che l’ha colta mentre solcava le onde dell’oceano. La trama di Jotun ruota quasi completamente attorno alle battaglie di Thora contro gli stessi giganti, offendoci qualche accenno del suo passato e sui racconti basilari sulla mitologia Norrena. Non solo Odino, Freja, Loki e Thor, ma i fiumi di Ymir, il Bifrost e lo stesso Ginnungagap vengono spiegati al giocatore in maniera diretta tramite le parole della stessa Thora, rendendo le circa cinque ore necessarie ad affrontare il titolo quantomeno interessanti, se il progetto di Thunder Lotus Games non fosse minato da certi aspetti del gameplay.
Prima del massacro dei Jotun
una mappa a tratti incomprensibile mina il ritmo di gioco
Abbiamo già specificato di come l’obiettivo principale di Jotun sia quello di fare una buona impressione sugli Dei, raccogliendo delle rune nascoste per poter aver acceso alla fantomatica stanza dove il gigante da massacrare dimora. Ed è proprio nelle fasi esplorative che precedono ogni scontro che Jotun mostra il fianco, più e più volte: Thora si muoverà lentamente nelle ambientazioni mitologiche, cercando in lungo e in largo le misteriose Rune, i frutti di Idun per poter aumentare la propria salute, e le enormi statue degli Dei che gli offriranno il loro potere per sconfiggere i temibili boss (
ne parleremo tra poco). L’eccessiva lentezza della protagonista non sarebbe un problema, se sulla mappa venisse segnalata la posizione del giocatore, cosa che invece non accade costringendo a lunghe sessioni di backtracking per trovare un potenziamento o un frutto smarrito. Ad onor del vero le statue degli Dei sono riportate sulla mappa, ma il giocatore dovrà cercare di capire da solo quanta strada ha percorso o quale tratto è meglio seguire per poter raggiungere il punto richiesto. Una volta trovata la runa del livello, è possibile tornare in qualsiasi momento al Ginnungagap o continuare l’esplorazione alla ricerca degli altri potenziamenti mancanti. Anche questi non sono segnati sulla mappa, impedendo al giocatore di sapere se ha o meno raccolto tutto nella zona.
Va spezzata una lancia (
dell’Havamal) in favore ai livelli meramente esplorativi: sebbene il lento esplorare può risultare spesso noioso, ogni zona di Jotun differisce dall’altra per un’enigma o per l’obiettivo di Thora: tra le fronde di Yggdrassil dovremo crearci il nostro percorso, nelle radici dello stesso dovremo scivolare fino alla zona dove risiede la runa, nei fiumi di Ymir dovremo stare attenti ai getti infuocati, e nelle miniere di Fe dovremo sgominare orde di nani inferociti. Peccato che il tutto, una volta concluso il titolo, sia riassumibile come intramezzo tra uno scontro con un Jotun e l’altro, veri e propri fulcri del gioco.
Vivo, muoio, vivo ancora!
Il titolo di Thunder Lotus Games è un action a due dimension icon visuale isometrica che, una volta raccolte un determinato numero per rune per ogni zona, permetterà a Thora e al giocatore di affrontare il relativo Jotun. Thora ha a disposizione un attacco debole (Y) e uno caricato (X) quest’ultimo infligge molti danni, ma richiede circa 3 secondi per essere utilizzato, tempo fatale durante le battaglie e che potrebbe davvero mettervi in difficoltà in caso di vita bassa. Ognuna delle cinque battaglie coi giganti elementali sa regalare soddisfazioni grazie ad una buona dose di sfida e al conseguente potenziamento della guerriera vichinga tramite le effigi degli Dei trovate durante le fasi esplorative; affidate al tasto A e selezionabili con i dorsali, questi sei poteri permettono di avere bonus d’attacco (
Thor), scudi o fantocci che pareranno e attireranno i colpi nemici (
Heimdall e Loki), cureranno (
Freja) e altro ancora, ma saranno limitati nell’utilizzo, e bisognera uscire dalla relativa battaglia (trionfanti o sconfitti) per ripristinarli. Jotun mette i lgiocatore di fronte a nemici all’apparenza immensi ed in caso di sconfitta di Thora si dovrà ovviamente ricominciare da capo la battaglia, ma ogni volta che scenderete in campo avrete imparato qualcosa di più dal nemico e potrete sfruttare le mosse avversarie a vostro vantaggio. Insieme al comparto artistico e sonoro, le battaglie ai boss sono sicuramente il punto più alto della produzione, peccato che le ultime due previste (
oltre le 5+1 presenti) non siano state incluse a causa del non-raggiungimento di due goal nella campagna Kickstarter.
La Valhalla Edition di Jotun contiene una nuova modalità di Sfida ai Boss, che mette Thora, una volta conclusa la main quest, di fronte a tutti e sei gli scontri, un odopo l’altro, senza possibilità di fuga e con un limite di tempo. In questa modalità la difficoltà di Jotun subisce un’impennata, diventando una meta psolo per quei giocatori che vogliono ottenere il cento per cento dall’esperienza di Thunder Lotus Games.
Due dimensioni ammirabili
Jotun è completamente animato in due dimensioni, offrendo un character design riuscito (
soprattutto per i boss e la protagonista) e degli sfondi niente male, sebbene non si abbia lo stesso effetto di The Banner Saga, ambientato negli stessi luoghi malgrado sia un genere completamente opposto. Laddove però la produzione di Stoic si rifaccia più ad una graphic novel, Jotun assomiglia più ad un lavoro animato di Don Bluth. Anche qui sebbene il primo impatto da video e screen possa sembrare mozzafiato, ci troviamo di fronte ad un buon lavoro, ma che poteva offrire ancora di più. L’aspetto visivo infatti, paga le conseguenze delle mappe troppo ampie e spesso vuote, andando a rafforzare quella sensazione di noia di cui abbiamo parlato qualche riga più in alto.
Jotun soffre, soprattutto nella prima metà di gioco, di pesanti cali di frame, capaci più volte di far andare k.o. Thora (
soprattutto contro i primi due Boss per l’immane quantità di elementi a schermo) i rallentamenti, in un gioco basato sulla velocità d’attacco, sono un ulteriore spina nel fianco ai già lenti (
ma giustificati) movimenti dell’eroina. Fortunatamente durante la seconda parte dell’avventura è più raro avere tanti personaggi a schermo, con conseguente assenza di eventuali cali. Dove invece il titolo di Thunder Lotus Games brilla è sicuramente nel comparto sonoro, tra una soundtrack volutamente dalle tinte epiche, ad un doppiaggio completamente eseguito in lingua islandese. Jotun è sottotitolato in italiano e fruibile ad ogni giocatore capace di leggere la lingua di Dante.
Verdetto
7 / 10
Il boss segreto è Pdor
Commento
Pro e Contro
✓ Sfide ai boss riuscite
✓ Comparto artistico e sonoro ottimi
x Qualche problema tecnico
x Fasi esplorative sottotono
x Mappa incomprensibile
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