Starbreeze Studios decide di far leva sui nostri sentimenti più profondi con
Brothers: A Tale Of Two Sons, che ha festeggiato proprio ieri il suo secondo anniversario con il rilascio della nuova versione retail per
PlayStation 4 e
Xbox One. Il titolo era stato inizialmente rilasciato in esclusiva per
Xbox 360 nel 2013, ma ha ben presto raggiunto tutte le piattaforme della generazione passata, approdando nel giro di pochi mesi anche su
PC e
PlayStation 3. Il gioco è attualmente disponibile sui relativi Store delle piattaforme già citate per
€14,99 (
circa €19,90 per la versione retail), un prezzo all’apparenza altino se si considera la longevità effettiva di
Brothers; ma vi assicuro che il titolo vale ogni singolo centesimo.
Versione testata: PC
“Ah be’, cominciamo bene…”
Il primo impatto con Brothers è stato devastante.
Una delle mie migliori (
o peggiori?) abitudini è quella di approcciarsi a diversi titoli senza informarsi in maniera eccessiva, e senza leggere troppe opinioni sul gioco che andremo a provare. In una condizione del genere, il primo impatto con un titolo come
Brothers è stato a dir poco devastante: un ragazzino perde la madre durante un’escursione in barca perché incapace di nuotare e salvarla, restando soltanto con il fratello maggiore e il padre ammalato nel villaggio d’origine. I due fratelli accompagneranno il padre dall’anziano del villaggio, che dirà loro cosa fare per aiutare il genitore; inizia così la storia di
Brothers: A Tale Of Two Sons, un titolo in cui il giocatore dovrà controllare i due fratelli (
Naiee e Naia) nel tentativo di raggiungere una sorta di Albero della Vita, raccoglierne la linfa e riportarla al villaggio per salvare il loro padre.
La storia è scritta in maniera sensazionale.
La storia, seppur narrata con nient’altro che versi e immagini, è scritta in maniera sensazionale ed è sicuramente in grado di toccare il cuore dei giocatori fin dai primi minuti; tuttavia, prima ancora della storia, ciò che salta all’occhio nei primi istanti di
Brothers è senza dubbio il suo comparto tecnico. Tutto, in
Brothers, è estremamente pulito e splendido da vedere, con una cura per i dettagli e le ambientazioni che rasenta il maniacale: dal level design alle animazioni dei vari personaggi che incontreremo, il titolo presenta una raffinatezza artistica senza precedenti, con colori ed effetti di luce che si rifletteranno sull’ambiente in un modo che non riuscirete più a dimenticare. L’ottimizzazione del gioco, poi, costruito sul motore grafico Unreal Engine 3, non dovrebbe causare troppi problemi ai giocatori con delle macchine un po’ meno performanti, sebbene la quantità di opzioni grafiche a disposizione sia leggermente limitata. Il tutto, probabilmente, è reso ancora più semplice dalla leggerezza grafica di fondo del titolo di Starbreeze Studios, in grado di essere efficace anche con non troppi elementi a schermo.
Unico punto che lascia perplessi è la colonna sonora: sebbene particolarmente efficace nel contribuire all’atmosfera eterea/fantasy di fondo, infatti, la musica corale con toni nordici è risultata poco convincente in alcuni frangenti, anche se ha mostrato tutto il suo potenziale principalmente nel finale.
“C***o, ho sollevato il dito sbagliato!”
Controllare Naiee e Naia è facile come usare due levette analogiche contemporaneamente.
Il gioco prosegue placidamente tra un’ambientazione e l’altra alla ricerca dell’Albero della Vita, con un sistema di controllo che in molti definirebbero “innovativo”: guidare Naiee e Naia attraverso i livelli è semplice come utilizzare due levette analogiche contemporaneamente, ma richiede – com’è ovvio – un po’ di sincronia in più. Posto che stiate utilizzando un controller (
comunque richiesto per giocare il titolo su PC), la levetta sinistra ci permetterà di controllare Naia (
il fratello maggiore), mentre la levetta destra ci permetterà di controllare Naiee (
il fratello minore). Una semplice pressione dei grilletti dorsali ci permetterà di far compiere ai rispettivi personaggi qualunque tipo di azione, mentre i due “bumper” ci consentiranno di muovere la telecamera; tutto qui.
Tale sistema di controllo, che potrebbe apparire frustrante all’inizio, mette a dura prova la capacità di sincronia del cervello dei giocatori, ma viene sfruttato egregiamente con un sistema di puzzle e di esplorazione studiato chiaramente per integrare uno schema di controlli simile, che inizierà a diventare molto più agevole dopo la prima oretta di gioco. Tuttavia, sarà proprio a quel punto che le cose, all’interno del titolo, inizieranno a mutare: dopo un inizio lento (
possibilmente per permettere al giocatore di assestarsi),
Brothers catapulta violentemente chi gioca all’interno del mondo di gioco, che inizierà a farsi decisamente più grottesco e crudo di quanto non fosse in principio. L’immagine sottostante e la galleria in coda all’articolo dovrebbero essere sufficienti a dare un’idea di cosa
Brothers abbia in serbo per noi, ma è chiaro che le parti più mozzafiato del gioco potranno essere “vissute” pienamente soltanto giocandole con le proprie dita. Basti pensare al ruscello di sangue in movimento.
A un certo punto, tuttavia, nella trama succederà qualcosa di strano e inaspettato, un vero e proprio “turning point” che influenzerà lievemente il vostro cammino da quel momento in poi: e, a quel punto, forse fareste meglio a preparare un paio di fazzoletti.
O anche di più.
“No…”
Level design, ambientazioni ecc. non sono altro che un contorno per la splendida storia di Brothers
Giunti intorno alla metà del gioco, appare chiarissimo come tutto quello che va a comporre il “quadro” di
Brothers (
level-design, ambientazioni, musica, sistema di controlli, personaggi) non sia altro che un contorno per la splendida storia che gli sviluppatori sono riusciti a scrivere e a narrare senza far dire una singola parola ai personaggi. Per quanto le uniche parole “riconoscibili” dette dai protagonisti siano i loro rispettivi nomi quando si troveranno lontani o in pericolo, la trama scorre senza alcun problema per tutta la brevissima durata del gioco (
circa due ore, un po’ di più se vi fermate ad esplorare tutto), ed esplode in un finale che vi farà sperare fino all’ultimo di non essere costretti a vedere quello che sta succedendo su schermo.
Brothers colpisce senza pietà quando meno ve l’aspettate, e colpisce proprio dove è sicuro di far male: senza dubbio, i ragazzi di Starbreeze Studios sanno come scrivere una storia.
Il gioco dei “Feels”
Brothers è un’esperienza di gioco senza precedenti.
Brothers: A Tale Of Two Sons parte un po’ lento, ma si riprende verso la metà e rivela pienamente il suo scopo verso la fine, dispensando qualche singhiozzo e qualche verso di tenerezza qui e là durante lo svolgimento della trama. Tutto il gioco, seppur estremamente breve (
uno dei suoi pochissimi difetti), svolge in modo eccelso il suo compito in termini di grafica, level design, personaggi e persino ritmo di gioco (
iconica la scena in cui un gigante invisibile ci inseguirà attraverso un villaggio innevato), e tutti gli elementi del titolo si incastrano alla perfezione tra di loro per rendere
Brothers un’esperienza di gioco senza precedenti. E chi ha detto che un personaggio debba parlare, per avere carattere? La storia di Naiee e Naia vi terrà col fiato sospeso fino alla fine, facendovi affezionare ai due fratellini e al loro nobile viaggio nel tentativo di salvare il proprio padre dalla morte.
E, quando scorreranno i titoli di coda e voi vi ritroverete con gli occhi gonfi e un fazzoletto in mano, sono sicuro che sarete d’accordo con questa recensione.
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Verdetto
9 / 10
"Naia!!!" ; "Naiee!!!"
Commento
Pro e Contro
✓ Level design sensazionale
✓ Personaggi ben costruiti
✓ Storia estremamente ben scritta
✓ Finale devastante
✓ Colonna sonora efficace a tratti...
x ... Inefficace ad altri
x Bassissima longevità
x Bassa rigiocabilità (a meno che non vogliate piangere ancora)
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