Così come
Idea Factory International sta portando una dopo l’altra le proprie pubblicazioni su
Steam,
NIS America ha iniziato lo stesso processo nei mesi scorsi partendo con
Disgaea. Da alcune settimane è toccato anche a
htoL#NiQ: The Firefly Diary, rilasciato originariamente su PlayStation Vita nel 2015,
ora disponibile anche su PC al prezzo di 14.99€.
La recensione si concentrerà, come di consueto, sul risultato della conversione da PlayStation Vita a PC. Clicca
qui per leggere la recensione relativa alla versione originale.
Il diario delle fate
htoL:NiQ: The Firefly Diary inizia con il risveglio di Mion, la protagonista, priva di ricordi e in una discarica. Sin da subito si farà la conoscenza di
Lumen, una lucciola che permetterà al giocatore di muoversi lungo i livelli di gioco. Pochi minuti dopo, Lumen verrà affiancata da
Umbra, un’altra lucciola che è capace di muoversi esclusivamente nell’ombra. Col loro aiuto, si dovrà portare Mion al termine di ogni livello, affrontando numerosi nemici e indovinelli da risolvere. Il gioco, infatti,
è strutturato con le meccaniche di un platform-adventure a due dimensioni, in cui la protagonista può essere pilotata attraverso Lumen lungo i percorsi che caratterizzano i vari livelli. È così possibile spostare casse, salire/scendere scale, raccogliere oggetti o fermarsi all’evenienza. Al contrario,
Umbra si potrà muovere nell’ombra generata dalle varie costruzioni, permettendo di eseguire utili azioni grazie alla possibilità di interagire con leve e pulsanti. Per giungere alla fine di un livello, sarà necessario evitare i nemici presenti e risolvere dei rompicapi, per nulla semplici, in cui il tempismo sarà la chiave.
Prima di capire come procedere sarà necessario effettuare numerosi tentativi per arrivare quantomeno a capire la soluzione. Tuttavia, questo non basterà, in quanto un secondo di ritardo, così come anche un solo centimetro in eccesso, potrebbe portare alla prematura morte di Mion, rendendo di fatto tempismo e precisione la chiave per il successo. La storia è strutturata in capitoli, al cui termine ci sarà un boss da affrontare grosso modo con le stesse meccaniche che caratterizzano l’esplorazione dei labirinti proposti. Sarà possibile, infine, trovare all’interno del mondo di gioco una serie di collezionabili che mostreranno, a spezzoni, i ricordi della nostra protagonista.
Ombra infame per te solo lame
La versione PC di The Firefly Diary presenta alcune differenze rispetto a quella PlayStation Vita. Innanzitutto,
è stato incrementato a dismisura
il numero di checkpoint presenti, per aiutare il giocatore in quello che altrimenti sarebbe stato certamente un incubo per molti a causa della sua non indifferente difficoltà. Per quanto riguarda i controlli, invece,
sarà possibile scegliere tra tre diverse possibilità. Scegliendo di utilizzare il controller non ci sono sostanziali differenze rispetto all’analoga modalità sulla portatile di casa Sony, con gli stessi pregi e gli stessi difetti, tra cui il lieve ritardo nell’attivazione di Umbra, problema già noto (e segnalato) ma lasciato così com’era in origine. Lo stesso discorso è applicabile all’uso del mouse che risulta un sostituto per i controlli touch (
da noi adoperati su PS Vita). La terza e ultima possibilità, quella che su PC risulta essere probabilmente la migliore scelta possibile, prevede la combinazione di mouse e tastiera, anche se quest’ultima serve a ben poco. Tenendo premuto il tasto sinistro, infatti, sarà possibile spostare Lumen, e di conseguenza Mion, mentre con un click destro si attiverà Umbra: la tastiera sarà utilizzata soltanto per aprire il menù contenente le opzioni di gioco e alcune altre voci.
Un’atmosfera veramente convincente
The Firefly Diary vanta degli artwork 2D splendidamente realizzati e ammirabili in tutta la loro bellezza a 1080p con un
framerate fissato a 30fps in questo porting su PC. I veramente bassi requisiti di sistema, visibili più in basso, permettono praticamente a chiunque di poter avere il massimo dalle varie ambientazioni proposte. Come già detto in precedenza, The Firefly Diary è strutturato su due dimensioni, ma quando si rivivono i ricordi di Mion, realizzati in pixel art, la scena passa invece ad una visuale isometrica.
MINIMI:
Sistema operativo: Windows 10/8.1/7/Vista
Processore: Intel Core i3-2310M 2.10 GHz
Memoria: 2 GB di RAM
Scheda video: Intel HD Graphics
DirectX: Versione 11
Memoria: 2 GB di spazio disponibile
Scheda audio: Realtek HD Audio
CONSIGLIATI:
Sistema operativo: Windows 10/8.1/7/Vista
Processore: AMD A10-5800K APU
Memoria: 2 GB di RAM
Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
DirectX: Versione 11
Memoria: 2 GB di spazio disponibile
Scheda audio: Realtek HD Audio
La colonna sonora è ridotta all’osso, favorendo principalmente i suoni “naturali” prodotti dall’ambiente circostante. Lo stesso vale per i dialoghi, completamente assenti se non per la prima parte del gioco che funge da tutorial, una decisione diametralmente opposta rispetto ad altre produzioni della software house, nonché spesso motivo di critiche.
Ad affiancare la lingua inglese c’è anche l’originale giapponese, sebbene risulti difficile pensare che qualcuno, in Occidente, possa decidere di adoperarlo.
Verdetto
7 / 10
#iotiinQulo, again
Commento
Pro e Contro
✓ Comparto artistico
✓ Combinazione mouse-tastiera
✓ Checkpoint più numerosi
✓ Alta difficoltà...
x ...Forse troppo
x Alcuni controlli (ancora) da rivedere
#LiveTheRebellion