Guido Avitabile

Speciale Dragon Ball GT, è davvero così brutto?

Sette nuove sfere del drago, viaggi nello spazio, personaggi dimenticati, e fusioni improponibili. Questo in poche parole Dragon Ball GT.

Il nostro viaggio nell’universo animato di Dragon Ball, dopo aver  rivisto la serie originale e Z, non poteva farsi mancare la tappa dedicata a Dragon Ball GT, oramai fuori dal canone ma ricordato ancora da molti come la fine dell’universo di Toriyama.
Sebbene il buon Akira di GT abbia curato ben poco, tra cui per l’appunto le lettere a fianco a quello che ormai è un marchio riconosciuto da praticamente ogni essere vivente in tutte le galassie (GT sta per Grand Touring), affidando tutto il resto a Toei e alla storia scritta da Izumi Todo.
In molti ricordano negativamente questa terza serie dedicata a Goku e soci, ma è davvero tutto da buttare? Con la programmazione settimanale di Dragon Ball Super da gustarsi in attesa di Dragon Ball FighterZ, saremo stati in grado di rivalutare  quanto successo nei sessantaquattro episodi del 2001 (1996-1997 in Giappone)?

La storia continua
Sono passati cinque anni dal finale di Dragon Ball Z, in cui Goku prese come suo discepolo e apprendista la reincarnazione di Majin Bu, il giovane Ub, e la galassia sembra essere finalmente in pace. Esistono però altre sette sfere del drago, create dal Supremo (Kami)  prima di dividersi da Al Satan (Il Grande Mago Piccolo) e stranamente nessuno fino ad ora ne aveva mai sentito parlare, nessuno tranne Pilaf, che visivamente invecchiato decide  che è arrivato il momento di prendere il controllo della terra: il piano ovviamente fallisce perchè Goku entra nella sala, e lo sfortunato dittatore chiede per sbaglio allo Shenron Rosso di ringiovanire il Saiyan.
Goku torna bambino, le sfere si disperdono, e Pilaf rimane un’altra volta a becco asciutto.  Ma c’è di più,  invece di sparpagliarsi per la  terra, i nuovi oggetti magici finiscono nelle quattro galassie e , se non verranno recuperate entro un anno, distruggeranno il pianeta su cui sono state usate. Questo costringe lo stesso Goku, Trunks e la piccola Pan a partire per un viaggio nello spazio che li porterà non solo a conoscere e sfidare nuovi personaggi, ma anche a risvegliare un antica rivalità, e a dare il via a questa nuova serie.

Oltre il primo arco iniziale, che serve solo a portare al risveglio di Baby, Dragon Ball GT non si prende alcuna pausa tra un nemico e l’altro, gli episodi riempitivi ci sono sì, ma portano alla minaccia successiva, sempre  meno convincente man mano che si raggiunge la sessantaquattresima puntata. Inoltre in GT vengono completamente accantonati alcuni personaggi (Goten),  altri decidono dal nulla di sacrificarsi e di non tornare in vita (Piccolo), per essere utili nel regno degli inferi nella saga successiva, altri ancora si rivelano ancora più stupidi (Kaiohshin che perde Goku nello spazio-gioco mentre si teletrasporta) per avere un pretesto per introdurne altri ancora più inutili (Suguru).

Livello Quattro e ciò che ne consegue
Dragon Ball non poteva proseguire senza nuovi power up e trasformazioni, e GT non ne è ovviamente escluso: oltre alla riunione tra Bu e Ub (niente di nuovo, dopo aver assistito a Kami e Piccolo) abbiamo ovviamente due nuove forme per Goku, lo scimmione dorato (Oozaru) e il Super Saiyan di Quarto Livello che ne consegue.

Sorvolando sul design di questa nuova pelosa forma, che può piacere o meno, questo nuovo stadio del Super Saiyan è pieno di stranezze e incertezze.

Goku si fa estrarre la coda in uno dei malsani allenamenti di Kaiohshin il Sommo, poi si trasforma in Oozaru e, una volta acquistata la ragione grazie a Pan, raggiunge la nuova forma. Questa è talmente forte che se ne frega del desiderio di Shenron, ridando a Goku il suo aspetto adulto, in via temporanea. Baby in seguito, nel corpo di Vegeta, userà un macchinario creato da Bulma per forzare la trasformazione in Oozaru d’oro, ma senza aver bisogno della coda, stessa cosa farà Vegeta sul finire della serie.
Analizzando poi gli scontri con protagonista il Super Saiyan di Quarto Livello, ci troviamo di fronte ad una forma  che sembra sprecare meno energia del livello precedente, ma che, in un modo o nell’altro finisce sempre per dipendere dai propri alleati per ricaricarsi e  soprattutto continua a farsi esplodere (ben due volte senza risultati in entrambi i casi). Ad ulteriore riprova della poca chiarezza della forma e di quanto ne consuma, Gogeta è talmente potente che la fusione può durare solo dieci minuti (contro i trenta iniziali) sciogliendosi sul momento più bello dello scontro.
Inoltre, escluso Baby, gli altri due grandi nemici di GT vengono sconfitti da Goku bambino, rendendo ancora più scandalosa questa nuova forma.

 

Non tutti i cattivi possono essere riusciti
C’è qualcosa che si salva in Dragon Ball GT, e lo abbiamo anche già nominato, la saga di Baby nel complesso funziona, e la serie nella sua interezza riesce ancora a essere abbastanza digeribile, anche grazie al limitato numero di episodi. Sebbene durino molto meno, anche gli scontri con Super C-17 e coi draghi malvagi si possono considerare sufficienti, soprattutto se paragonati ad altri cattivi minori, come il generale Lilde, mutante(?) al servizio del creatore di Baby, che mette in difficoltà Goku pur avendo meno tempo a schermo di Pilaf, per poi venire sconfitto in un battito di ciglia (e tornare solo per prendere a calci Gohan che si è dimenticato l’allenamento con Kaiohshin). Lo stesso accade ad una stragrande maggioranza degli avversari di GT, vincolati spesso ad un massimo di due episodi e privi della caratterizzazione vista nelle serie precedenti.

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Chiudiamo questa esamina analizzando l’edizione proposta da Yamato Video e Koch Media, ancora una volta  solo in DVD e  con sottotitoli basati sull’adattamento italiano.  Come al solito nulla da sindacare sulle voci italiche, ultima occasione per sentire Torrisi come Goku, mentre l’adattamento della serie soffre degli stessi errori delle precedenti, con termini diversi, dialoghi semplificati e presenti anche quando la scena in originale è silenziosa. Ma l’edizione di Dragon Ball GT fa anche peggio: se la qualità DVD di Z era già sottotono,  l’ultima serie sembra registrata dalla trasmissione televisiva rendendo i cofanetti un vero e proprio spreco. Inoltre,  è pubblicizzata la  presenza delle anticipazioni in giapponese per le puntate successive (presenti già nella serie originale e in Z) quando invece così non è.
Per questi motivi non riusciamo a consigliarvi l’acquisto di  Dragon Ball GT, a meno che non vogliate affiancare i cofanetti a quelli delle altre serie, nonostante la cancellazione dal canone della serie di Todo. 

 

  • Regista: Osamu Kasai
  • Formato: Edizione limitata
  • Regione: Regione 2 (Ulteriori informazioni su Formati DVD.)
  • Numero di dischi: 13
  • Studio: Koch Media
  • Data versione DVD: 17 nov. 2017

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