Le imprese di Pokémon GO per il sociale non sembrano avere un limite. Il pupillo di casa Niantic Inc. è sempre stato tra i principali promotori del benessere della persona, fisico e psicologico, e ce lo ha dimostrato più volte. Permettendo, ad esempio, ai giocatori di fruirne normalmente durante la quarantena, reimmaginandosi completamente per andare incontro all’obbligo di stare in casa. Con non poche difficoltà, questo è certo: tra incompatibilità di nuovi telefoni e bug vari l’azienda padre di Pokémon GO ne ha passate di cotte e di crude. E anche i giocatori, s’intende.
Uno degli ultimi, titanici sforzi dei developer ha visto concretizzarsi la Realtà Integrata – o Reality Blending – una funzione in arrivo nel prossimo futuro che permette alla AR+ di far scomparire le creature dietro gli oggetti reali. Nel pratico, insomma, far scomparire dalla vista un Pikachu quando corre dietro un muro, e farlo riapparire all’estremità opposta – proprio come se fosse nel nostro mondo. Nella stessa sede sono stati svelati piani ben più grandi, grazie ai quali piccole aziende e imprese avrebbero potuto intraprendere una partnership con la stessa Niantic. Si tratta quindi di località in-game “sponsorizzate” (Pokéstop e palestre), con immagine e descrizione personalizzabili dall’azienda di riferimento.
Sembra figo. Ma chi è a beneficiarne davvero?
Per gli sviluppatoriNiantic Creator Program mette a disposizione gli strumenti di Niantic agli sviluppatori individuali o gruppi. La software house decide poi di finanziare quelli che ritiene più validi e necessitano di aiuti in tal senso.
Con il discorso fatto fin qui è chiaro che non possiamo raccontarci la favoletta del colosso benefattore. Stando a queste premesse sembrerebbe che chiunque possa fare richiesta – anche, che so, una gelateria. Ho chiamato Niantic “colosso”, ma a paragonarlo ad altri è un pesce molto piccolo: è chiaro dunque che non possa essere possibile per tutti fare richiesta di partnership. La generosità della software house non può dunque che essere limitata a quelle realtà medie o grandi, che vogliano farsi un po’ di pubblicità.
Ma il “colosso” è molto più generoso di quel che sembra, se non bastasse a provarlo Creator Program, il programma per sviluppatori già da tempo attivo. Il potere di Niantic è molto limitato, e non comprende l’onnipresenza o il motherlode. Tuttavia può contare su qualcosa che forse è ancora più potente: i giocatori. Così il crowdsourcing Niantic lancia una nuova call to action alla sua più grande fonte di forza (sempre i giocatori), per aiutare aziende e imprese locali tramite Pokémon GO.
Come funzionano i due programmi?
Il contributo dei giocatori è partito da Ingress, il primogenito Niantic di cui forse non si è sentito parlare molto – eclissato dal fratello minore praticamente al lancio dello stesso. Se nel primo si potevano proporre punti di interesse direttamente dentro il gioco in Pokémon GO questo non è possibile. Arriva, quindi, Wayfarer – la piattaforma esterna dove i giocatori possono proporre punti di interesse o valutare quelli proposti da altri. È una piattaforma molto impegnata nella causa, che segue regole ferree e richiede il superamento di un mini test iniziale di ammissione (sì, si può essere bocciati e bisogna attendere settimane per riprovare). Grazie a Wayfarer la mappa di gioco è mutata a vista d’occhio, con l’arrivo di nuovi punti di interesse e l’upgrade di molti dei vecchi.
L’Iniziativa per il Recupero delle Imprese Locali è un’evoluzione di questo programma, attiva attualmente solo in alcuni Paesi e che aiuta le aziende in difficoltà tramite il contributo dei giocatori (o si propone di farlo). Ogni giocatore può nominare un’impresa, e Niantic le esaminerà scegliendone infine 1000 a cui allargare la sponsorizzazione. Questo prevede non solo la creazione di un Pokéstop o palestra sponsorizzato, ma anche l’attivazione di offerte e campagne promozionali in cooperazione con quel business. Il programma, in poche parole, è un punto di incontro tra la normale partnership Niantic&imprese e la nomination di PDI via Wayfarer.
Wizards Forces Unite: quelle dei giocatori e delle imprese.
Abbiamo affrontato un periodo sicuramente buio nella storia dell’umanità, una pandemia che ci ha costretto dentro casa per mesi e mesi. Per molti è stato difficile non impazzire, abituati alla sfrenata vita sociale, mentre per altri l’unica differenza dallo status quo è stata l’incombente virus all’esterno. Di fronte ad un arresto economico quasi totale solo chi poteva lavorare da casa ha continuato a contribuire, e l’industria dei videogiochi non si è tirata indietro. Le motivazioni più disparate l’hanno spinta all’azione: la noia degli internati, il sacrificio degli operatori sanitari, il sostegno al Black Lives Matter dalle reazioni più disparate.
Niantic nel suo piccolo ha fatto di tutto. Non si possono ignorare le difficoltà di percorso, certo, ma nemmeno i successi – e la software house ce l’ha messa tutta. Impegnata nel sociale dal day one ha fatto breccia nei cuori dei giocatori in un modo o nell’altro: si è fatta conoscere, poi è passata ad un bonario attivismo. Dalle iniziative per la Giornata della Terra alla creazione di nuovi PDI, fino alle call to action per la mappatura del mondo di Pokémon GO e per l’aiuto alle piccole imprese. Proprio questo è il sottile ma cruciale dettaglio che distingue Niantic dallo stereotipico produttore di giochini gacha: una call to action. Tutti i problemi dei loro giochi ci fanno arrabbiare, ma dovremmo ignorare un producer quando cerca di aprirci gli occhi? Quando ci chiede una mano per sostenere il nostro territorio e il pianeta in cui viviamo?
Il messaggio è che uniti, ce la faremo.
Possiamo riprenderci dalla difficoltà, possiamo avere il futuro in mano nostra, ma tutto deve partire da noi. Da te, anzi: tu, giocatore oltre lo schermo di un telefono, tu individuo che vive in questo mondo. Questo gioco ti aiuta a socializzare se hai difficoltà, ti apre al mondo – ma devi accorgerti che qualcuno è in difficoltà. Il nostro mondo, le aziende che lo popolano lo sono. Non sei l’unico a poterlo salvare, ma di certo il tuo contributo è essenziale. Niantic qualcosa sa farlo bene: attingere al potenziale delgiocatore, riunirlo ai suoi simili e spingerci tutti insieme a creare un mondo migliore.
L’Italia manca ancora all’appello per il Recupero delle Imprese Locali. Attiriamo l’attenzione, condividendo sui social #GOItaly.
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