Il ruolo della musica è di grande importanza nei videogiochi. Storia e tecniche di gioco sono ovviamente le basi, ma si muovono di pari passo ad una colonna sonora ad-hoc, originale o non. In molti anni di gaming ne abbiamo sentite parecchie, dalle più stonate a quelle drammatiche, ad altre dal ritmo incalzante. In ogni caso la musica ha avuto un ruolo preponderante perché i videogiochi lasciassero in noi un segno.
Di esempi se ne possono trovare a camionate. Pensate per iniziare al recentissimo Death Stranding, dove un’atmosfera volutamente silenziosa viene accompagnata nei momenti clue da una colonna sonora non originale adattata al mood del momento. Anche gli eroi di Undertale venivano accompagnati da una colonna sonora originale a bit che ha fatto la storia, e già che ne parliamo il suo sviluppatore Toby Fox non passa inosservato anche in Pokémon Spada e Scudo. Inutile nasconderlo, tutte le falle del gioco ce le siamo dimenticate unendoci al pubblico della lotta contro il Campione nella standing ovation finale.
World of Tres, Assassin’s Creed Symphony sono solo due nomi della categoria. È di non poca importanza che la musica sappia coinvolgere nei videogiochi chi sta dall’altro lato. Scegliendo accuratamente le note si colpiscono le emozioni, cullando il giocatore in una ninna nanna che non dimenticherà facilmente. È così che la musica esce dallo schermo e raggiunge il palcoscenico, facendo anche conoscere i videogiochi nel mondo. Ci arrabbiamo perché i Pokémon non sono ancora doppiati, forse senza renderci conto che la vera voce del gioco è più spesso la colonna sonora, che sa anche mischiarsi agli elementi del mondo di gioco come in Breath of the Wild. Ce lo dicono un po’ in ogni salsa: per una volta, zitti e ascoltate. Se i Backstreet Boys di casa Square Enix non sputavano un attimo, tra battute su Prompto e constatazioni sul tempo, Sam ce lo sbatte proprio in faccia. Forse per renderci davvero conto di che ruolo abbia la musica nei nostri videogiochi non abbiamo molte alternative.
Non riuscirò mai a smettere di ripeterlo: a Galar ho lottato contro il Campione battendo le mani tra una mossa e l’altra. Nessuna parola: soltanto una ola, qualche applauso e uno stadio gremito di spettatori renderizzati male i tre quarti del tempo a fare il tifo. Come accade nelle orchestre sinfoniche di Kingdom Hearts, originali o non nelle colonne sonore le parole non sono essenziali. Bastano le note giuste per raggiungere le emozioni.
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