Le tecnologie virtuali dei videogiochi in chirurgia.
Di realtà virtuale e aumentata sentiamo parlare spesso nei videogiochi, e le due finalmente si uniscono per un aiuto in chirurgia. Non fa solo ben sperare per il nostro futuro: rende orgogliosi sapere che i connazionali non si tirano indietro. Spesso non viene loro riconosciuta troppa fiducia. In medicina, infatti, le notizie parlano spesso di malasanità, e anche in campo videoludico semplicemente non facciamo troppo parlare di noi. Oppure facciamo sparlare, dondolando quindi da un estremo all’altro.
Ma ecco che arrivano grandi passi in avanti. Alla faccia di quella malasanità che ci affligge, ora abbiamo la chirurgia 4.0 in realtà aumentata. Con degli occhiali 3D si può studiare l’anatomia del paziente, capire come muoversi e pianificare. Una chirurgia nuova fatta di linee tratteggiate in realtà aumentata e modelli anatomici olografici, tutte tecnologie virtuali che forse non ci saremmo mai sognati di veder utilizzate.
Quindi la realtà aumentata, nata per l’intrattenimento, sfocia nella chirurgia – un campo in cui può essere utile per davvero. Si è partiti da un computer, generando immagini virtuali il più fedeli possibile alla realtà per spararle in un casco con due lenti. Un tipo di realtà in cui console da gaming e PC sono pionieri e sperimentatori allo stesso tempo, migliorandosi senza sosta e gettando fuori nuove idee – da immersive esperienze horror a stanze di disegno digitali.
Arriva la Mixed Reality Surgery, un ibrido tra chirurgia e videogiochi.
All’esterno del casco, ovviamente, resta sempre la nostra realtà. In molti hanno sfruttato l’occasione sui canali YouTube, perché i propri spettatori potessero divertirsi a guardarli giocare. Rendere il racconto ancora più immersivo è facile: un telone verde, cui sovrapporre in digitale le immagini di gameplay. Et voilà, il giocatore sembra davvero all’interno del gioco. Ecco a voi la realtà ibrida. Non solo videogiochi, ma anche chirurgia tramite tecnologie virtuali quasi da film fantascientifico – e senza telo verde.
Ma ci pensate? Sembra una notizia scopiazzata da Heavy Rain – cambiata in qualche virgola, così non si capisce che è copiata. Anni fa avevo l’hype a novemila e oltre, quando pensavo che nel futuro avremmo potuto avere degli occhiali che ci mostravano cose in più rispetto a quanto già vedevamo di natura. Il fallimento dei Google Glass, quindi, non l’ho preso poi tanto bene.
Forse però era semplicemente troppo presto. Infatti, nel 2020, si passa dagli esperimenti di Google, Niantic e addirittura Mojang per l’intrattenimento agli esperimenti veri e propri. Dai videogiochi i caschi di realtà aumentata passano alla chirurgia, per visualizzare delle informazioni in più sul paziente che possono rivelarsi cruciali. Per la sala operatoria in realtà ibrida non serve lo schermo verde: ora la mixed reality surgery, o chirurgia in realtà ibrida, ci mostra tutto a colpo d’occhio.
Insomma, la chirurgia plasmata su due realtà riesce a renderle una.
L’Italia segue a ruota le sperimentazioni in campo mixed reality surgery, a qualche anno di distanza dal primato ma con eccellenti risultati. La chirurgia si evolve, trascinando a forza due realtà virtuali di tipo differente per ottenere una versione aumentata della nostra. Niente teloni verdi, telecamere, illuminazione stroboscopica (beh, forse quella sì). Il puro e semplice mondo reale, con in più una guida scritta per come muoversi.
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