Uno dei lati più affascinanti della serie Shin Megami Tensei e dei suoi spinoff è sicuramente l’incredibile varietà di generi da essi coperti. Tra classici JRPG in prima o in terza persona, picchiaduro, strategici, action ecc. probabilmente potreste trovare in ogni caso sempre almeno un titolo che possa rispecchiare i vostri gusti, indipendentemente da quanti particolari essi siano.
L’unico problema, però, è che gran parte di questi videogiochi sono frammentati su console e regioni differenti, portandoli non solo spesso a raggiungere prezzi folli sui siti d’acquisto, ma anche creando barriere linguistiche non indifferenti.
Se a questo poi annunciano che una buona fetta della saga si è sviluppata negli anni ’90, capirete quanto complesso possa essere per un novizio approcciarvisi. Per fortuna, però, Atlus sembra essere interessata a portare su console moderne e PC vari titoli storici in futuro, cominciando negli anni scorsi con Catherine e Persona 4 Golden ed arrivando al presente con Shin Megami Tensei III: Nocturne.
Per questo, oggi vi proporrò un articolo con i titoli della serie che secondo me più meritano una seconda chance su piattaforme moderne. Saranno inclusi diversi titoli usciti solo in Giappone, ma non scriverò spoiler di alcun tipo, in modo tale da non rovinarvi la sorpresa in caso di un loro futuro ritorno.
Chiaramente questo articolo sarà interamente basato su mie opinioni da fan della saga, quindi siete liberissimi di dissentire. Prima di cominciare, comunque, vi spiegherò giusto quali criteri ho utilizzato per scegliere ciascun titolo. Nel caso non vi interessi, siete liberissimi di saltare alla sezione successiva.
Innanzitutto, ho dato priorità ai titoli che ritengo interessanti ma che non sono mai giunti ufficialmente in Occidente. L’unico modo con cui potrete recuperarli al momento sarà tramite traduzioni non ufficiali, spesso tra l’altro vecchie anche di 20 anni e quindi datate.
Se a ciò aggiungiamo anche il mio aver prediletto titoli usciti solo su una piattaforma, capirete bene il motivo per cui non troverete in questa lista Persona 3. Il primo Persona diretto da Hashino ha infatti ricevuto già multiple riedizioni ed è arrivato su 2 console diverse anche in Occidente.
Sono assolutamente d’accordo con chi dice che non sarebbe male vederlo riproposto in futuro, anche se servirebbe un remake parecchio pesante sotto molti punti di vista, ma rispetto a questi altri titoli, secondo me, ha decisamente meno priorità.
Tra i giochi usciti solo su una console, tra l’altro, ho scelto quelli appartenenti a piattaforme più datate, poiché spesso saranno più difficili da recuperare e/o invecchiati male. Quindi i titoli per 3DS, per quanto alcuni siano tra i migliori della serie o comunque in generale validi, non saranno qui presenti.
Un’ultima cosa è che, per ogni sezione, saranno segnati multipli titoli, essendo o dipendenti l’uno dall’altro o avendo una qualche connessione che renderebbe la riproposizione di uno senza gli altri molto discutibile. Per questo motivo, pur essendoci a tutti gli effetti solo 7 sezioni, i titoli di cui parlerò saranno 15 (che sembrano tanti, ma sono solo una piccola parte della serie completa).
Ora che ho specificato tutto il necessario, possiamo cominciare con la lista effettiva.
Megami Tensei I e II / Kyuuyaku Megami Tensei
Primi storici due Megami Tensei usciti rispettivamente nel 1987 e nel 1989 in Giappone, sono considerabili a tutti gli effetti i nonni dell’intera serie.
Digital Devil Story: Megami Tensei Trilogia di novel scritta da Aya Nishitani e illustrata da Hiroyuki Kitazume tra il 1986 ed il 1988. Narra delle vicende dello studente Akemi Nakajima, il quale, per vendicarsi di alcuni bulli nella sua scuola, creerà un programma per evocare Loki ed altri demoni sulla Terra.
Megami Tensei I nacque come continuazione in chiave videoludica della seconda novel della serie Digital Devil Story: Megami Tensei, mantenendone diverse caratteristiche come personaggi e ambientazione. In netto contrasto, Megami Tensei II si distanzierà ampiamente dalla fonte originale, prendendo in considerazione alcuni dei suoi aspetti ma portando la storia in una direzione completamente nuova in un contesto post-apocalittico.
Non solo sono i primi titoli ad introdurre aspetti tipici di gran parte dei giochi mainline, come il dungeon crawling in prima persona e l’ampio cast di creature da reclutare ed affrontare, ma sarà grazie a loro che Atlus decise, nel 1992, di fare il balzo di qualità col primo Shin Megami Tensei.
Anche se il loro peso storico sulla serie è lampante, restano comunque molto difficili da usufruire al giorno d’oggi, non essendo a tutti gli effetti mai usciti dal Paese del Sol Levante. Tra l’altro, anche se sapeste parlare il giapponese, necessitereste comunque di un Famicom funzionante e delle due cartucce originali.
Ad onor di cronaca il primo è disponibile anche su Switch, ma richiederà l’acquisto del set 3 di DLC della Namcot Collection, oltre appunto della collection stessa.
Nel 1995 è poi uscito un remake di entrambi per Super Famicom con grafica e altri aspetti rinnovati chiamato Kyuuyaku Megami Tensei. Anche questo però non ha mai lasciato il Giappone, avendo quindi sempre gli stessi problemi di reperibilità degli altri due.
Una riproposizione di entrambi i titoli in chiave moderna non sarebbe quindi una cattiva idea, anche mantenendone la visuale in prima persona. Ci sarebbe sicuramente da pensare a problematiche non indifferenti, come il metodo per riuscire a trasporre lo stile originale senza snaturare l’opera, ma sicuramente non è un’operazione impossibile.
Avere un ipotetico remake di uno rispetto all’altro sarebbe possibile, ma sicuramente farebbe sembrare l’intera operazione incompleta, lasciandosi indietro un tassello estremamente importante per comprendere l’evoluzione del franchise.
Ci sono probabilità molto basse che questo possa mai avvenire, ma anche solo in onore della loro importanza storica, spero che prima o poi possano tornare disponibili anche per noi fan occidentali.
Shin Megami Tensei I, II e If…
Se Megami Tensei I e II proponevano una trasposizione molto abbozzata della visione di Atlus, con tanto potenziale ma anche evidenti limitazioni, il vero scoppio creativo della software house che definì la serie per come noi la conosciamo oggi fu il primo Shin Megami Tensei, rilasciato per Super Famicom.
Da lì in poi, il franchise ebbe un forte aumento di popolarità nel paese, portando allo sviluppo di vari spinoff e di un sequel, Shin Megami Tensei II. Gli asset di quest’ultimo vennero poi usati per creare una sorta di riproposizione di Shin Megami Tensei in chiave scolastica, un what if chiamato, appunto, Shin Megami Tensei If…, che getterà le basi per lo sviluppo della serie MegaTen al momento più famosa in assoluto, Persona.
Tutti e tre questi capitoli ebbero importanza colossale, quindi sorge a maggior ragione il dubbio sul perché non ci siano metodi ufficiali al momento per provarli al di fuori del Giappone. Ciascuno ha pure ricevuto diverse riedizioni, principalmente per PlayStation 1, Game Boy Advance e Nintendo Switch (servizio Online), ma nessuna di queste offre un’esperienza almeno in lingua inglese.
C’è stato un breve barlume di speranza quando, nel marzo del 2014, Shin Megami Tensei è stato rilasciato sullo store iOS completamente in inglese. Forse a seguito dello scarso successo dell’operazione, però, nessun altro capitolo principale per Super Famicom è arrivato sull’Apple Store, e nemmeno questo porting può essere più provato su dispositivi moderni non avendo ricevuto alcun tipo di supporto per versioni successive.
Ora siamo nel 2021 e tutto tace in merito. Come per Megami Tensei I e II, questi titoli sono fondamentali nella storia del franchise, e non poterli provare in alcun modo ufficiale è veramente un gigantesco peccato. Per i fan della serie chiaramente basterebbe un porting con localizzazione delle rispettive ultime versioni, però un’operazione del genere non creerebbe alcun tipo di appeal nel resto del pubblico (diciamocelo, tutti e 3 sono invecchiati abbastanza male).
Un remake quindi potrebbe essere la via corretta per approcciarli, magari puntando ad evidenziare la loro importanza nel contesto della serie, degli spinoff e dei JRPG in generale.
Si incapperebbe comunque negli stessi problemi presentati da eventuali remake dei già citati Megami Tensei I e II, quindi la difficoltà nel trasporre lo spirito dell’opera originale senza snaturarla eccessivamente. Trovando però il giusto equilibrio tra “vecchio” e “nuovo” forse Atlus ha qualche chance di fare un buon lavoro.
Majin Tensei I e II: Spiral Nemesis
Come avrete capito ormai arrivati a questo punto, ho molto rispetto per i MegaTen rilasciati su Famicom e Super Famicom, tanto da includerli quasi tutti in questa lista. I prossimi due infatti che per quanto mi riguarda meritano una seconda possibilità, non solo perché buoni fo per sé ma anche per l’esperimento interessante che rappresentano, sono i due Majin Tensei.
Per chi non lo sapesse, Majin Tensei è una serie spinoff di Shin Megami Tensei che ne conserva demoni, tematiche e il sistema di allineamento, portando però il tutto in un’atmosfera cyberpunk post-apocalittica con gameplay strategico.
Prima che i fan tra di voi se lo chiedano, sì, l’approccio strategico già è stato adottato da un’altra serie spinoff rilasciata successivamente, ovvero Devil Survivor. La discriminante tra le due, però, è che Devil Survivor ha un maggior focus su trama e personaggi, mentre Majin punta a dare un’esperienza quanto più vicina possibile agli originali Shin Megami Tensei.
Questo si traduce anche nella possibilità di evocare e muovere direttamente i propri demoni sulla mappa, invece che spostarli in “gruppi” come con i protagonisti nello spinoff per Nintendo DS.
Purtroppo, come abbiamo già visto dai titoli precedenti, non hanno avuto alcuna possibilità di esser portati fuori dal Giappone, ed anzi non hanno nemmeno ricevuto ulteriori riedizioni al di fuori di quella originale per Super Famicom. Il massimo di supporto che gli è stato dato è su Wii e Wii U con la versione per Virtual Console, ma a parte questo nulla.
Forse il motivo per cui è stata dimenticata come serie è da attribuire a Ronde, un titolo uscito per Sega Saturn che pur non essendo collegato a Majin ne condivideva le meccaniche base di gameplay. Questo titolo è infatti ritenuto tra i maggiori insuccessi dell’intera serie, sia per quanto riguarda la qualità visiva di per sé che per le vendite, causando, dopo il rilascio della sua demo, un’ondata impressionante di cancellazioni di preordini.
Chiaramente non è detto che sia stato per forza questo flop a causare la sparizione della serie dai radar, potrebbe anche esser semplicemente stata la volontà di Atlus di spostarsi su altri progetti. Fatto sta che adesso, nel 2021, un titolo simile lo vedrei molto bene, anche visto il successo di altri strategici con fattori da JRPG come Fire Emblem.
Può essere un nuovo titolo oppure un remake, comunque mi interesserebbe vedere questo concept sfruttato appieno.
Devil Summoner
Nel 2012, su 3DS, Atlus rilasciò un certo titolo misterioso chiamato Devil Summoner: Soul Hackers. Questo aveva storia, personaggi e musiche accattivanti, ma un gameplay che sembrava effettivamente appartenere ad un’altra era.
C’è un motivo a tutto questo: Soul Hacker su 3DS non era altro che un remake non troppo approfondito dell’omonimo titolo rilasciato per la prima volta nel 1997 su Sega Saturn. Questo non era mai uscito dal Giappone, quindi con la sua release in Occidente nel 2013 venne reso disponibile per la prima volta a tutti i fan della serie.
A causa di questo, però, non molti sanno che Soul Hackers era solo il secondo titolo di una nuova serie spinoff. Esiste infatti un primo titolo, con ambientazione più contemporanea ma mantenendo lo stesso mood generale e la prospettiva in prima persona, chiamato solo Devil Summoner.
Nonostante le trame non siano così profondamente legate, non richiedendo quindi di giocare uno prima dell’altro per comprendere meglio le vicende, diversi elementi riproposti dal prequel sono stati completamente persi. Il che è un peccato, specie se consideriamo che Devil Summoner ha ricevuto una seconda riedizione per PlayStation Portable, anch’essa però mai rilasciata qua.
Per questo motivo, rivederlo in futuro come remake con magari tracce musicali riregistrate, grafica rinnovata e gameplay modernizzato sarebbe un ottimo modo per preservarne la memoria. Non necessariamente chiederei anche un remake di Soul Hackers, essendo la sua ultima edizione occidentale relativamente recente, ma di certo non disprezzerei.
Curiosamente, questo titolo non presenta nemmeno una traduzione fanmade al momento, quindi è per noi fan occidentali completamente irreperibile (a meno che non vogliate giocare l’originale giapponese con uno script inglese, cosa che onestamente non vi consiglio).
Revelations: Persona, Persona 2: Innocent Sin e Persona 2: Eternal Punishment
Gran parte degli appassionati della saga di Persona sapranno sicuramente dei 3 titoli principali diretti da Katsura Hashino e delle tematiche su cui vertono ciascuno di loro.
Forse a causa della difficoltà nel recuperarli, oppure per il loro gameplay datato, non sono però altrettanti quelli che possono dire anche solo di sapere quali siano i capitoli precedenti, ovvero Megami Ibunroku Persona (qui conosciuto come Revelations: Persona), Persona 2: Innocent Sin e Persona 2: Eternal Punishment.
Tutti questi vennero rilasciati originariamente su PlayStation 1 tra il 1996 ed il 2000, ed oltre a gettare le basi per l’intera serie di spinoff, mantenendo l’ambientazione scolastica proposta da If…, presentano anche trama e cast che fanno impallidire i titoli successivi (specialmente i due Persona 2).
Mancavano di certo di alcuni degli aspetti determinanti dei capitoli più fortunati della serie, come Social Link e il sistema del calendario, ma possono comunque offrire tutt’ora un’esperienza notevole per chiunque ci si volesse avvicinare.
Chiaramente, il motivo per cui sono così oscuri ai più sta principalmente nella loro distribuzione in Occidente. Su PlayStation 1 uscirono dal Giappone solo il primo capitolo e Eternal Punishment, mossa molto discutibile visto che quest’ultimo è sequel diretto di Innocent Sin. In sua assenza, quindi, molti avvenimenti e tutti gli antefatti sono in gran parte incomprensibili.
Venne fatto un secondo tentativo per portarli qua con le edizioni per PlayStation Portable, ma anche stavolta solo parzialmente. Ecco quindi che arrivarono Persona 1 (col nome Shin Megami Tensei: Persona) e Innocent Sin, ma non Eternal Punishment. In Giappone il remake di quest’ultimo venne rilasciato, ma a causa delle vendite deludenti del prequel, si optò per non rischiare e saltare in toto la localizzazione.
Avendo comunque una PSP o una PlayStation Vita potrete recuperarli tutti e 3 dallo store, solo che giusto i primi due saranno un minimo rinnovati, mentre il terzo sarà evidentemente peggio invecchiato essendo la versione non modificata per PS1.
Inutile dire che vedere questi capitoli fondamentali della serie così tanto bistrattati sia un peccato enorme, specialmente perché avrebbero ancora qualcosa da dire ed insegnare pure ai capitoli nuovi, specialmente sul lato della scrittura. Un loro remake effettivo, quindi, sarebbe utile per permettere a chiunque di approcciarvisi per la prima volta, e non posso far altro che sperare in un’operazione simile col 25esimo anniversario della serie alle porte.
Digital Devil Saga 1 e 2
Lasciamoci ora un attimo alle spalle la quinta generazione ed entriamo a capofitto in era PlayStation 2. Avendo già escluso Persona 3 per ragioni già spiegate in precedenza e Persona 4 per ovvissimi motivi (remaster recente), restano comunque 4 titoli universalmente sottovalutati, nonostante l’immenso valore che rappresentano.
I primi due sono Digital Devil Saga 1 e 2. Ambientati nel tetro mondo del Junkyard, narrano delle vicende degli Embryon, una delle 6 tribù che si contendono il controllo completo del territorio. A seguito della comparsa di un misterioso uovo sul campo di battaglia, però, vengono tutti trasformati in ibridi tra uomini e demoni.
A differenza del Mezzo-diavolo, però, questa loro condizione sarà meno controllabile, e richiederà il consumo costante di nemici per esser tenuta sotto controllo. Poco dopo questo sfortunato evento, verranno avvertiti del fatto che la guerra per la sopravvivenza è iniziata, e l’unico modo che avranno per uscirne vivi sarà divorare i loro nemici ed ascendere nel misterioso Nirvana.
Oltre all’inedita ambientazione ed al focus sulla trama, più curata rispetto al solito ma del tutto lineare, ciò che li distingue rispetto agli Shin Megami Tensei classici sarà il sistema di gioco. Non saranno infatti presenti demoni da reclutare, potrete solo controllare 3 personaggi alla volta e cambiare strategicamente tra la loro forma umana e quella demoniaca.
Se poi vi è piaciuto il sistema dei Magatama di Nocturne, qui torna una meccanica molto simile per la progressione dei personaggi, ma maggiormente legata ad un vero e proprio albero delle abilità.
Questi due particolari titoli della serie mi stanno molto a cuore, principalmente perché rappresentano uno dei pochi casi in cui Atlus è riuscita con successo a creare una storia coerente e interessante dall’inizio alla fine, dandole pure il giusto peso durante tutto il suo svolgimento.
Un altro motivo non meno importante, però, sono le tracce musicali dei due titoli, probabilmente tra i migliori lavori che Shoji Meguro abbia mai fatto in tutti i suoi anni di carriera per la software house giapponese.
Ora che Nocturne ha aperto le danze per una riproposizione dei titoli di generazione PlayStation 2, mi aspetto che questi siano almeno tra le remaster più gettonate in arrivo in futuro, sperando che quantomeno facciano un lavoro migliore stavolta. L’ideale sarebbe averli in un unico bundle, essendo a tutti gli effetti una storia unica spezzata in due più che due capitoli a sé stanti, però mi accontenterei anche di averli separati se mantenuti a un prezzo ragionevole.
Devil Summoner: Raidou Kuzunoha 1 e 2
Scrivendo questo articolo mi sto rendendo conto di quanto Atlus un tempo fosse estremamente più incline a sperimentare su più generi diversi, ed è un po’ un peccato che al giorno d’oggi, salvo riedizioni, non sembra volersi più prendere azzardi simili (escluse eccezioni).
Quali titoli per rappresentare meglio questo se non i due Devil Summoner: Raidou Kuzunoha, prequel di Devil Summoner ambientati nei primi anni del XX secolo in Giappone (il loro nome completo è Devil Summoner: Raidou Kuzunoha vs. The Soulless Army e Devil Summoner 2: Raidou Kuzunoha vs. King Abaddon). Nonostante infatti riprendano dal primo titolo della serie spinoff il concetto di avere come protagonista un membro della famiglia Kuzunoha, opteranno per un gameplay puramente action.
Questo significa che non esisteranno turni effettivi, ma piuttosto iniziare una battaglia comporterà l’entrare in piccoli stage con i propri demoni, nei quali si potranno sfruttare abilità e combo per abbattere tutti i nemici presenti.
Di recente Atlus ha riesplorato il genere facendosi aiutare da Koei Tecmo con Persona 5 Strikers, ma un po’ manca avere delle vere e proprie saghe con stile simile ma diversi personaggi, ambientazioni e storie. Per questo motivo, oltre chiaramente a dei remake che svecchino per bene il loro gameplay (specialmente del primo), spererei anche in un ipotetico sequel.
Non deve nemmeno essere necessariamente incentrato su Raidou, ma può coprire uno degli altri due rami della famiglia Kuzunoha ancora non esplorati (anche se, in questo caso, non si parlerebbe di sequel, ma proprio di giochi diversi con ambientazione comune).
Vedremo cosa Atlus potrà avere in serbo per i fan di questa serie, però anche solo per rendere disponibile il secondo capitolo in Europa varrebbe la pena riproporlo su console moderne.
L’importanza della memoria storica
Shin Megami Tensei e i suoi spinoff hanno un potenziale enorme in quanto a serie, e il grande interesse generato negli ultimi anni, specialmente grazie a Persona, potrebbe aiutare considerevolmente la saga. Nonostante sia importante che Atlus punti sempre di più ad espanderla con nuovi titoli, dare giusto tributo alle sue vecchie glorie potrebbe permettere a più persone di scoprirne la genesi.
Per questo motivo, spero che nei prossimi anni Atlus e Sega puntino maggiormente al proprio pubblico internazionale anche portando quegli innumerevoli pezzi di storia al momento a noi mancanti, garantendone anche la sopravvivenza della memoria storica.
L’operazione cominciata con Catherine e ora in avanzamento con Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster ha davvero il potenziale di portare finalmente l’azienda al boom che direttori storici come Koji Okada desideravano, ma se sfruttata male rischia veramente di essere un altro gigantesco buco nell’acqua.
Nel frattempo, comunque, mi tengo speranzoso per il prossimo E3, sperando che la software house finalmente inizi a comprendere quanto il suo passato valga. Chi lo sa, potrebbe essere utile per capire come migliorarsi in futuro dopotutto.
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