Danganronpa: Trigger Happy Havoc è il primo capitolo dell’omonima saga di
Visual Novel targata
Spike Chunsoft, sdoganata in Europa esattamente il
20 febbraio 2014 dopo una rimasterizzazione in terra natia da PlayStation Portable a
PlayStation Vita. A quasi due anni dall’uscita sulla console portatile, i suoi autori hanno deciso effettuare il
porting del gioco su PC tramite Steam, offrendo un’esperienza di gioco a 60 FPS e 1080p ad una gamma di giocatori ancora più ampia. Il titolo costa
29,99€ e nelle prossime righe analizzeremo questa versione dell’ormai celebre avventura grafica.
Versione testata: PC
Despair. That’s all.
Danganronpa: Trigger Happy Havoc è incentrato sul protagonista
Makoto Naegi, un liceale del tutto normale che si ritrova ad essere estratto a sorte per accedere alla
Hope’s Peak Academy, un istituto di prim’ordine a cui solamente coloro che eccellono in un determinato ambito, meritandosi l’appellativo di “
Ultimate”, possono aspirare. Il suo titolo di
Ultimate Lucky Student si rivelerà ben presto essere più una maledizione che una benedizione: dopo essere svenuto nell’ingresso della scuola si risveglia in un’aula e, studiando l’ambiente circostante, si accorge che tutte le finestre sono completamente sigillate da placche metalliche. Lui e gli altri quattordici studenti sono infatti finiti nelle grinfie del perfido
Monokuma (il cui nome deriva dai termini “
monocromatico“, riferito al suo essere bianco e nero e “
kuma“, traducibile dal Giapponese in “orso”), un orso-robot che si autoproclama preside dell’istituto. Informerà i protagonisti che saranno destinati a
vivere per sempre all’interno della scuola, al momento completamente isolata dal mondo esterno. Di fronte alle loro sonore proteste rivelerà che l’unico modo per uscire dalla Hope’s Peak Academy è
assassinare un compagno evitando di farsi scoprire dal resto degli studenti durante i
Class Trial, i quali non sono altro che processi durante i quali i ragazzi discuteranno e dovranno votare chi secondo loro è il colpevole. Una decisione errata comporterà l’esecuzione di tutta la classe eccetto il cosiddetto “
blackened“, mentre scovare il responsabile garantirà la salvezza di tutti tranne lui. Ovviamente il tema dell’amicizia e del cameratismo tra compagni che si rifiutano di uccidersi tra di loro verrà spazzato via senza pietà da Monokuma, che lavorerà alacremente durante tutta l’avventura per offrire agli studenti
incentivi e motivi per convincerli ad uccidere.
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La trama di Danganronpa: Trigger Happy Havoc proseguirà in modo articolato ed appassionante, tenendo il giocatore sempre col fiato sospeso ed il naso incollato allo schermo fino alla fine, accompagnandolo e guidandolo nell’avventura fino ad arrivare a scoprire quale sarà il destino di Makoto e compagnia. Per quanto si possa tentare di indovinare il colpevole all’inizio del caso, i ragazzi di Spike Chunsoft hanno sempre il
colpo di scena in serbo al momento giusto, costringendo inevitabilmente chi gioca a riesaminare tutte le proprie teorie in merito insieme al protagonista stesso. Molti potrebbero pensare che la caratterizzazione stereotipata al massimo dei personaggi risulti essere un punto debole in un titolo del genere: non c’è nulla di più sbagliato. Essa infatti rende
impossibile non affezionarsi ad almeno uno dei partecipanti a questo gioco crudele e porta inevitabilmente chi prende in mano mouse e tastiera ad
immergersi nell’atmosfera del gioco ad un livello molto profondo, desiderando ardentemente che i propri personaggi preferiti non siano le prossime vittime e sperando che invece a lasciarci le penne siano quelli che risulteranno meno simpatici. Il mix di trama e personaggi si è rivelato essere vincente ed in grado non solo di invogliare il giocatore ad assistere agli eventi fino alla fine, ma anche ad acquistare il capitolo successivo per rispondere a tutte le domande rimaste in sospeso.
Daily Life, Deadly Life
Danganronpa: Trigger Happy Havoc è una
Visual Novel con elementi esplorativi in pieno stile Ace Attorney, pertanto gran parte del tempo sarà dedicato a leggere i
monologhi interiori di Makoto ed i
dialoghi tra lui e gli altri personaggi. Durante le sezioni “
Daily Life” il protagonista avrà la possibilità di
esplorare la scuola e di
interagire con gli oggetti a disposizione sullo schermo tramite una visuale in prima persona in perfetto stile
punta e clicca. Inoltre sarà possibile approfittare del “
Free Time” per coltivare veri e propri
Social Link con i compagni di classe, facendo loro qualche
dono per ricevere in cambio abilità extra da equipaggiare ai processi. Una volta scoperto un cadavere però, “Daily Life” muterà in “
Deadly Life” e Danganronpa entrerà nella sua
fase investigativa che porterà il protagonista ad esaminare gli
indizi sulla scena del crimine ed in giro per la scuola, oltre che a parlare con i compagni per ottenere
prove e
testimonianze da utilizzare in seguito per smascherare il colpevole. Raccolto tutto il necessario Monokuma informerà che il tempo è scaduto ed i ragazzi dovranno riunirsi in un’aula sotterranea in cui avrà inizio il
Class Trial.
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Il processo diventa effettivamente il fulcro del gameplay e metterà alla prova vari aspetti delle capacità del giocatore, che dovrà affrontare di volta in volta una composizione diversa di
quattro minigiochi: Nonstop Debate, Hangman’s Gambit, Bullet Time Battle e Closing Argument. Il
Nonstop Debate prevede che Makoto ascolti attentamente ciò che gli altri hanno da dire ed individui la contraddizione nelle loro affermazioni sparando, letteralmente, la prova corretta in faccia al malcapitato di turno grazie ai
Truth Bullet. Durante l’
Hangman’s Gambit, un vero e proprio gioco dell’impiccato, il giocatore dovrà indovinare la parola chiave utile a suggerire a Makoto come continuare il caso scegliendo nell’ordine corretto da una serie di lettere che appariranno a schermo per un breve periodo di tempo. Alcune volte però, nonostante la consistenza delle prove fornite ed i ragionamenti inoppugnabili, qualche compagno di classe potrebbe semplicemente non voler accettare quanto Makoto ha da dire: sarà pertanto necessario metterlo a tacere tramite una
Bullet Time Battle, un minigioco basato sul senso del ritmo del giocatore in cui è necessario selezionare e sparare a tempo alla marea di frasi che appariranno a schermo, fino a scaricare un ultimo proiettile della verità per costringere il personaggio a desistere ed a darvi ascolto. Ogni processo viene terminato dal
Closing Argument, nel quale il giocatore avrà a disposizione un fumetto con alcune vignette vuote da riempire con i tasselli corretti, scelti tra tutti quelli messi a disposizione in cui sono presenti naturalmente anche pezzi errati. Una volta enunciato dal principio tutto il delitto, il colpevole verrà smascherato da Makoto e giustiziato da Monokuma, per la gioia o la tristezza del giocatore, a seconda delle idee sviluppate in merito a quel particolare personaggio.
Una volta portato a termine Danganronpa: Trigger Happy Havoc con successo si sbloccherà la
School Mode, modalità che offre un’
avventura alternativa e che permette al giocatore di approfondire tutte le relazioni con i personaggi che non si è riusciti a completare nel corso della playthrough. La storia riprenderà dall’inizio, ma invece di parlare di omicidi e quant’altro Monokuma informerà gli studenti che è rimasto senza corpi di riserva e loro avranno a disposizione 51 giorni di tempo per preparargliene dei nuovi. Ogni tanto l’orso assegnerà una scadenza entro cui Makoto e compagnia dovranno raccogliere dei materiali da utilizzare per costruire altri Orsi di tutti i tipi. Dopo aver faticato per tutta la mattina, sarà possibile approfittare del Free Time e, una volta aggiornate per intero le Report Card di ciascun personaggio, si potrà fare uso dei
Trip Ticket per portare gli amici in giro per la scuola ed innescare un ulteriore minigioco, il
Trigger Happy Heart. In tali sessioni, il protagonista riuscirà a percepire i pensieri del suo compagno e dovrà decidere se sparare un Truth Bullet Affirmation o Negation sulle frasi proposte. Una scelta corretta porterà il giocatore un passo più vicino ad ottenere un finale speciale per il personaggio prescelto al termine dei 51 giorni a disposizione.
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Per quanto riguarda gli altri aspetti, Danganronpa: Trigger Happy Havoc
offre una bassa rigiocabilità poiché le uniche cose da fare saranno ripetere l’avventura ad una difficoltà maggiore per il puro gusto di farlo, guadagnare i
Monocoins necessari a sbloccare i
contenuti extra, tra cui la colonna sonora, immagini promozionali ed artwork oppure lavorare per completare tutti gli
achievement.
It’s… Punishment Time!
Il
porting del gioco su PC è sicuramente una manna dal cielo per coloro che non possiedono PlayStation Vita e desiderano cimentarsi con Danganronpa: Trigger Happy Havoc. I controlli tramite
mouse e tastiera non fanno sentire né la mancanza di un controller né della console portatile stessa, potendo
raggiungere comodamente tutti i tasti necessari con la mano sinistra e compiere le azioni mancanti come lo
spostamento della telecamera e la lettura del testo con il mouse impugnato con la destra. La
grafica 1080p e 60 FPS rimane più o meno costante, con qualche calo sporadico di una decina di FPS (impercettibile senza appositi contatori) e le prestazioni di sistema non vengono particolarmente influenzate, segno dunque
l’impatto di Danganronpa sulla propria macchina è minimo: ciò contribuisce a renderlo ancora più accessibile.
Requisiti consigliati:
- Sistema Operativo: Windows 7
- Processore: Intel(R) Core(TM) i5-3470 o superiore
- Memoria: 4 GB RAM
- GPU: OpenGL 3.2 o GPU compatibile con DirectX 9.0c con almeno 1GB di VRAM
- DirectX: Versione 9.0c
- Disco fisso: 6 GB di spazio disponibile
La nostra configurazione:
- Sistema Operativo: Windows 8
- Processore: Intel(R) Core(TM) i7-3632QM CPU @ 2.20GHz (8 CPUs), ~2.2GHz
- Memoria: 8 GB RAM
- GPU: AMD Radeon HD 7700M Series da 2GB
- DirectX: Versione 11
Purtroppo durante la nostra esperienza sono stati riscontrati alcuni piccoli
difetti minori, tra cui i dialoghi che possono bloccarsi a schermo dopo aver salvato ed il bordo verticale all’estrema destra che in modalità Borderless risulta a volte visibile di un colore diverso. Più grave invece è il crash completo del gioco se si tenta di effettuare uno screenshot in modalità Fullscreen.
Nulla di tutto ciò comunque incide sulla qualità o mina l’esperienza di gioco fino a renderla impossibile o esasperante. Infatti è sufficiente semplicemente riavviare il titolo per risolvere ogni problema o, nel caso del Fullscreen, evitare di utilizzare il tasto Stamp. Con tutta probabilità comunque si tratta di piccoli difetti che saranno
risolti al lancio ufficiale del gioco.
Despair is contagious. Everyone catches it.
Sul lato tecnico, Danganronpa: Trigger Happy Havoc si rivela essere
eccellente sotto ogni punto di vista. Lo
stile grafico accattivante in 2D tipico degli anime, la
difficoltà non troppo elevata e la
colonna sonora assolutamente superba contribuiscono a risucchiare il giocatore all’interno della Hope’s Peak Academy e dell’
atmosfera da brivido del gioco, facendo si che sia ancora più semplice immedesimarsi
in un protagonista che già di per se è assolutamente normale. Le musiche composte da
Masafumi Takada si legano perfettamente alla storia, quasi fossero la ciliegina sulla torta per portare a termine un capolavoro: riescono ad
inquietare, tranquillizzare ed
incalzare al momento giusto, andando ad invadere la mente del giocatore e rimanendo quasi vive anche dopo aver chiuso la partita. Questo mix di ingredienti è ciò che rende Danganronpa: Trigger Happy Havoc davvero
unico e speciale, risultando molto appetitoso per gli appassionati di Visual Novel, per coloro che si sono appena avventurati in questo campo videoludico e perfino a chi potrebbe rimanere deluso dalla forse eccessiva facilità del titolo. Inoltre, il fatto che il gioco
rompa spesso la quarta parete lo rende ancora più intrigante ed accattivante.
La localizzazione dei testi ad opera di NIS America è ottima, ma purtroppo la
nota dolente si rivela essere il doppiaggio inglese non all’altezza dell’originale. Le voci degli studenti non sembrano adeguate per dei ragazzi della loro età e molte delle battute pronunciate risultano essere quasi fastidiose a causa del tono alto. In Giapponese ogni personaggio sembra
animarsi di vita propria e la sua stessa voce contribuisce a rendere ancora migliore la caratterizzazione, cosa che invece non avviene con le voci quasi monocorde e con poco sentimento dei doppiatori inglesi.
Nonostante questo difetto non imputabile ai ragazzi di
Spike Chunsoft, se il primo capitolo della saga riesce a conquistare il giocatore difficilmente potrà resistere alla tentazione del passare al lato oscuro ed abbracciare una vera e propria “
Danganronpa Mania“.
Verdetto
8.5 / 10
Il colpevole... sei tu! Ma anche no.
Commento
Pro e Contro
✓ Trama appassionante
✓ Personaggi coerentemente stereotipati
✓ Colonna sonora eccellente
✓ Class trial dinamici
x Estremamente semplice
x Doppiaggio inglese
x Qualche difetto minore nel porting
#LiveTheRebellion