Recensione Massive Chalice

“Mio signore, i mostri sono alle porte!”

“…nessun problema, ho dalla mia l’infinita potenza dell’antico e gigantesco Calice per fermarli! Calice, quanto pensi ci vorrà per spazzare via quest’insulsa minaccia?”

“A occhio? Più o meno trecento anni… Se nel frattempo vuole qualcosa da leggere, mio signore…”

Spesso e volentieri il genere fantasy si è prestato al gameplay di titoli strategici, e generalmente è un’accoppiata considerata vincente. Ma cosa succederebbe ad introdurre una piccola variante come, ad esempio, l’eugenetica, alla ricetta? Quello che ci propone Double Fine con Massive Chalice prova a soddisfare questo dubbio, mettendoci nei panni di un Re (o Regina) immortale al comando di un’esercito di eroi, in una disperata lotta contro le forze demoniache, per dare il tempo all’antico artefatto dotato di doppia personalità di raccogliere tutta la sua potenza e porre fine alla minaccia una volta per tutte.

Un esperimento riuscito? Un fallimento del team del buon Tim Schafer? E’ quello che siamo andati a scoprire per voi.

I figli so’ piezz ‘e core…

L’essenza principale del gioco non è cosa nuova alla community di videogiocatori: da XCOM a Fire Emblem: Awakening, non mancano gli esempi di un titolo strategico nel quale abbiamo a che fare con eroi veri e propri anzichè generici truppini senza nome. Come in Awakening, inoltre, in Massive Chalice i nostri eroi potranno sposarsi, creare dinastie e generare una prole, oltre che combattere e mettere a rischio la propria vita sul campo di battaglia.

La premessa, peraltro, rende imprescindibile quest’alternanza generazionale: come verremo informati nella sequenza introduttiva dalle due personalità del Calice, quest’ultimo impiegherà circa tre secoli ad accumulare abbastanza potere arcano da cancellare l’invsione demoniaca dalla faccia del pianeta. Nel frattempo dovrà essere protetto, e in una sorta di mini tabellone da Risiko, fatto di varie aree, saremo chiamati a dover respingere le regolari incursioni nemiche, al comando di un manipolo di eroi. Tuttavia, mentre noi siamo immortali, il nostro popolo vive una vita normale che, in battaglia o per cause naturali, è destinata a finire prima o poi. Vedremo quindi i nostri valorosi eroi iniziali crescere sotto i nostri occhi (quasi letteralmente, con una barra del tempo che scorre in cima alla mappa globale, indicando gli eventi salienti), acquisire abilità, invecchiare e morire.

Trovare chi possa prenderne il posto in questi trecento anni di lotta, diventa quindi indispensabile, e il Calice stesso ci offrirà due possibili soluzioni: usare parte del suo potere per cercare nuovi potenziali eroi tra il popolo (una sorta di Cerebro mistico, ma senza bisogno di pelati paralitici a guidarlo), che però richiederà progressivamente sempre più tempo, sino a diventare praticamente inservibile, oppure creare casate eroiche e generare discendenti naturali.

In questo caso, anzichè affidarci al sistema di generazione totalmente casuale, potremo avere un maggior controllo sullo sviluppo delle nostre future armate, che non solo mescoleranno i tratti bonus materni e paterni, ma anche le classi dei genitori, dando vita a nuove combinazioni in grado di utilizzare abilità differenti. Mentre queste ultime sono fisse, i tratti sono tuttavia ereditati in maniera casuale, e può capitare frequentemente di mettere al comando di una casata un eroe (o eroina) dalle statistiche potenti ma con il vizio dell’alcool, accoppiarlo/la con un/a compagno/a dai riflessi rapidi ma dalla vitalità ridotta, e anzichè ritrovarsi con una macchina da guerra inarrestabile, scoprire dopo qualche anno di gioco di avere per le mani un alcoolizzato cardiopatico.

Se a questo aggiungiamo il fatto che per potersi riprodurre, un eroe deve essere rimosso permanentemente dal campo di battaglia, costirngendoci a sostituirlo o a indebolirci lasciando vacante il suo posto, abbiamo per le mani una componente di creazione a dir poco sadica. Tuttavia, l’altro lato della medaglia è che si tratta di una situazione abbastanza realistica e intuitiva, che non sfocia in complessi calcoli statistici come il breeding nella serie Pokémon.

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Giano Bifronte

In Massive Chalice, i nostri eroi raccolgono esperienza, si riproducono e muoiono, possibilmente in quest’ordine. Ma nel mezzo, a intervalli regolari, sono anche chiamati a respingere un nemico apparentemente invincibile, ma che preso a piccoli gruppi può subire pesanti sconfitte se affrontato con un manipolo di uomini e donne ben selezionati.

Proprio in questi scontri, il titolo di Double Fine da il meglio di sé, offrendo elementi di strategia a turni e un’ampia libertà d’azione. A seconda del nostro gruppo di eroi potremo tentare un approccio più di sotterfugio, tendendo imboscate e attaccando a distanza, o ancora caricare a testa bassa armati di arieti d’assedio, o utilizzare delle potenti misture alchemiche per generare esplosioni ad area. Oppure (molto più facilmente) mescolare eroi provenienti da varie classi, base o avanzate, per poter affrontare con più flessibilità le varie minacce.

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Tuttavia, data la natura regolare degli attacchi nemici, una volta terminato uno scontro dovremo attendere qualche tempo prima di poter accedere nuovamente alla battaglia, e in questo periodo saremo chiamati ad effettuare tutta una serie di scelte gestionali che ci consentiranno di potenziare i nostri eroi tra un attacco e l’altro.

Oltre alle già citate meccaniche di genetica ed ereditarietà, tra i poteri del calice avremo la possibilità di generare nuovi manieri (dove instaurare poi una nuova dinastia eroica), potenziare armi e armature, creare un’accademia in grado di velocizzare le ricerche, e persino generare oggetti magici e artefatti in grado di semplificarci la vita o salvarla ai nostri eroi sul campo di battaglia. Le ricerche richiedono però tempo, e sebbene potremo prendercene a volontà per meglio pianificare la nostra strategia, l’avanzamento dei progressi è legato allo scorrimento degli anni di gioco, costringendoci a far invecchiare anche i nostri eroi. Il controllo del flusso temporale, fortunatamente, è affidato al giocatore: non possiamo tornare indietro nel tempo, ma possiamo tranquillamente decidere di farlo scorrere più o meno velocemente, sino a metterene in pausa del tutto la progressione.

In aggiunta, di tanto in tanto il gioco ci metterà di fronte a dei dilemmi, di cui saremo chiamati a scegliere la soluzione, e che avranno effetti positivi o negativi sui nostri eroi: si passa dalla possibilità di dare da mangiare ad uno struzzo mistico, ed ottenere un bonus permanente alle statistiche dell’eroe che incontrerà questa creatura semidivina, all’essere costretti a scegliere (non senza una vena di crudeltà) tra far abortire un’eroina o rischiarne la morte di parto per mettere al mondo un nuovo eroe.

Tuttavia, mentre le due personalità del Calice ci allieteranno con una serie di divertenti siparietti di sottofondo, commenti e battute più o meno legate alla situazione corrente (su questo, Double Fine non delude), il resto delle sezioni gestionali risulta piuttosto piatto, e si riduce essenzialmente ad un dare direttive iniziali tra i vari menù, avviare lo scorrere del tempo, e sedersi con un sacchetto di pop-corn a guardare il nostro operato svilupparsi da solo sino al successivo scontro o evento degno di nota (in genere la morte di qualche eroe).

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Coro a due voci

Musicalmente parlando, Massive Chalice si compone di gradevoli pezzi strumentali d’ambiente, che non infastidiscono nemmeno a lungo andare (decisamente un vantaggio, visto che passeremo una buona metà del tempo ad osservare il peso delle nostre decisioni senza null’altro da fare), ma sono in grado di dare la giusta carica atmosferica durante le sezioni di combattimento.

La parte più corposa del comparto audio, tuttavia, è retta praticamente da sola dal doppiaggio, limtato alle voci delle due personalità del Calice. Sebbene infatti i nostri eroi suscitino un forte senso d’attaccamento, incoraggiato dal sistema di gioco che fornisce loro nomi, personalità e lascia al giocatore la possibilità di scoprirne o immaginarsene una storia durante i trecento anni di campagna, l’unico vero elemento fisso della storia, assieme all’immortale regnante, è il Calice stesso. Sebbene in situazioni differenti questa scelta potrebbe essere stata un azzardo, le voci di Anna Graves (Star Wars: The Clone Wars) e Simon Templeman (Dragon Age), associate agli script ricchi di humor di Double Fine sono risultate vincenti e in grado di lasciare un’impressione positiva per tutta la durata della campagna.

Purtroppo, nemmeno un buon comparto audio riesce completamente a riempire i lunghi periodi vuoti e i tempi morti del gioco, che resta altalenante praticamente per tutta la sua durata.

Verdetto
7 / 10
"Da quando in qua l'alcoolismo è ereditario?!"
Commento
Quello di Double Fine con Massive Chalice è sicuramente un interessante esperimento di strategia "verticale": mentre la maggior parte dei titoli strategici mette il giocatore davanti ad un obiettivo da raggiungere in un breve lasso di tempo, ma con a disposizione risorse, unità e strutture da piazzare in un ampio raggio spaziale, Massive Chalice ribalta questi concetti, fornendo uno spazio limitato e poche risorse, da far fruttare però all'interno di un range temporale di 300 anni. Il risultato è un genere di gameplay che può far storcere il naso ad alcuni, e che sicuramente non è adatto a tutti i palati, realizzato in maniera altalenante e con diversi tempi morti, ma che tuttavia riesce ad incuriosire quel tanto che basta da mantenere viva l'attenzione e l'interesse del giocatore, sino a rientrare in situazioni di gioco più "familiari". Sicuramente è un buon punto di partenza per sviluppare il concept, che peraltro non è del tutto nuovo all'industria videoludica recente (vedi i matrimoni in Fire Emblem: Awakening), ma che sino a questo momento non era stato sfruttato così a fondo come nel titolo Double Fine. Purtroppo, il gioco in sé risente di questa situazione altalenante, ad un passaggio costante da contenuti corposi a situazioni di magra totale, in cui il giocatore è ridotto a poco più di uno spettatore con un telecomando del videoregistratore in mano, dotato di due soli pulsanti: play e avanti veloce. Va bene la novità, va bene lo sviluppo piuttosto travagliato dell'idea, passata anche per una campagna Kickstarter comunque di successo, ma Massive Chalice suona molto come un buon antipasto che stuzzica l'appetito ma lascia ancora fame di qualcosa di più sostanzioso
Pro e Contro
Doppiaggio d'alta qualità
Concept strategico atipico ma gradevole
Buon compromesso tra breeding realistico e complessità

x Molti tempi morti
x Poche attività al di fuori degli scontri
x Troppi aspetti lasciati alla casualità

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