Ci siamo, questo Venerdì torneremo finalmente ad impersonare Samus Aran, la cacciatrice di taglie di Nintendo assente ormai da troppi anni dalle nostre console (fatta esclusione per il cameo in Federation Force o per la presenza  in Super Smash Bros.). Metroid: Samus Returns è un remake del secondo capitolo, uscito durante l’era Game Boy, e tirato a lucido da Mercury Steam sotto la supervisione di Sakamoto. Dato che qui su I Love Videogames ci piace fare le liste, abbiamo  guardato nelle nostre librerie (fisiche e digitali) e  l’offerta era più ricca di quanto sembrasse tra la foresta di Ori e i lottatori messicani di Guacamelee, abbiamo trovato dieci Metroidvania che potreste giocare aspettando il ritorno di Samus, cinque tripla a e cinque indipendenti.

Super Metroid
Non si può parlare di Metroidvania senza citare uno dei più importanti pilastri del genere, quel Super Metroid che nel 1994 raccoglieva l’eredità dei due precedenti titoli del franchise e consegnava ai posteri l’avventura più iconica della cacciatrice di taglie galattica Samus Aran. Super Metroid ci porta di nuovo sul pianeta Zebes, ad affrontare la rediviva minaccia dei Pirati Spaziali codificando quegli elementi che sarebbero diventati caratteristici dell’intero genere: l’esplorazione e la crescita del personaggio. Lo Zebes di Super Metroid è molto di verso da quello del primo seminale Metroid, non più una sorta di labirinto ludico fatto di porte e corridoi tutti uguali, ma un mondo vivo e pulsante, ricco di segreti e minacce. L’atmosfera di Super Metroid è protagonista del gioco tanto e forse più di Samus stessa, complici una colonna sonora magistrale ed inquietante ed una caratterizzazione unica delle forme di vita aliene presenti nel gioco, ostili e non. Oltre che nella sua versione originale su Super Nintendo, Super Metroid è acquistabile anche in forma digitale sugli eShop di Wii, Wii U e New 3DS, e sarà presente tra i giochi della microconsole Super Nintendo Entertainment System Classic Mini, in uscita a fine mese

Castlevania: Symphony of the Night
La seconda metà del termine Metroidvania deriva letteralmente dal nome della serie Konami Castlevania. I primi Castlevania, però, erano degli action game a scorrimento piuttosto lineari, senza quelle caratteristiche di esplorazione e backtracking che sono così importanti per definire un Metroidvania. Fu Symphony of the Night, uscito nel 1997 su PlayStation a cambiare tutto. Koji Higarashi, che prese in mano la direzione della serie proprio con questo capitolo, si ispirò a titoli come The Legend of Zelda e Super Metroid nel realizzare un unico ambiente esplorabile, con aree inizialmente irraggiungibili che si sarebbero rese disponibili al giocatore gradualmente con l’acquisizione di nuove abilità. In un epoca in cui i giochi in grafica poligonale erano la next big thing, Symphony of the Night mostrava tutti i muscoli di PlayStation nel gestire una veste bidimensionale senza precendenti, che ad essere onesti è invecchiata incredibilmente bene. Oltre alla release originale su PlayStation e ad un mediocre port su Sega Saturn, il titolo è acquistabile digitalmente come PS one Classic su PS3 e PS Vita, titolo Xbox Arcade su Xbox 360 ed Xbox One ed è incluso in Castlevania: The Dracula X Chronicles per PSP come contenuto sbloccabile.

Metroid Fusion
Dopo 8 anni di assenza dalle scene Metroid fa il suo trionfale ritorno nel 2002 con una doppia uscita. Da un lato il monumentale Metroid Prime su GameCube che traghetta la serie nella terza dimensione, dall’altro Metroid Fusion su GameBoy Advance che continua la tradizione di Metroidvania bidimensionali. Fusion porta con se alcuni elementi di rottura come un inaspettato focus narrativo ed una struttura più lineare che in passato. Eppure è un titolo che funziona dannatamente bene, perché anche se indirizza sempre il giocatore verso la location successiva, sta a questi trovare il modo pratico di raggiungerla. Fusion è costellato di boss battle spettacolari ed impegnative e si fregia di un level design certosino, in cui ogni singola stanza od ambiente asserve ad uno scopo ben preciso: nulla è casuale, nulla è sprecato. Su tutto regna un’atmosfera quasi horror, con la costante minaccia dell’inarrestabile doppelganger alieno di Samus, Sa-X, che tormenta il giocatore come il Nemesis in Resident Evil 3. Metroid Fusion è disponibile su GBA e sulla virtual console di Wii U oltre che essere uno dei 10 titoli GBA del ambassador program per chi acquistò 3DS nei primi mesi di vita della console prima del taglio di prezzo.

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Castlevania: Aria of Sorrow
Come Metroid, anche Castlevania trova presto una seconda casa ideale in GameBoy Advance. Nel giro di pochi anni Koji Igarashi ed il suo team compiono un percorso di avvicinamento verso il Metroidvania perfetto che passa dai pur eccellenti Castlevania: Circle of the Moon e Castlevania: Harmony of Dissonance al vero e proprio capolavoro GBA della serie: Aria of Sorrow. Di uscita in uscita, pur conservando il gameplay e la struttura di SOTN, Konami reinventa sistemi secondari come la gestione delle armi e della crescita del personaggio, arrivando finalmente ad un titolo in grado di stare accanto al classico PlayStation senza invidiargli nulla. Aria of Sorrow è il primo Castlevania ad essere ambientato nel futuro e contribuisce a svecchiare le atmosfere della serie senza tradirne le origini ed il fascino gotico. Rilasciato originariamente nel 2003, nel 2006 riceve una rerelease all’interno del Castlevania: Double Pack, un’offerta ludica incredibile che proponeva sia Harmony of Dissonance che Aria of Sorrow in un’unica cartuccia GBA. È possibile recuperare AoS su console moderne grazie alla virtual console di Wii U.


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Castlevania: Dawn of Sorrow
Tre Castlevania ha prodotto Konami su GBA ed altrettanti ne ha rilasciati su Nintendo DS. Stavolta le cose sono andate un po diversamente: se il secondo titolo, Portrait of Ruin, iniziava a mostrare una certa stanchezza e formulaicità, ed il terzo, Order of Ecclesia, tentava con alterno successo di rimescolare le carte ritrovando la vena action degli esordi, è il primo, Dawn of Sorrow, a palesarsi come il più realizzato. Uscito nel 2005, DoS è un sequel diretto di Aria of Sorrow, ne riprende le idee ed i personaggi regalando una nuova grandissima avventura fatta di meccaniche RPG, esplorazione, atmosfere gotiche, eccezionali boss battle. Il level design risulta curato ancor più che nel predecessore, e le superiori potenzialità audiovisive di DS ci consegnano un titolo che ancor più di AoS è degno di stare a fianco delle leggende del genere. Unico punto negativo: l’assenza del character design di Ayami Kojima, sostituito da un generico e dimenticabilissimo look anime: non si può aver tutto dalla vita. Castlevania: Dawn of Sorrow è disponibile esclusivamente su Nintendo DS, ma può essere giocato anche su di una console 3DS sfruttando la retrocompatibilità.

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