A distanza di un anno dalla release giapponese, anche i giocatori occidentali possono mettere mano alla conclusione delle spaventose avventure di
Ayumi Shinozaki e dei sopravvissuti ai tragici eventi della
Heavenly Host. Disponibile dal 20 Ottobre su
PlayStation Vita, ecco a voi la recensione di
Corpse Party: Blood Drive.
Shiawase no Sachiko-san
Blood Drive continua il percorso iniziato con il primo capitolo gettando sul fuoco nuova benzina
È difficile parlare di Corpse Party: Blood Drive senza fare troppi spoiler sui precedenti giochi che compongono questa trilogia, ma cercheremo di darvi un quadro della situazione il più indolore possibile.
Sopravvissuti alle vicende che li ha condotti ad affrontare Sachiko, uno spirito maligno in cerca di vendetta che aveva portato morte e distruzione all’interno della spettrale Heavenly Host nel primo Corpse Party, Ayumi e gli altri studenti scappati dal mortale piano dimensionale creato da Sachiko, sono tornati alla vita di tutti i giorni. Non tutto però è come prima, in quanto i compagni morti durante la loro (poco piacevole) avventura sono stati cancellati dai ricordi delle persone. Tormentati da questo Ayumi e Naomi cercano di indagare e scoprire di più del passato si Sachiko, andando ad ispezionare la casa dove era nata e cresciuta la ragazza. Qua le due compagne si imbattono nel Book of Shadows, una sorta di Necromicon che, secondo quanto si racconta, fra i suoi poteri c’è anche quello di riportare in vita i morti. Illuse dalla speranza di salvare i propri amici, Ayumi e Naomi improvvisano un rito magico che però non va a buon fine, mettendo a rischio la loro vita. Questo episodio, raccontato nell’ultimo capitolo del seguito di Corpse Party è il prologo che apre le danze per Blood Drive.
Where is my mind
Blood Drive comincia infatti con Ayumi e Naomi in fin di vita che verranno salvate in extremis dalla sorella di Ayumi, che sacrificherà la sua vita per il bene delle due.
Sarà solo l’inizio di un nuovo viaggio all’interno della Heavenly Host, un viaggio della speranza, per cercare nuovamente di riportare in vita i propri amici (
sorella compresa) e di porre la parola fine a questa serie di uccisioni.
Le cose però si complicheranno quando la comparsa del Book of Shadows attirerà a sé nuovi personaggi, interessati a mettere le mani sul libro e ad impadronirsene per i propri scopi. Amici o nemici? Solo completando i 10 capitoli che compongono questa nuova storia potremo scoprire che destino attende Ayumi e i suoi amici.
Magari e il suo fanservice inappropriato
Corpse Party: Blood Drive continua quindi il percorso iniziato con il primo capitolo gettando sul fuoco nuova benzina e introducendo nella storia nuovi personaggi alquanto enigmatici e apparentemente fuori contesto rispetto a quanto vissuto fino ad ora (
basti pensare a Magari e alla sua mise dal piglio decisamente fanservice), ma che riusciranno a ritagliarsi il proprio spazio all’interno del fitto e contorto intreccio narrativo. Non manca nemmeno una nuova nemesi,
Sachi, che cercherà in tutti i modi di farci la pelle e farà sembrare Sachiko un piacevole ricordo.
Anche le atmosfere riprendono quelle vissute principalmente nel primo capitolo (Corpse Party: Book of Shadows era una visual novel priva di elementi di gameplay che riscriveva in salsa “what if” alcuni degli eventi del gioco), con una Heavenly Host ancora più corrotta e spaventosa, pronta ad inghiottirci e a farci fuori al primo passo falso.
Come in Corpse Party, Blood Drive mescola elementi narrativi da visual novel ad un gameplay esplorativo dai tratti survival horror. Una volta terminati i lunghissimi dialoghi che ci troveremo a leggere, saremo liberi di muoverci all’interno dei corridoi della scuola, in cerca di indizi che ci possano aiutare nella nostra missione. Qua è chiaro fin da subito che la struttura di gioco non ha subito nessuna modifica rispetto al passato e, a parte l’upgrade grafico (di cui parleremo successivamente) riprende tutti i tratti caratteristici della serie, difetti compresi.
Non aprite quella porta
la pochezza di informazioni obbliga a girovagare spesso a vuoto
Uno degli aspetti criticabili di Corpse Party (
così come nei predecessori) è la pochezza di informazioni rilasciate al giocatore per risolvere gli enigmi proposti (
per lo più trovare il modo di aprire certe porte o superare alcuni passaggi bloccati), spingendoci a girovagare inutilmente, in cerca di qualche oggetto che possa rivelarsi utile e talvolta mal indicati. Questo ci porta a giriovagare a caso fra una stanza e l’altra senza aver ben chiaro lo scopo di tale ricerca,
rischiando di finire spesso in game-over o in una delle tante bad-ending (
queste in parte utili ai fini della trama o dei collezionabili) buttando alle ortiche i progressi fatti e obbligandoci a ripartire da uno dei precedenti salvataggi (
effettuabili manualmente quando troverete delle candele)
Il nostro peregrinare all’interno della Heavenly Host ci porterà ad affrontare anche diverse mostruosità, dagli spiriti maligni che faranno di tutto per inseguirci senza lasciarci un attimo di respiro a mostri ben più minacciosi e corpulenti, pronti a farci a pezzi con un singolo colpo di ascia. I nostri protagonisti potranno fare affidamento principalmente sulle nostre abilità, in quanto non avendo armi a disposizione, l’unico modo per salvarsi sarà quello di fuggire e nascondersi all’interno di alcuni armadietti. In questo abbozzo di meccaniche stealth, dovremo tenere sott’occhio un indicatore che ci avviserà quando il nemico sarà nei paraggi e quando invece la strada sarà libera, consentendoci di proseguire l’esplorazione. A nostro vantaggio potremo utilizzare dei talismani che sarà possibile trovare sparsi qua e là nella scuola e che si attiveranno da soli se verremo attaccati, sconfiggendo in un colpo solo i nemici più deboli o rallentando quelli più resistenti.
Uno dei nemici che affronteremo ricorda Pyramid Head di Silent Hill
Heavenly Host è disseminata di trappole mortali che metteranno a dura prova la barra della salute (ripristinabile con delle bende) e dovremo stare ben attenti ad individuarle ed evitarle, nel caso dei detriti sparsi a terra, o disattivate come i fili invisibili che attiveranno a loro volta nuovi meccanismi letali, o ancora tentacoli che appariranno dal nulla e andranno ad influire sulla nostra sanità mentale (un valore non indicato a video se non per un filtro grafico). A complicare le cose ci sarà l’oscurità che renderà pressoché invisibili gli ostacoli sul nostro cammino. Fortunatamente ogni personaggio potrà fare affidamento su una torcia (o utilizzando il cellulare) per illuminare il proprio percorso. Anche qua le cose non sono semplici e dovremo sperare di trovare delle batterie per poter ricaricare la nostra fonte di luce, che una volta scaricata diventerà inutilizzabile, costringendoci a vagare nel buio totale.
Durante le nostre sessioni abbiamo sentito più e più volte la mancanza di una mappa (presente invece nei primi capitoli). Sebbene venendo dai precedenti episodi, la conoscenza della scuola (la cui pianta è rimasta quasi del tutto invariata) ci ha aiutato a dimenarci nel dedalo di corridoi, diventa un elemento che aggiunge confusione all’esplorazione (di per sé in più di un occasione abbastanza criptica) facendoci perdere tempo girando a vuoto in cerca del nostro obiettivo.
Corpse Party: Blood Drive si compone di 10 capitoli, che vi porteranno via all’incirca 20 ore per essere portati a termine. Ogni capitolo propone poi le già citate Wrong Ending, finali negativi che termineranno con l’inevitabile morte dei nostri protagonisti. È possibile poi allungare il tempo di gioco dedicandosi alla raccolta delle targhette dai corpi degli studenti deceduti all’interno della scuola, che serviranno per sbloccare diversi extra, così come i capitoli aggiuntivi, brevi storie che andranno ad espandere l’universo narrativo del gioco, facendo luce su alcuni argomenti o fatti che durante la storia vengono solamente accennati o non affrontati e che aiuteranno a comprendere al meglio tutta la vicenda.
La morte ti fa bella
Nonostante il passaggio alle 3 dimensioni, il feeling del passato resta inalterato
Sotto il profilo tecnico di troviamo di fronte ad una rivoluzione stilistica. Corpse Party nasce come progetto amatoriale grazie a
RPG Maker, e nelle varie versioni e remake del primo capitolo, il
suo stile retrò d’ispirazione 16-bit è stato uno degli elementi vincenti. Nonostante le ovvie limitazioni tecniche, il gioco riusciva a trasmettere al giocatore un buon senso di paura e ansia. Con Blood Drive la serie passa alla terza dimensione (
già avvenuto in realtà con Corpse Party 2, ma mai arrivato da noi) sfruttando l’ormai abusato engine di
Unity riproponendo Heavenly Host in un’inedita veste 3D.
A volte il design di alcuni elementi è piuttosto grottesco
Gran parte dell’avventura sarà vissuta con la stessa visuale dall’alto, lasciando inalterato il feeling del passato, mentre i personaggi saranno rappresentati con modelli tridimensionali dall’aspetto “chibi” (super deformed), che va un po’ a stridere con con le cupezza del gioco. Le ambientazioni, malgrado il fattore déjà-vu, appaiono in questa nuova versione ancora più lugubri e spaventose, grazie soprattutto a diversi dettagli animati e al sistema di illuminazione in tempo reale che crea giochi di ombre particolarmente riusciti, nei limiti delle possibilità offerte dal gioco (che resta comunque un progetto dal budget modesto). Pochi invece i nemici e i fantasmi che andremo ad affrontare, che verranno riproposti più volte con la stessa skin, così come alcuni mostri realizzati con uno stile a nostro avviso esagerato e grottesco.
Blood Drive è interamente doppiato, e presenta la sola traccia originale giapponese, così come avveniva nei due capitoli precedenti. I testi presenti invece saranno disponibili in lingua inglese, e vista la mole di dialoghi presenti (così come una difficoltà media del livello degli stessi) è consigliata una buona conoscenza della lingua per non incappare in difficoltà.
Buono il comparto sonoro, che per rendere al meglio, vi suggeriamo di affidarvi ad un paio di cuffie, per avere un’immersione totale nel gioco. Le musiche riescono a creare la giusta atmosfera, così come i rumori ambientali ci terranno sul chi va là per tutta l’avventura.
Verdetto
7 / 10
Le cesoie dove me le infilo (cit.)
Commento
Pro e Contro
✓ Atmosfera e storia ben riuscite
✓ Nuove dinamiche stealth
✓ Buona la sensazione di tensione che trasmette...
x ...anche se non riesce realmente a spaventare
x Esplorazione a tratti dispersiva
x Manca una mappa
x Alcuni elementi di design grotteschi
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