Quando tornavi a casa di corsa dopo la fine delle lezioni, accendevi la TV e ti trovavi davanti la nuova puntata di Dragon Ball, o nel caso peggiore l’ennesima replica, eri pronto ad isolarti per i successivi venticinque minuti.

Continua  il nostro viaggio nella controparte animata della serie di Akira Toriyama, grazie ai cofanetti mensili editi da Koch Media e Yamato Video. Dopo aver analizzato l’infanzia e l’adolescenza di Goku coi due volumi della serie classica, è ora di crescere e menare le mani ancora di più con Dragon Ball Z, tra nuove razze, tecniche e viaggi planetari.

Al momento in cui vi propiniamo quest’analisi, su Amazon è già disponibile anche il secondo volume, ai soliti 33,99 €, di cui speriamo potervi parlare in un prossimo futuro, mentre vi gustate ancora una volta la rivelazione della vera natura di Goku, l’entrata in scena di Vegeta e l’umanità di Piccolo.

Questo primo volume dedicato a Dragon Ball Z raccoglie gli episodi dall’1 al 60, nei canonici dieci DVD che riempiono il cofanetto con doppia copertina e l’ormai immancabile booklet enciclopedico.

Dalla terra alla galassia
Avevamo lasciato Goku felicemente sposato con Chichi, dopo aver sconfitto Junior (Piccolo) nella finale del torneo di arti marziali. Lo ritroviamo cinque anni dopo, con un figlio (!!!) e pronto a passare un pomeriggio spensierato con gli amici alla Kame House. La pace è destinata a terminare causa l’arrivo di Radish, un guerriero alieno che dichiara di essere il fratello di Goku. Nelle prime due puntate di Dragon Ball Z viene rivelato perchè Goku è così forte, e soprattutto il perchè della coda (e della conseguente trasformazione in Oozaru – lo scimmione) sbattendo in faccia allo spettatore  tante nuove realtà, che verranno messe in dubbio qualche episodio dopo, quando Goku si sacrificherà per uccidere Radish morendo per la prima volta.

La morte di Goku è solo l’inizio della trasformazione della serie di Toriyama.

Pretesto per farlo diventare più forte (Lo Zenkai Power verrà spiegato da Vegeta più avanti nella serie), per far conoscere un’insieme di divinità superiori al Supremo (Re Kaioh), per far legare Gohan con Piccolo, in modo da far diventare uno dei buoni il namecciano (anche lui scoprirà di essere alieno) e per mostrare la potenza dei Saiyan mentre i guerrieri della Terra attendono il ritorno dall’aldilà del loro amico. Negli episodi in cui Goku inspiegabilmente cerca di tornare per tempo ma allo stesso tempo trova ogni modo possibile per metterci un episodio di più, ogni guerriero Z viene umiliato, sconfitto e nel peggiore dei casi ucciso da Nappa e dai Saibamen, con unico barlume di luce la scena iconica del sacrificio di Piccolo, a pochi istanti dall’arrivo dello stesso Goku, e che rimane a distanza di anni uno dei momenti più alti della serie grazie all’umanità che il mostro guadagna, proteggendo il figlio del suo nemico, diventando a tutti gli effetti la vera figura paterna del piccolo Gohan.

E poi arriva Goku, trovando tutti i cadaveri dei suoi amici, e cominciano finalmente le vere botte. Dalla scena ormai iconica del livello combattivo, con lo scouter di Vegeta che va in mille pezzi, a quello che è tutt’oggi, uno degli scontri più belli non solo della serie ma del panorama shonen in generale.
Goku contro Vegeta è ancora perfetto, ogni inquadratura, sguardo e animazione  è ancora divertente e d’impatto. Ogni raggio, kaioh ken e intervento esterno lascia ancora senza fiato,  fino a quel momento in cui Crili non uccide il Principe dei Saiyan permettendogli di scappare , curarsi e tornare più tosto di prima nella saga successiva (in cui anche  lui inizierà a passare dall’altra parte della barricata). Lo scontro con Vegeta resta ancora  a distanza di più di vent’anni probabilmente  il combattimento migliore della serie Z, su cui non pesa il conto degli episodi (a differenza di quello contro Freezer- di cui parleremo in futuro); sei puntate in cui Goku sputa e fa sputare sangue al suo avversario,e in cui lo spettatore  non può fare altro che affezionarsi al nemico, che da lì in poi diventerà uno dei personaggi più amati della serie.

Filler mon amour
Il primo volume dedicato a Dragon Ball Z porta i nostri eroi anche su Namecc, pronti ad affrontare quello che diventerà il cattivo più iconico della serie Freezer (Frieza) se per parlare dello scontro col tiranno (e con la Squadra Ginew) ci sarà tempo nei prossimi mesi, questo primo volume ci presenta non solo i Namecciani il loro pianeta pacifico, ma anche il concetto vero e proprio di trasformazione per accrescere il proprio livello di potenza. Nella serie classica infatti, l’unico a cambiare del tutto aspetto con una trasformazione è lo stesso Goku, ponendo il focus di Dragon Ball Z proprio sull’espansione del potere, in una galassia che sembrava immensa (Prima o poi parleremo anche di Dragon Ball Super). Lo scontro tra Vegeta e Zarbon è solo l’inizio dell’escalation di trasformazioni che vedremo nei prossimi Volumi, e di una a posteriori esagerazione del concetto di power up, ma che in ottica shonen è più che efficace e capace di fomentare i giovani spiriti che assistono allo spettacolo.

Se vi apprestate all’acquisto però, sappiate che i primi dieci dvd contenuti in questo cofanetto non sono solo “roba buona“, vi troverete di fronte alcuni tra gli episodi più raccapriccianti della serie Z, filler inutili di cui l’incarnazione visiva dell’opera di Toriyama è ben conosciuta ai più. Sorvolando sui motivi incredibili per cui Goku rallenta la sua corsa sul Serpentone (nel manga il saiyan impieg  tre capitoli e rimane sullo sfondo rispetto alle vicende sulla terra, nella serie circa dieci episodi di cui la buona metà per ripercorrere una strada già vista), e sorvolando sull’allenamento di Gohan che lo porterà ad incontrare un robot  in disuso o provare a tornare a casa per poi capire che si deve allenare (?!), abbiamo interi episodi incentrati su Bulma che scappa dagli uomini di Frieza, o ben due puntate sprecate a cercare sfere del drago finte su un altro pianeta che non è veramente Namecc. Episodi che ricordo con odio dai tempi delle medie, e che tutt’oggi fanno imbestialire,  ma che fortunatamente sono completamente evitabili saltando a piedi pari l’episodio e continuando per la propria strada grazie al booklet.

Tra adattamento, sigle e contenuti speciali
Siamo ormai al terzo appuntamento con la versione DVD di Dragon Ball curata da Yamato Video, e lamentarsi ancora una volta della pigrizia dei sottotitoli,  che sono basati sull’adattamento storico di Merak, sarebbe solamente snervante. Sarebbe ingiusto però non far notare due dettagli di questa edizione: la sigla italiana non è What’s My Destiny Dragon Ball, ma quella della serie classica, andando quindi contro a quanto scritto sullo stesso cofanetto, e l’assenza di qualsiasi altro tipo di contenuto speciale, che non siano le anticipazioni in lingua originale inedite nell’edizione televisiva. Fa infine storcere il naso il formato DVD quando della serie Z esiste una versione bluray priva anche degli odiosi filler ( Dragon Ball Kai).

[nggallery id=”3809″]

Nulla da dire invece sul doppiaggio italiano, forte ora come allora di voci del calibro di Gianluca Iacono (Vegeta), e il  rimpianto Paolo Torrisi (Goku) spentosi nel 2005, e che fa sempre piacere risentire. Avventurarsi in questa collezione di cinque cofanetti resta un’impresa per veri fan di Dragon Ball, pronti a rigettarsi nelle focose battaglie che da sempre hanno contraddistinto l’opera di Toriyama.

  • Formato: DVD, PAL
  • Audio: Italiano, Giapponese
  • Lingua: Italiano, Giapponese
  • Sottotitoli: Italiano
  • Regione: Regione 2 (Ulteriori informazioni su Formati DVD.)
  • Numero di dischi: 10
  • Studio: Koch Media
  • Data versione DVD: 25 mag. 2017

#LiveTheRebellion