Dopo un periodo di silenzio, la serie di
Onechanbara torna nuovamente in Europa dopo la sua ultima uscita su Wii con le avventure delle due sexy ammazza-zombie
Aya e
Saki. Accompagnate dalle due nuove protagoniste del capitolo mai arrivato in occidente, siamo pronti ad affrontare una nuova missione.
Onechanbara Z2: Chaos sbarca su
PlayStation 4 a partire dal 28 Agosto al prezzo di 39,99€.
E’ un gioco pulp, molto pulp, pure troppo
La storia è un’accozzaglia di situazioni nonsense e fanservice
Onechanbara Z2: Chaos ci narra di un antico conflitto fra due clan, quello dei
Baneful e i
Vampiric, che dovranno mettere da parte le rivalità che vanno avanti fin dalla notte dei tempi, per collaborare e cercare di contrastare una nuova minaccia che presto metterà in ginocchio l’intera umanità. La storia di Onechanbara prosegue così la tradizione dei precedenti capitoli proponendo un’accozzaglia di situazioni, spesso puramente nonsense o volte solamente a “valorizzare” l’aspetto erotico del gioco e il suo fanservice, facendo passare i vari eventi narrativi in secondo piano. Dove però la serie di
Tamsoft (
conosciuti ai più oggi per Senran Kagura) ha avuto un’evoluzione (
seppur nei limiti del concetto stesso) è nel gameplay.
Onechanbara Z2: Chaos riprende a grandi linee le basi della saga, quelle di un hack’n’slash senza troppi fronzoli, snellendone però la struttura e la legnosità, sia dei comandi che del gameplay, avvicinandosi timidamente a titoli del calibro di
Devil May Cry o
Bayonetta. Il paragone potrà sembrare forte, e infatti lo è, quindi va fatto subito un chiarimento:
Onechanbara non ha né le capacità, né la pretesa di volersi paragonare ad uno dei suddetti giochi. Va però anche detto che, fra i tanti problemi che lo affliggono (
che andremo ad analizzare tra poco) il gameplay è forse uno degli aspetti più riusciti.
E’ l’unico frutto dell’amor. E’ la banana, E’ la banana
il sistema di combattimento è il cuore centrale di Onechanbara
In Z2: Chaos controlleremo ben 4 personaggi,
Kagura e
Saaya, le protagoniste del precedente capitolo e
Aya e
Saki, volti storici della serie.
Le 4 ragazze potranno essere usate a turno, e scambiate in qualsiasi momento tramite la croce direzionale che effettuerà il passaggio di testimone in maniera rapida e continuativa, permettendo di non interrompere la combo in corso. Essendo un hack’n’slash l’enfasi si concentrerà tutta sull’azione e sul sistema di combattimento, cuore centrale di Onechanbara. Avremo quindi a disposizione due tipi di attacco, debole (
Quadrato) e potente (
Triangolo) che potranno essere concatenati per creare varie combinazioni. A questi due è possibile aggiungere una terza tipologia sfruttando l’arma secondaria (
Cerchio), che varierà gli effetti in base al personaggio usato, oppure effettuare salti (
X) per concentrarci su gli attacchi aerei. Durante la lotta dovremo anche stare attenti a non subire danni, soprattutto nel caso dei possenti boss di fine livello. Ecco che ci viene in aiuto una mossa evasiva (
R2) che ci consentirà di evitare il colpo, e che
se effettuata con il giusto tempismo ci ricompenserà con un rallenty dell’azione e favorirà il contrattacco.
Ritroviamo anche l’opzione per pulire le armi dal sangue, che si accumulerà sopra influenzandone le statistiche riducendo la nostra potenza. Basterà quindi la pressione di “L1” per effettuare il
Refresh, che la pulirà e la riporterà allo stato iniziale.
Sebbene molto simili fra loro nell’aspetto, ognuna delle ragazze vanterà uno stile di lotta unico e godrà di mosse speciali esclusive. Potremo quindi combattere utilizzando le spade, sia singolarmente che in accoppiata impugnandone una per mano, sfruttare una potente motosega, o concentrarci sulla lotta corpo a corpo. Ogni combattente potrà equipaggiare un massimo di due armi diverse, e potranno essere alternate in tempo reale mentre combatteremo, così da diversificare il nostro stile e mantenere attiva la combo. Il gameplay si arricchisce inoltre di due nuove possibilità. Avremo i
Q.T.K. (
Quick Time Kill), eventi a tempo che si attiveranno in determinate occasioni (
solitamente durante i nemici più grossi) e
che coinvolgeranno l’uso del touchpad del
Dual Shock 4, dove dovremo di ripetere le gesture che appariranno a video sfiorando il pad della console e provocando danni ingenti al nemico. In ultimo abbiamo le
Cool Combination e le
Ultimate Combination, entrambe regolate dal tempismo nella pressione dei tasti nelle sequenze d’attacco, dove porteranno le prime ad un aumento del danno e le altre faranno scambiare in nostro personaggio con uno in “panchina” che eseguirà una mossa finale.
Mate. Feed. Kill. Repeat.
la Cross Merge Combination permette di far scendere in campo tutte le nostre eroine
Il sistema di crescita è affidato alla raccolta di speciali sfere che verranno rilasciate non appena sconfiggeremo uno dei non morti. Raccogliendone il più possibile potremo acquistare nell’apposito menù nuove mosse, che aumenteranno quelle a disposizione nei set base, oppure armi o i
Ring, speciali oggetti che aumenteranno alcune caratteristiche fisiche e il cui effetto varierà in base al valore richiesto per essere comprato.
Come detto
il gameplay appare più profondo di quello che sembra ad un primo impatto e le possibilità offerte da Onechanbara si ampliano con le mosse speciali che è possibile utilizzare una volta caricate, come le mosse uniche, solitamente attacchi ad ampio raggio dalla breve durata. Più spettacolare quanto confusionaria invece la
Cross Merge Combination, che permette di far scendere in campo tutte le nostre eroine in una vera e propria orgia di sangue mandando in crisi la visibilità sul campo e trasformando il gioco nella sagra del button mashing. La Cross Merge Combination
si rivela un arma preziosa nelle situazioni più ostiche, come certi boss di fine livello o certi passaggi interminabili dove la becera potenza ha la meglio su qualsiasi altro fattore.
Troviamo infine le trasformazioni
Dare Drive e
Xtasy che donano alle ragazze una forza mostruosa, trasformandole in creature dalla potenza devastante difficili da fermare.
E ora passiamo alle note dolenti. Se il gameplay di Onechanbara ha subito cambiamenti nel corso del tempo rendendosi più godibile rispetto alle prime versioni,
continua a soffrire di gravi problemi sul fronte della telecamera e del sistema di puntamento, oltre ad un discutibile rilevamento delle collisioni con i nemici che permette di attaccarli anche quando saremo distanti da loro. Il lock-on però è il vero nemico di Onechanbara che unito alla telecamera virtuale ballerina,
creano un connubio letale quanto mai fastidioso obbligandoci a non utilizzare questa funzionalità e avvalendoci del controllo manuale della visuale.
Anche
la difficoltà anella momenti decisamente sottotono a picchi improvvisi e non giustificati che ci causeranno game over improvvisi. Questo però sembra non influire più di tanto sul sistema di valutazione che ci è sembrato fin troppo di manica larga, concedendoci la massima valutazione anche commettendo diversi errori.
Una volta completato (
basteranno poche ore per arrivare ai titoli di coda), Onechanbara offre qualche spunto per essere rigiocato, magari ai livelli di difficoltà più alti.
Per i completisti troviamo una serie di sfide interne che sbloccheranno nuovo materiale in game (
mosse, vestiti, ecc), così come alcune missioni extra da completare e confrontare i record con l’apposita classifica online.
Non manca nemmeno un’opzione per la personalizzazione delle protagoniste, migliorata rispetto ai precedenti capitoli e abbastanza “potente” da permettere una personalizzazione massiccia dei modelli 3D con vestiti e oggetti sbloccati nel corso del gioco.
Welcome back 2005
Un altro aspetto destabilizzante di Onechanbara è la sua grafica
Solitamente è uno degli elementi sulla quale riusciamo a sorpassedere in favore del gameplay, ma ogni tanto anche l’occhio vuole la sua parte. Una volta messo dentro PlayStation 4 ci troviamo di fronte ad un titolo che sembra rimasto ai tempi dei primi giochi(
brutti) della scorsa generazione:
ambientazioni spoglie, texture imbarazzanti e una modellazione che, oltre i modelli delle protagoniste (che sembrano per lo più manichini senza vita),
ha ben poco di cui vantarsi. Si salvano alcune animazioni, ma per il resto è bene stendere un velo pietoso. Unico appunto a favore del gioco che possiamo fare è la presenza non tanto della risoluzione a
1080p, quanto del frame rate solido e
stabile a 60fps, che almeno consente di godersi gli scontri senza ulteriori problemi di sorta.
Una situazione decisamente migliore sul piano sonoro, dove troviamo una soundtrack arricchita da da diversi brani cantati (
su tutti il tema principale e canzone d’apertura) e diverse tracce per lo più J-Rock, dove le metalliche schitarrate scandiranno le nostre lotte contro le orde di zombie.
Il gioco è completamente adattato nella sola lingua inglese, mentre per il doppiaggio troviamo l’immancabile opzione per abilitare quello originale giapponese, che in un titolo japan oriented come questo può essere solo che un surplus.
Verdetto
7 / 10
Ah quindi è li che si mette la banana?
Commento
Pro e Contro
✓ Sistema di combattimento "evoluto" negli anni
✓ Fanservice come se piovesse
✓ Prezzo budget
x Ancora problemi con telecamera e lock-on
x Graficamente imbarazzante
x Solo per i veri fan della serie
#LiveTheRebellion