Gli zombie sono ormai uno dei fenomeni di culto più sdoganati degli ultimi anni. Da quando
George Romero creò i suoi capolavori, l’evoluzione dello
Zombie è continuata incessantemente e al giorno d’oggi si possono trovare inseriti in ogni genere di contesto con forme e modalità differenti. Nel campo videoludico, sicuramente l’esplosione degli ultimi anni è dovuta a
Treyarch e alla sua modalità incentrata sui mangia cervello che fece capolino nel quinto capitolo di
Call of Duty per poi espandersi a macchia d’olio in tutto il mercato. Ne abbiamo visti di tutti i tipi, e li abbiamo visti scontrare contro ogni genere di forza, umana e non, ma è sempre possibile inventarsi qualcosa di nuovo con i non morti, vista la loro duttilità. I ragazzi di
Crazy Monkey Studios hanno quindi ben pensato che non sarebbe stata una cattiva idea unire i morti viventi alla Mafia. Ecco come nasce
Guns, Gore & Cannoli,
Shoot ‘em Up già presente su PC ed Xbox One e in dirittura d’arrivo su Playstation 4, versione di cui vi proponiamo la recensione.
Sei solo chiacchiere e carne morta
Il tutto ha inizio con un monologo di
Vinnie Cannoli, protagonista del gioco, in procinto di svolgere il suo compito di sgherro della famiglia
Belluccio a
Tughtown, una specie di Atlantic City nell’era del proibizionismo. Il suo compito è salvare Frankie, uno degli uomini del suo boss, tenuto in ostaggio da una famiglia rivale.
Non tutto però andrà secondo i piani di Vinnie che senza ancora aver messo piede sulla terra ferma dovrà difendersi da orde di Zombie pronti a farlo fuori. E se questo non dovesse bastare dovrà farsi largo tra Gangster e posti di blocco dell’esercito, intenti ad arginare la minaccia.
La trama che caratterizza
Guns, Gore and Cannoli non è nulla di eccezionale ma risulta leggera e godibile e sopratutto finalizzata a giustificare quanto basta il susseguirsi delle vicende nelle quali sarà coinvolto il povero Killer.
Sicuramente, dal punto di vista della caratterizzazione narrativa del gioco,
ciò che intriga maggiormente sono l’ironia che pernea tutto il contesto, con trovate a dir poco bizzarre e spesso irriverenti, e le tantissime citazioni, sia sotto forma esplicita (don Belluccio è palesemente Brando nelle vesti di Vito Corleone)
che implicita, con vari easter egg sparsi quà e là nelle mappe di gioco. Citazionismo che non finisce qui, in quanto alcune chicche potranno venire alla luce anche nella scelta del personaggio, come un
Rambo-Vinnie o un
Vinnie Terminator.
È un po’ un peccato che con i sottotitoli (il gioco è in lingua inglese sottotitolato in italiano) vada in parte a perdersi questa vena estremamente goliardica, con giochi di parole non replicabili in maniera efficace e spesso sostituiti in maniera fredda e poco creativa.
Amo l’odore della carne bruciata di prima mattina
Quello che ci troviamo di fronte è a tutti gli effetti uno Shoot ‘em Up che sembra essere uscito da un cabinato degli anni novanta. Non stupisce quindi che il primo titolo che verrà in mente a molti sarà sicuramente
Metal Slug. Il gioco riprende in tutto e per tutto quelle meccaniche facendole proprie e riadattandole ad un prodotto pensato per console e pc casalinghi e per il mercato moderno.
Dovremo infatti farci largo fra orde di agguerriti nemici molto variegati tra loro, potendo contare su un arsenale di tutto rispetto che riprende quanto di già presente negli anni venti, da pistole semi automatiche, al mitico Tommy-gun, passando per un lanciafiamme e finendo con il fare una capatina nel mondo dello Sci-fi (senza fare ulteriori spoiler).
Come già detto però, la varietà non riguarderà solo il nostro armamentario, avremo infatti a che fare con numerose tipologie di non morti, partendo dai classici zombie lenti e vulnerabi, fino a mistress, macellai esplosivi, lanciatori di barili e tanto altro ancora. Per non parlare poi dei ratti che infestano le tombe, dei vari gangster (non infetti per un motivo preciso che scoprirete nel prosieguo dell’avventura) e i soldati armati di tutto punto per arginare ogni minaccia alla sicurezza nazionale. Insomma ce ne è per tutti i gusti. È un peccato dunque che delle 3 boss fight presenti, 2 siano davvero poco ispirate.
Tutta questa “Biodiversità” sfocia in una montagna russa di eventi senza sosta che vi terrà incollati allo schermo per circa 3 o 4 ore di gioco. Tempo questo che, se pur limitato, viene compensato dall
‘altissima rigiocabilità del titolo, specie pensando che il tutto diventa molto più coinvolgente se giocato in compagnia. Guns, Gore & Cannoli è infatti pensato per la cooperativa in locale sino a quattro giocatori, con qualcosa di simile a quanto visto con il più o meno recente
Castle Crashers, che però resta ancora un gradino sopra al lavoro di Crazy Monkey Studios.
Ma non finisce qui. È anche possibile menar le mani in una modalità versus sempre per 4 giocatori (giocabile anche con bot controllati da un I.A. estremamente aggressiva già a difficoltà media), con varie mappe ispirate agli ambienti di gioco.
Italiani: Pizza, baffi neri e Mandolino
Parlando del comparto visivo,
il gioco si presenta con uno stile cartoon che esalta la sua natura ironica e scanzonata e che alleggerisce ulteriormente l’elemento gore che comunque non è in alcun modo assente, tra teste saltate e corpi esplosi, bruciati o sciolti nell’acido. Gli scenari, vividi in primo piano, dove ha luogo l’azione, sono invece appena abbozzati nello sfondo, esaltando maggiormente il concetto di città oscura e minacciosa (non è un caso che le vicende si svolgano interamente di notte o in ambienti chiusi).
Buon lavoro anche quello svolto con il comparto audio, con un doppiaggio inglese calzante con i personaggi (spesso sopra le righe o addirittura incomprensibile)
e con una soundtrack che richiama tutti gli stereotipi dell’italoamericano mafioso e dell’america degli anni del proibizionismo tra Jazz, blues e mandolino.
Verdetto
8 / 10
Ma è Metal Slug con i mafiosi!
Commento
Pro e Contro
✓ Black Humor leggero e divertente
✓ Tante Armi e tanti nemici
✓ Ottimo in compagnia
✓ tante citazioni
x La campagna breve potrebbe non essere gradita ai più smaliziati
x Boss fight poco ispirate, tranne una
#LiveTheRebellion