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I lavori di Bitmap Books sono eccezionali come sempre e non fa eccezione A Tale of Two Halves: The History of Football Video Games.

Non solo per la manifattura: con questo verde che ricorda un po’ il campo di calcio un po’ i tessuti delle maglie indossate dai giocatori, o anche il titolo incastonato in questo logo stile stemma  ricamato sulla copertina, o ancora la geniale idea di usare come segnalibro dei lacci di scarpe; Ma soprattutto per come hanno gestito quello che è un sottogenere di un genere (gli sportivi) difficile da incasellare.

È ovvio: calcio = FIFA, ormai è stampato nel cervello di qualsiasi giocatore e sembra quasi che il videogioco sul calcio si riduca tutto lì, in un gioco un po’ simulativo un po’ arcade dove o fai carriere allenatore con compravendite e compagnia bella, o scendi in campo con la tua squadra online o offline.

Certo, fa capolino tra gli hardcore gamer il nome di Football Manager, ma rimane quasi relegato nella società a un modo di intendere il videogioco complesso, difficile, non all’altezza dei grandi nomi come FIFA o PES.

Capita a volte che Football Manager venga trattato un po’ come la versione ridotta di FIFA e vi porto anche un esempio:

Sembra effettivamente un campo di calcio
Mio padre appassionato di calcio più volte nell’arco della mia infanzia/adolescenza ha provato ad avvicinarmi alla sua squadra del cuore: La Roma, e lo ha fatto usando una mia evidente passione: i videogiochi. Capitava quindi che all’uscita del nuovo FIFA si andasse al centro commerciale per comprarlo e spesso i due titoli erano affiancati sullo scaffale. Mentre lui andava diretto verso l’obiettivo io mi soffermavo spesso a leggere il retro delle scatole di Football Manager (forse in questo caso conviene specificare che la saga di Football Manager è più giovane rispetto a FIFA essendo il primo capitolo del 2004, ma io nato nel ‘96 non ho questa percezione essendo in quegli anni in piena età infantile/adolescenziale).

Mio padre, quindi, una volta capito che ero più interessato a quel gioco che quello che lui voleva acquistare, veniva da me e mi proponeva il ragionamento più semplice e genuino che si potesse mai fare: anche in FIFA puoi avere la tua squadra, fare le tattiche, il mercato e tutte quelle cose che ti piacciono e in più puoi giocare la partita e il tutto allo stesso prezzo.

E questo ragionamento è frutto di quello che vi ho scritto prima, di questo fortissimo bombardamento di marketing fatto da EA rispetto a SEGA e co e di come insieme all’ignoranza (in senso buono) nei confronti del linguaggio proprio del medium, porti a cancellare tutti i titoli che non siano FIFA o PES dalla memoria globale. E ci sta perché papà non poteva avere gli strumenti che ho io oggi per capire il motivo che mi fa ancora avere Football Manager sullo smartphone, e mi immagino solo quanto possa essere complesso riuscire a fare una cernita e una raccolta sensata di titoli che potrebbero tranquillamente fare la stessa fine di Keats: avere il loro nome scritto sull’acqua.

Bitmap Books c’è riuscita e lo ha fatto mettendo dei paletti ben precisi e uno fra tutti: deve aver portato un cambiamento importante nel genere e nella storia del medium

E non bastano cambiamenti come EA che perde i diritti e cambia il nome di FIFA in EA FC, perché quello è sì un cambiamento importante ma riguarda più il branding dell’azienda e le sue implicazioni sul mercato che la storia stessa del medium. E quindi paradossalmente FIFA c’è perché è importante eccome nella storia, ma è circondato da un museo di titoli famosi e sconosciuti, addirittura italiani visto che ci sta Football Drama di Open Lab S.R.L. E io sono troppo contento di aver potuto mettere le mani su questo oggetto che preserva la memoria di una di quelle passioni che non ammetterò mai di avere.

Perché io i giochi di calcio li ho giocati da sempre anche se il calcio mi ha fatto sempre schifo

Ma in Holly & Benji tutto è normale, anche il Giappone vince il mondiale…
Li giocavo al bar sugli arcade, li giocavo sul Nintendo DS in spiaggia, li giocavo sul mio primo computer assemblato con i miei. FIFA è stato uno dei motivi per il quale ho legato così tanto con mio fratello anche se mio fratello di sangue non è essendo il figlio del compagno di mia madre. Intere giornate passate con lui a cercare giocatori per l’unica squadra che piaceva a entrambi perché ci giocava Antonio Di Natale: l’Udinese. E io adesso con EA FC in qualche modo ci lavoro visto che sono colui che insieme al team di grafici di Infront Italy si occupa delle grafiche del circuito eSport della Serie A: eSerieA. E non potete immaginare gli occhi lucidi di mio fratello quando gli ho detto che sì, ero proprio io ad aver fatto quelle grafiche che lui aveva visto e apprezzato su Twitch.

Vuoi o non vuoi avere tra le mani questo libro è stato per me come vivere parte della mia storia fino ad oggi e per osmosi, pagina dopo pagina, quelle di mille giocatori appassionati o meno del calcio reale che hanno vissuto sulla loro pelle le emozioni di uno sport, digitale o meno, che, purtroppo mi tocca ammetterlo, nella sua semplicità ha cuore, grinta e riesce con un pallone e qualche colpo al momento giusto a fare goal nel cuore di milioni di spettatori/videogiocatori. 

Questo contributo è stato originariamente pubblicato come parte de La Voce della Ribellione, la newsletter di Gameromancer.

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