In attesa dell’uscita di
RIME (al momento ancora senza una data ben definita), i ragazzi di
Tequila Works tornano sul mercato con
Deadlight: Director’s Cut, titolo uscito quattro anni fa in esclusiva su Xbox 360 e PC e
ora pubblicato anche in formato fisico per PlayStation 4, Xbox One e PC. Siete in astinenza da titoli sugli zombie e non vedete l’ora di vestire (o rivestire) i panni del ranger
Randall Wayne? Scoprite se vale la pena farlo nella nostra nuova recensione. Ma prima, come al solito, vi ricordiamo
il prezzo del titolo che, per quanto riguarda
Deadlight: Director’s Cut, si attesta sui
19.90€.
Versione testata: Xbox One
The Walking Dead 2.0?
Deadlight è un ottimo esempio di come una storia banale possa risultare interessante se scritta bene
La
trama di
Deadlight narra
le vicende del ranger Randall Wayne che, dopo una serie di misteriosi eventi accaduti il
4 luglio 1986, si vede costretto a
sopravvivere ad un’apocalisse zombie e a separarsi dalla propria famiglia per metterla in salvo. I non-morti, che in questo universo narrativo vengono chiamati
Ombre, hanno preso d’assedio tutta la cittadina di Seattle (e non solo),
obbligando i rimanenti sopravvissuti a nascondersi e a fare qualsiasi cosa per sopravvivere. Nel tentativo di raggiungere la
Zona Sicura, Randall incontrerà degli improbabili personaggi e
dovrà ricorrere a tutte le proprie abilità per non cadere vittima delle creature affamate di carne umana. Nonostante
la trama non riesca a dimostrarsi in alcun modo innovativa o particolare, bisogna ammettere che è
raccontata con estrema maestria attraverso una serie di dialoghi davvero ben scritti che se uniti alle
sequenze d’intermezzo, disegnate come fossero un fumetto, e ad una serie di
documenti dal forte impatto emotivo non possono che andare a comporre una storia “normale”, ma sicuramente interessante. Bastano pochi minuti di gioco, infatti, affinché ci si affezioni al
protagonista del gioco che appare provato dagli eventi come di solito altri protagonisti appartenenti allo stesso genere narrativo non sono mai. Persino i
personaggi secondari dell’avventura riescono ad avere un discreto carisma, risultando sempre stereotipati, ma ancora una volta decisamente convincenti. Peccato, però, che
la longevità della campagna non riesca neanche in questa nuova versione a convincere, presentando una storia che difficilmente vi farà superare le
4 ore di gioco.
Lascia quell’ascia!
Con un riuscito mix di sezioni platform e di enigmi, Deadlight: Director’s Cut diverte dall’inizio alla fine
Deadlight: Director’s Cut non ha ovviamente subito alcun tipo di modifica al gameplay della versione originale. Ci troviamo di fronte, ancora una volta, ad un
platform bidimensionale con una buona dose di enigmi ambientali. Bisogna ammettere, però, che
la difficoltà del titolo non riesce mai a mettere nei guai il videogiocatore, che morirà più per qualche salto mal calcolato piuttosto che per alcuni momenti frustranti o complicati. Oltre a saltare e a rimanere sempre in movimento per non venire catturati dalle Ombre,
Randall avrà a disposizione delle armi per difendersi dalle terribili creature. Si tratta di
una pistola, un fucile e un’ascia da pompiere. Proprio quest’ultima arma si rivelerà utile soprattutto per superare alcuni enigmi e per tenere a distanza per un breve lasso di tempo i nemici.
Nemici che, vista la loro resistenza ai colpi fisici, dovranno quasi sempre essere eliminati con qualche trappola oppure tramite le bocche da fuoco, con un rapido colpo alla testa. La difficoltà abbastanza permissiva permetterà al giocatore di affrontare tutta l’avventura con una certa scioltezza, risultando sì troppo facile in alcuni punti, ma anche estremamente coreografica in altri. A far da padrona in questa nuova versione di Deadlight è sicuramente la
modalità Sopravvivenza che ci getterà all’interno di un ospedale assediato dalle Ombre con lo scopo di
rimanere in vita il più possibile (un trofeo/obiettivo richiede di raggiungere i 13 minuti). Ad ogni modo
il gameplay si sposa perfettamente con questa tipologia di gioco e dobbiamo ammettere di esserne rimasti
piacevolmente sorpresi, permettendo alla produzione Tequila Works di
aumentare la propria longevità in modo abbastanza sensibile. È innegabile notare un notevole miglioramento grafico rispetto alla versione originale (del quale potrete leggere nel prossimo paragrafo), ma è altrettanto
innegabile come anche le animazioni abbiano subito dei ritocchi, rendendo l’avventura più fluida e i movimenti di Randall più facili da controllare (seppur sempre con qualche limite).
Ombre e luci
Tecnicamente Deadlight: Director’s Cut convince sotto tutti i punti di vista
Da un
punto di vista tecnico,
Deadlight: Director’s Cut riesce ad emergere soprattutto grazie al
passaggio ai 1080p e ad una
modellazione poligonale più curata che riescono a restituire al giocatore un
colpo d’occhio sicuramente notevole. Questo accade anche grazie alla
direzione artistica del titolo che, con degli
ottimi giochi di luci ed ombre e con un utilizzo del colore nero davvero sapiente, sicuramente saprà colpire gli amanti delle storie più cupe.
Buono anche il comparto sonoro che, mescolando
musiche ottimamente orchestrate, un doppiaggio ben riuscito e una serie di suoni inquietanti, può definirsi praticamente inattaccabile. Per quanto riguarda eventuali problemi tecnici ci teniamo a sottolineare come per tutta la durata della nostra prova
il titolo Tequila Works si sia dimostrato sempre fluido e senza alcun tipo di bug.
Verdetto
8 / 10
Rimane anni luce sopra la serie tv di The Walking Dead
Commento
Pro e Contro
✓ Dialoghi e documenti ben scritti
✓ Gameplay fluido e curato
✓ Ottima direzione artistica
✓ Tecnicamente solido
✓ Modalità Sopravvivenza divertente
x Trama non innovativa
x Dura circa 4 ore
x Difficoltà di gioco tarata verso il basso
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