Isadora Basile, responsabile ufficiale del canale YouTube di Xbox Brasil, è stata licenziata da Microsoft qualche giorno fa. Attraverso un tweet, Basile comunica di essere stata vittima di insulti da parte di una buona fetta di utenti da quando, a settembre, annunciò di aver iniziato a lavorare per Microsoft. La rabbia dei follower di Xbox BR ha travolto la giovane conduttrice, ritenuta non abbastanza esperta di videogiochi e non “degna” di ricoprire quel ruolo.
Basile ha parlato addirittura di aver ricevuto minacce di morte e stupro. Nonostante il licenziamento, la ragazza ha difeso Microsoft, sostenendo di aver ricevuto tutto il supporto necessario che l’azienda potesse fornirle. Inoltre, ha ribadito che il suo amore per Xbox/Microsoft sarebbe continuato come sempre.
Sembra quindi che Microsoft l’abbia “tolta di mezzo”, in comune accordo con lei, per proteggerla dal fiume di insulti che la tormentava. E forse non solo dagli insulti. Nel caso non lo sapeste, il Brasile del buon vecchio Bolsonaro si vanta di essere il paese latinoamericano con il tasso più alto di linciaggi. Un conto sono le minacce di un ragazzino di sedici anni, un altro è se quel ragazzino si presenta a casa tua insieme ai suo dieci amichetti, picchettando un bastone sul palmo della mano.
Nonostante la decisone di Microsoft di licenziare la Basile sia comprensibile, si tratta pur sempre di una “non” decisione. L’azienda decide di nascondere il problema e andare avanti per la sua strada, non prendendo nessuna posizione sulla vicenda. Non una critica alla tossicità della comunità maschile (perché di quella si tratta) e non una parola sull’evidente sessismo che dilaga tra i videogiocatori. E se lo può permettere. D’altronde, Microsoft si rivolge a un pubblico a cui non importa se una ragazza viene mandata a casa o meno, dopotutto ne può trovare altre su Pornhub.
Se Isadora Basile è stata licenziata è anche colpa nostra
Se stai leggendo questo articolo è molto probabile che tu sia un maschio. Non è un caso, è risaputo che siano più i maschietti a giocare ai videogiochi rispetto alle donzelle, forse per questo le ragazze ci sembrano degli intrusi. Al giorno d’oggi, il mercato videoludico non parla alle femmine, o quantomeno, parla con loro il minimo indispensabile. Le videogiocatrici sono troppo poche per essere prese veramente in considerazione e il marketing dei colossi del videogioco rimane largamente fallocentrico (giustamente, visto che vogliono tirar su due soldi). Questo, però, non legittima nessuno a far passare in sordina insulti e molestie.
Microsoft rimane in silenzio e se lo può permettere, perché i suoi utenti siamo noi: i videogiocatori medi, prevalentemente maschi. Le fiche ancora non giocano – per dirla alla Gameromancer – e di questo argomento se n’è parlato e se ne parlerà a lungo. Ad oggi, non sono il target principale di nessuna grossa casa di produzione. Tuttavia, non è ammissibile che una ragazza venga licenziata per essere “protetta” da uno sciame di videogiocatori urlanti e che la risposta dell’utente medio sia “Vabbè, l’accordo è stato preso di comune accordo. Hanno ragione, la volevano tutelare.“.
Noi siamo i classici tizi che badano al loro orticello: ce ne laviamo le mani e, mentre ci grattiamo il sottopalla, scorriamo la home di Facebook col pollice, cercando la nuova notizia da condividere con gli amici. Microsoft fa la stessa cosa (però fa i soldi).
Noi siamo i classici tizi che badano al loro orticello. Microsoft fa la stessa cosa (però fa i soldi).
Molestie fantastiche e dove trovarle
Breve ripasso: Basile, nel tweet pubblicato, riporta di aver ricevuto molestie, minacce di stupro e di morte da parte della community a causa della sua “incompetenza”. Se al posto suo ci fosse stato un giovane ragazzo, avrebbe ricevuto le stesse minacce? Di morte forse sì, ma di stupro sarebbe stato strano. Pare la solita retorica, ma purtroppo c’è ancora bisogno di rimarcare che minacce di questo tipo costituiscono una vera e propria molestia sessuale. E le molestie che prendono di mira le donne non sono nuove nel mercato videoludico.
Qualche mese fa, l’autore di videogiochi Chris Avellone è stato accusato di molestie sessuali. Karissa, la donna che l’ha accusato, ha riportato in un tweet di avere zero rispetto per l’autore videoludico. Ha sostenuto, sempre nello stesso tweet, che Avellone fosse un dongiovanni senza scrupoli, che non si faceva problemi a spingere giovani ragazze a bere per poi approfittarsi di loro. In seguito, sono stati pubblicati sms di Avellone che riportavano frasi molto poco professionali e sessiste, anche molto volgari. Se volete approfondire la vicenda, troverete i tweet in questo articolo. Nel caso le accuse siano fondate, si tratta di un comportamento inaccettabile che non può non essere condannato.
Negli stessi mesi, anche Ubisoft si è data da fare. Tre dei suoi dirigenti si sono dimessi in seguito alle indagini interne promosse dall’azienda per fare luce su numerose accuse di molestie sessuali. Guillemot, uno dei padri fondatori del gruppo francese, ha ammesso che “Ubisoft non è stata in grado di garantire ai suoi dipendenti un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo”.
Un ambiente di lavoro sicuro ed inclusivo dovrebbe essere la normalità. Tuttavia, non tutte le aziende videoludiche sono in grado di garantirlo. Pensate che Microsoft ha addirittura preferito licenziare una sua giovane dipendente, piuttosto che prendere una posizione e difenderla apertamente dalle minacce. Assurdo, no?
D'altronde, Microsoft si rivolge a un pubblico a cui non importa se una ragazza viene mandata a casa o meno, dopotutto ne può trovare altre su Pornhub
Un mercato per maschietti
Esistono tanti mercati che si rivolgono prevalentemente ai maschietti, quello dei videogiochi è uno. Un altro, molto più in voga al giorno d’oggi, è quello dei porno.
Per alcuni aspetti, il mercato dei porno e quello dei videogiochi si somigliano: essendo entrambi rivolti ad un pubblico principalmente maschile, condividono l’obiettivo comune di ignorare l’utenza femminile. Così come i videogiochi, i porno non parlano alle donne. Non ne hanno bisogno. Anche se, per fortuna, qualcosa sta cambiando. Grazie alle nuove generazioni si sta sempre di più sdoganando la sessualità e si punta sempre di più ad un pubblico più vasto che includa tutti i generi e i sessi. C’è, però, ancora molta strada da fare…
Ovviamente è giusto che un’industria si rivolga ai suoi clienti preferiti. Però non può trascurare completamente il resto della sua utenza. Sono anni che Mia Khalifa, ora 27enne, chiede la rimozione dei suoi video da Pornhub e Bang Bros, e ovviamente i due colossi dell’industria porno non accennano ad eliminarli. Questo è possibile solo perché quei video hanno ancora un corposo pubblico di ragazzetti e omaccioni (e forse anche qualche donna) che li guardano quotidianamente.
Dovremmo renderci conto che l’industria videoludica è sessista anche perché noi non siamo ancora pronti a denunciare fatti di questo tipo. E per “noi” intendo sia maschi che femmine. Ora prendetevi una pausa e riflettete, perché se non cambiamo noi, non cambierà un cazzo.
Isadora Basile è stata licenziata anche per causa tua
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