Premessa: sono cautamente ottimista. Nei vari thread che discutono il franchise horror di Konami gira un velo di negatività che, seppur in parte giustificato, alla lunga pesa sull’umore. Dal lato della “grande K” invece, è come fare un torto ad una persona e presentarsi 10 anni dopo con 5 regali. È comprensibile se di fronte non trovi subito la fiducia che cerchi.
La fiducia va guadagnata con i fatti, più che con le parole. Ed è forse qui che inciampa sul nascere questo tentativo di riaccendere la miccia su Silent Hill. Quarantacinque e rotti minuti di briciole, in cui l’unico vero boccone è stato l’annuncio bomba del remake di SH2. Annuncio comunque accolto molto tiepidamente dai fan. Vuoi che Bloober Team non ha un curriculum vitae immacolato, vuoi che Silent Hill 2 è un cult-classic che va toccato con le pinze. Fatto sta che la nebbia del dubbio permea l’aria intorno al lago Toluca.
Il progetto, comunque, sembra propriamente finanziato e posto sotto l’occhio vigile di Masahiro Ito ed Akira Yamaoka, due delle teste brillanti dietro al capitolo originale. E graficamente, vedere James aprire la porta del bagno di inizio gioco su una versione 1:1 in 4K dell’area circostante colpisce direttamente nella nostalgia, in senso positivo. Come dicevo, cautamente ottimista nonostante alcune scelte di dubbio gusto come il doppiaggio di impronta puramente “blockbuster americano con Jason Statham”.
2012
Esattamente 10 anni fa, l’IP ebbe una simile dose di titoli cross-media da vomitare in rapida sequenza sul pubblico. Sulla carta, 3 giochi ed un film nello span di un anno potevano decisamente essere motivo di celebrazioni per i fan. Suona familiare? Dovrebbe.
La campagna fu un disastro, con il rilascio di titoli come “Downpour”, “Book Of Memories” e la famigerata “HD Collection”. Ora, non ha senso entrare con soggettività nelle opere sopracitate, chi ne ha avuto a che fare saprà sicuramente tirare le proprie conclusioni. Oggettivamente però, tutto questo marasma di recensioni negative da giocatori e critica fu a tutti gli effetti l’inizio della fine per Silent Hill. La questione PT, qualche anno dopo, non fece altro che chiudere la bara. E meno parliamo del film, “Revelation”, meglio è.
È decisamente presto per comparare le due situazioni. Se non altro, Konami a sto giro sembra aver dato al franchise la giusta dose di attenzioni, finanziarie e a livello di personale addetto. Però è utile non dimenticare il passato, anche solo per temperare l’hype.
2022
Silent Hill: “2 Remake”, “Townfall”, “Ascension”, “F”. “Return To SIlent Hill”. Carne al fuoco ce n’è molta e con ogni titolo segue uno spunto di riflessione. Dall’esteticamente Giapponesissimo, anche se poco canonico con lo stile visivo della serie, SH: F fino alla proposta più peculiare, SH: Ascension. TW GIGANTESCO sul trailer di F: procedete con cautela se tripofobici. Esperienza personale.
I progetti sembrano tutti, a loro modo, promettere bene. Anche se serve chiedersi il senso di portare alla luce media che sembrano davvero indietro come cottura. Tant’è che tutto ciò che hanno potuto mostrare del film, “Return To Silent Hill”, sono storyboards e concept arts. Poco male, vista l’idea veramente carina di adattare la storia del secondo capitolo su pellicola, ed il ritorno di Cristophe Gans alla regia.
Poco da dire su Townfall, perché oltre al fatto che sarà gestito da Annapurna e sviluppato da No Code si sa davvero poco.
2023
Non ci resta dunque che aspettare, è inutile negare che le aspettative ci sono e sono alte. Il franchise è assopito da tempo ed anche solo la conferma che non abbiamo ancora una tomba su cui piangere è un sollievo. Forse certi IP dovrebbero restare sepolti, ma le aspettative salutari da fan della serie sono inevitabili e, sinceramente, ben accette.
Insomma, stiamo parlando del pasto principale dei rumors negli ultimi 5/6 anni. Stiamo parlando di un franchise su cui ha messo le mani Kojima, anche se per poco. E Kojima vuol dire visibilità. È innegabile che il concetto stesso di fanbase sia di per se prone alla tossicità, però è anche vero che c’è un motivo se ci leghiamo a qualcosa. Quel piccolo momento, quella canzone, quella bossfight che ci ha fatto affezionare. Non può collassare nel nome del tutto o niente.
Siamo portati a voler vedere che le cose abbiano tutto il successo del mondo, o in caso contrario falliscano miseramente. C’è un’autostrada, tra i due lembi, che non si percorre più. Come le strade martoriate in quel di Silent Hill. Basta ragionare ad estremi. C’è del positivo e del negativo in tutto, principalmente perché l’hype è negli occhi di chi guarda. Ed io, per una volta, voglio essere cautamente ottimista.
Qualsiasi cuore avesse questa città, ora si è fermato.Silent Hill Townfall
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