Da piccoli abbiamo avuto tutti un amico immaginario, quel compagno di giochi che non ci abbandonava mai e che volenti o nolenti abbiamo dovuto salutare una volta cresciuti. Quelli con meno fantasia, magari dialogavano con la propria ombra, consci del fatto che sarebbe stata sempre lì al proprio fianco, e se invece ci fosse un malvagio intenzionato a rubare le ombre di tutti i bambini?
Sarepta Studio racconta questa eventualità all’interno di
Shadow Puppeteer, platform ad enigmi disponibile dal Settembre 2014 su Steam e arrivato sull’eShop Wii U lo scorso 28 Gennaio ad un prezzo di partenza di 14,99 €.
Versione testata: Wii U
Novelli Peter Pan
È una notte apparentemente tranquilla quella che avvolge il prologo di
Shadow Puppeteer, il bambino protagonista sente dalle strade del villaggio della musica proveniente da un organo a rullo, il suonatore però non ha buone intenzioni: dalle case circostanti iniziano infatti a radunarsi tutte le ombre dei bambini del quartiere, e anche quella del protagonista sembra incorrere nello stesso destino. Grazie alla cantina sottostante, il ragazzino riesce a salvare la propria controparte oscura, scoprendo di lì a poco come questa abbia ora una sua coscienza e possa muoversi liberamente senza tuttavia allontanarsi troppo. I due decideranno quindi di inseguire il malvagio suonatore e liberare le ombre della città, incappando in una serie di ambientazioni e ovviamente di pericoli ambientali sia per il bambino che per l’ombra.
Nelle circa cinque ore necessarie per portare a termine Shadow Puppeteer, i due amici si troveranno di fronte più volte il suonatore di organetto, e dovranno vedersela con delle ombre più o meno malvage create dallo stesso, in vere e proprie boss battle di fine sezione. Tra fabbriche, porti, e torri dell’orologio, i due personaggi senza nome si muoveranno in due ambienti diversi: il bambino (
parte sinistra dei tasti di Gamepad) avrà a disposizione l’intera stanza da esplorare muovendosi con l’analogico sinistro, saltando con L e interagendo con gli oggetti con ZL, mentre l’ombra (
parte destra dei pulsanti) dovrà contare solo sulle proiezioni a due dimensioni tra pavimento e muri. I due saranno legati da un filo porpora che segnala quanto lontano si possono spingere prima di separarsi e tornare inevitabilmente al check-point; Shadow Puppeteer fa inoltre dei numerosi platform in cui con un solo danno si va incontro alla morte del personaggio. Durante il corso del gioco, verranno aggiunti all’inventario tre oggetti chiave, raggiungibili tramite croce direzionale: una corda per creare delle piattaforme d’ombra o fermare dei macchinari; un paio di forbici con cui l’alter ego bidimensionale può tagliare determinati ostacoli e una bomba in grado di far esplodere oggetti oscuri creati dal malvagio suonatore. Tutti e tre gli oggetti serviranno ai due ragazzini per farsi strada nelle varie ambientazioni e raccogliere i circa 180 collezionabili sparsi all’interno del titolo.
Vuoi essere la mia ombra?
Se le prime zone sono affrontabili tranquillamente da soli, man mano che il gioco prosegue diventerà sempre più insostenibile (
almeno per la propria pazienza) gestire i due ragazzi da soli: Shadow Puppeteer richiede quasi sempre una coordinazione quasi perfetta tra il bambino e l’ombra, entra così in scena la modalità co-operativa a due giocatori, con cui il titolo guadagna sicuramente punti in positivo. Il bambino si muoverà così tramite Gamepad, mentre l’ombra verrà controllata da un qualunque altro controller compatibile con la console Nintendo. Purtroppo la co-operativa non risolve uno dei principali problemi della produzione: la fisica di molteplici sezioni. Non è stato un caso isolato, durante il corso della nostra avventura (
affrontata quasi completamente in co-op) trovarci a evitare intere sezioni di gameplay saltando al momento giusto su un tubo, un masso o semplicemente una lastra che doveva impedirci il passaggio, incappando così non solo in bug tecnici (
il personaggio bloccato in un punto e il riavvio forzato dal check-point) ma anche in morti premature per l’intersezione dei modelli poligonali. Un vero peccato, soprattutto perchè il concept che sposa l’interazione tra enigmi 2D e 3D risulta il più delle volte riuscito durante le circa sei ore di gioco.
Passato visivo
Dal punto di vista grafico, i modelli poligonali di Shadow Puppeteer appaiono abbastanza datati, paragonabili agli standard di due generazioni passate, poco definiti e anche abbastanza brutti da vedere. Gli ambienti d’altro canto, risultano molto più curati dei personaggi, regalando anche qualche scorcio e spunto interessante (
come il livello del treno). Di tutt’altra pasta le musiche, che riescono a sfruttare le atmosfere cupe e dare la giusta enfasi alle sezioni di fuga. Infine da segnalare che il titolo non è doppiato (
i personaggi non possiedono la bocca) e i menù sono solamente in inglese.
Verdetto
6.5 / 10
L'ombra de li mortacci tua!
Commento
Pro e Contro
✓ Buon connubio tra enigmi 3D e 2D
✓ Ottima esperienza co-operativa...
x ...quasi ingiocabile da solo
x Fisica quasi completamente da rivedere
x Qualche bug di sorta
x Graficamente datato
#LiveTheRebellion