Arriva su
PlayStation 4, dopo aver debuttato su
PC e
Xbox One,
Pneuma: Breath of Life un puzzle game in prima persona co-sviluppato da due giovani team indipendenti,
Deco Digital e
Bevel Studios. Scopriamo insieme questo particolare titolo, disponibile dal 7 Luglio su
PSN al prezzo di €14,99.
Versione testata: PlayStation 4
Pneuma che?
La parola Pneuma deriva dal greco e significa “soffio vitale”
La parola Pneuma deriva dal greco e significa “soffio vitale”. Partendo da questo concetto il gioco si sviluppa sulla “nascita” del protagonista del gioco,
Pneuma appunto, un personaggio per noi etereo in quanto lo percepiremo solamente attraverso la sua voce. Un essere misterioso, dalla parlantina svelta e spesso sagace, che inizia ad interrogarsi sulla sua natura, sullo scopo della sua vita, sul suo essere.
Si sente un Dio, anzi crede di esserlo, e in questo viaggio arriverà perfino a mettere in discussione la sua stessa esistenza o concetti come l’onnipotenza, quasi come se si trovasse ad una seduta di psicoanalisi.
Il viaggio del nostro protagonista sarà soprattutto interiore, con un escalation di emozioni che si concretizzeranno per merito di un interminabile monologo che ci farà compagnia durante il corso dell’avventura fino all’epilogo che ne segnerà il suo destino.
Mi manca l’aria
La difficoltà degli enigmi spesso è basilare
Il nostro scopo, sarà quello di guidare Pneuma alla scoperta di questo “nuovo mondo”, risolvendo una serie di puzzle ed enigmi, per lo più basati sullo spirito d’osservazione o sul tempismo. Ci troveremo a percorrere lunghi corridoi con stanze in successione dove difficilmente potremo uscire dai binari imposti dai programmatori. Arrivati alla porta che blocca l’accesso alla nuova area basterà guardarsi intorno per trovare degli elementi con i quali interagire e poter proseguire oltre: siano questi dei misteriosi occhi che ci osservano silenziosi, come se fossimo di fronte ad un ignoto “grande fratello” e ci permettono di attivare meccanismi con il nostro movimento, o interruttori più classici che sbloccheranno ponti o scale.
La difficoltà di questi enigmi spesso è basilare e non richiederà chissà quali abilità da parte del giocatore per poter essere superati. Di fondo però c’è un problema enorme che stona con la natura “enigmistica” del titolo.
Non ci si trova mai di fronte ad una sfida reale e, in più di un’occasione, alcuni enigmi non sono così chiari nella chiave di lettura, spingendo il giocatore ad andare a tentativi finché non succede qualcosa.
Pneuma è un titolo troppo sintetico, che si consuma nel giro di un paio d’ore, ed è forse questo aspetto che
lo salva in extremis dal diventare noioso a causa della facilità. Inoltre lascia pochi spazi alla rigiocabilità, giusto qualche stanza segreta da scoprire, dove risolvere alcuni enigmi extra o trovare dei collezionabili nascosti (
nemmeno troppo bene) qua e là nelle varie aree esplorabili, allungando di poco l’esperienza di gioco. Anche il prezzo, è al limite dell’accettabile, considerando che per lo stesso prezzo (
€14,99) sempre rimanendo nell’ambito degli indie è possibile trovare esperienze decisamente più durature e longeve.
Colonna o capitello?
L’aspetto puramente estetico di Pneuma è decisamente interessante
Pneuma: Breath of Life è mosso dall’
Unreal Engine 4 con risultati, almeno su Playstation 4 altalenanti sulle performance. L’aspetto puramente estetico di Pneuma è decisamente interessante. Non ambisce a mostrare i muscoli ma punta tutto sulla forma e la caratterizzazione delle ambientazioni, ispirandosi architettonicamente allo stile ellenico e romano, fra capitelli, marmi e finiture dorate, tanto da risultare kitch ed eccessivo. I vari ambienti si alterneranno fra sezioni al chiuso e zone più ampie esterne con giardini, con una buona varietà di situazioni e rendendo al meglio grazie al sistema di illuminazione. Purtroppo però se nei primi minuti, quello della creazione del mondo, ci faceva ben sperare, con soluzioni visive singolari, dopo poche stanze si assiste ad un omologazione grafica che non aiuta, facendo sembrare tutto abbastanza simile. Fatto sta che complessivamente la resa finale è buona, rovinata però da una mancata ottimizzazione, specialmente sul lato del frame rate che arranca durante i nostri spostamenti nel mondo del gioco. Come è stato per
The Vanishing Of Ethan Carter (anch’esso arrivato da poco su PS4), anche qua tutto sommato possiamo chiudere un occhio vista la natura del gioco, ma in generale i continui scatti rovinano in parte l’esperienza.
La colonna sonora, composta dall’artista inglese
Yakobo è prevalentemente una soundtrack ambient, che dona corpo all’avventura ma non ruba la scena ai monologhi di Pneuma, veri protagonisti del gioco che prendono “vita” grazie alla buona prova attoriale di
Jay Britton. Ovviamente, trattandosi di un titolo indie disponibile attraverso gli store digitali, troviamo unicamente il doppiaggio originale in lingua inglese, sottotitolato in un italiano che avrebbe bisogno di qualche revisione a causa di alcuni errori di adattamento.
Verdetto
7 / 10
Sei tu un Dio?
Commento
Pro e Contro
✓ Buona atmosfera
✓ La parte attoriale traina il gioco
✓ Alcuni puzzle ingegnosi...
x ...altri del tutto casuali
x Troppo corto e facile
x Qualche problema tecnico di troppo
#LiveTheRebellion