Nella bozza della legge finanziaria 2021 il governo ha introdotto un fondo destinato alle PMI Creative e dentro ci ha messo anche i videogiochi.
Lo potrebbe canticchiare il Premier Giuseppe Conte insieme a tutto il Consiglio dei Ministri subito dopo aver pubblicato la bozza della nuova legge di bilancio. Perchè dopo il First Playable Fund di maggio, ora arriva un altro fondo destinato (anche) alle aziende che sviluppano i videogiochi. Questo significa che l’anno prossimo vedremo piovere titoli tripla A made in Italy? Ovviamente le cose non sono mai così semplici, soprattutto in un Paese come il nostro, ancora molto indietro -anche come mentalità- rispetto alle altre nazioni europee e non solo. Tuttavia, chi vi scrive crede che ci siano alcune considerazioni davvero importanti da fare.
“Fuori la politica dai videogiochi!” È una frase che si sente fin troppo spesso. È anche una frase profondamente sbagliata. Perchè anche se pensiamo che i videogiochi siano un momento di evasione dal mondo reale e ci diano qualche ora lontano dai pensieri di tutti i giorni, nella pratica il mondo reale (e la politica) ha effetto su come pensiamo, produciamo e ci rapportiamo ai videogiochi. O anche solo semplicemente come li vede vostra zia Anita che non ha mai preso in mano un gamepad. In questo caso, però, siamo su un terreno ancora più specifico. Ovvero di come viene intesa la produzione di videogiochi nel nostro Paese.A proposito di bilancio… Chissà se le vendite delle due console permetteranno di tenere in attivo il bilancio di Sony e Microsoft.
Cos’è la legge di bilancio citata all’inizio di questo articolo? In realtà parliamo di due leggi diverse: una è la Legge di Bilancio, l’altra è la Finanziaria detta anche Legge di Stabilità. Da qualche anno queste due leggi sono state accorpate in una sola, quindi adesso i tre termini sono praticamente sinonimi. La legge di bilancio, come dice il nome stesso, è il bilancio dello Stato. Entrate, uscite, spese, introiti. Insomma, È quel testo che chiarisce quanto l’Italia ha speso e quanto ha incassato. Perchè sì, anche gli stati, come le aziende, devono fare i conti e tenerli in ordine, in modo da non fallire. La finanziaria, invece, è la legge con cui si regola la politica economica. Cioè quella con cui si dice quanto, come e dove si spenderanno i soldi che lo Stato incassa con le tasse e con i prestiti. Cioè, alla fin fine un Paese è come una grande famiglia. In ogni casa serve qualcuno che tenga i conti enormi, stando attenti che tra rate del mutuo, della macchina e spese varie non si superi il totale dello stipendio. E magari riuscire anche a mettere da parte i soldi per comprare la PlayStation 5 (al contrario di chi vi scrive, che la next-gen la vedrà nel duemilamai, ndr). Comunque, qui trovate il testo integrale che il governo ha pubblicato l’altro ieri.Ai fini delle disposizioni del presente articolo, si intende per “settore creativo”, il settore che comprende tutte le attività dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo, all’editoria, alla radio, alle arti visive, alla comunicazione e alla pubblicità.Bozza Legge di Bilancio 2021, Art. 18, comma 4.ùQuesto significa, in buona sostanza, che lo sviluppo di videogiochi è stato equiparato per la prima volta in Italia alle produzioni artistiche di vario genere. Il videgioco diventa pari al cinema e al patrimonio culturale. Chi ha scritto questa legge sta sostanzialmente dicendo che riconosce il valore artistico e creativo del videogioco e mette le aziende che sviluppano videogames sullo stesso piano degli studi cinematografici. Qualcuno potrà pensare in maniera un po’ ingenua che si tratti di qualcosa da poco, ma non è così. Se per noi che siamo nati e cresciuti con il pad alla mano sembra normale dare importanza -anche artistica- ai videogiochi, lo stesso non si può dire per la politica. Basti pensare a tutte le volte che il videogame viene additato come la causa di ogni violenza o atto di cronaca nera. Il fatto che il vidoegioco sia stato inserito in maniera così specifica all’interno di una legge importante come la finanziaria è un riconoscimento ufficiale e importantissimo all’intero settore. È, come dire, ufficiale.
Noi videogiocatori arranchiamo, come sempre. Aggrappati con le unghie e con i denti a queste piccole conquiste.
#LiveTheRebellion