Redazione ILVG

ILoveRetro Retrocensione: The Legend of Dragoon

Certi titoli rimangono nel cuore dei videogiocatori per anni, anche dopo una moltitudine di prodotti di ottima fattura in grado di far sognare milioni di persone. Uno di questi è The Legend of Dragoon, nato sul finire del millennio scorso e arrivato in Europa pochi mesi dopo. Sony ha ideato un JRPG in grado di poter rivaleggiare con la storica Squaresoft, ora Square-Enix, e di sfruttare la scia che ha creato Final Fantasy VII con il suo enorme successo per far conoscere il genere anche in Europa. Arrivato nel nostro paese nel 2001 The Legend of Dragoon ha segnato la storia dei giochi di ruolo giapponesi e ha aiutato la loro diffusione in occidente, è probabilmente grazie a lui (e Final Fantasy VII) che oggi possiamo giocare titoli quali Persona o The Legend of Heroes.

 

 

La leggenda del dragone
The Legend of Dragoon è uno degli ultimi titoli da producer di Yoshida
The Legend of Dragoon nasce nel 1996 e passa alla storia per essere uno degli ultimi titoli a cui ha lavorato Shuhei Yoshida come producer per Japan Studio, come racconta lui stesso nel blog Playstation. L’attuale presidente di Sony Computer Entertainment faceva parte di un piccolo team che andava allargandosi man mano che servivano nuovi elementi vista la necessità di personale per altri due grandi titoli come Ape Escape e Ico. Durante il culmine dello sviluppo il team raggiunse le 100 persone, con 10 di esse dedicate a disegnare le varie concept art. The Legend of Dragoon, inoltre, è stato uno dei pochi titoli ad occupare quattro dischi, Final Fantasy VII si fermò a 3, per via dell’immensa mole di dati, tra filmati e scene in cg. Yoshida e il team ci misero tre anni per completare il gioco, rilasciato nel dicembre 1999 in Giappone e poco più di un anno dopo in Europa, e nel frattempo il futuro CEO si trasferì negli Stati Uniti, dove fu in grado di seguire il lancio del titolo nelle diverse nazioni. La versione occidentale di The Legend of Dragoon è stata rimaneggiata dagli sviluppatori che hanno ascoltato i feedback dei giocatori giapponesi e ne han diminuito la difficoltà in alcuni punti: quella uscita in occidente è, a tutti gli effetti, la versione completa e definitiva del gioco. Negli anni molte persone hanno richiesto a gran voce, anche tramite raccolte firme, un sequel o un remake di The Legend of Dragoon ma, purtroppo, senza successo. Yoshida racconta però, che The Legend of Dragoon 2 era effettivamente previsto ma è stato cassato successivamente al suo abbandono, in pre-produzione, per motivi misteriosi. Il primo titolo, però, non fu recepito bene dalla stampa specializzata ma fu un vero successo per il pubblico in Nord America: al dicembre 2007 le copie vendute furono oltre 960 mila mentre solo 280 mila furono quelle nella terra natale. Ad oggi non esistono molte possibilità di giocare The Legend of Dragoon: le copie fisiche sono trovabili a prezzi esorbitanti, sopra gli 80 euro, e Sony ha pubblicato, sullo store Nord Americano, una versione PSOne utilizzabile su PlayStation 3, PlayStation Vita e PSP. Non ci sono, purtroppo, notizie su un possibile arrivo nel nostro continente di questa versione anche se le richieste dei giocatori potrebbero portare Sony a considerare un’uscita anche da noi.

 

 

 

Draghi, magie e mostri sacri
La trama di The Legend of Dragoon è lunga e Articolata
The Legend of Dragoon narra la storia di Dart, un ragazzo che parte da casa per un lungo viaggio alla ricerca di un misterioso mostro nero che ha ucciso i suoi parenti e distrutto il suo paese natale, Neet. Durante il suo ritorno il ragazzo incontra un mostro controllato da Sandora, una fazione ribelle nella guerra civile che sta distruggendo il paese. Arrivato a Seles, la città dove vive, scopre che questa è stata attaccata da Sandora e la sua amica d’infanzia, Shana, è stata rapita. Dart parte subito al salvataggio della ragazza e nel farlo incontra Lavitz, uno dei servitori più leali di King Albert. Poco dopo il gruppo incontra Lloyd, un ragazzo il cui scopo è di ritrovare tutti gli artifatti lunari per risvegliare il Dio della Distruzione e da lì gli avvenimenti saranno molti fino ad arrivare a un rocambolesco, e lungo, finale. La trama di The Legend of Dragoon è lunga e articolata e non mancheranno i colpi di scena nelle circa 50 ore che serviranno per completare la sola main quest.

 

 

Il gameplay richiede attenzione al giocatore
Uno dei pro del titolo prodotto da Japan Studio è il gameplay che, al contrario di quello presentato da Squaresoft all’epoca, richiede azione al giocatore rendendo fondamentale l’attenzione durante il combattimento pena la sconfitta. Una volta selezionato il comando d’attacco compaiono a schermo due quadrati: uno interno e uno esterno che si avvicina sempre di più al primo. Una volta che i due combaciano al giocatore viene chiesto di premere il tasto X (o O quando il nemico cerca di contrattaccare) per continuare la combo. Alcune di queste risultano molto lunghe e, per impararle, è fondamentale combattere molto senza fossilizzarsi su quelle più facili per beneficiare di danni maggiori e di punti spirito. Questi ultimi servono per trasformarsi, grazie ad alcune pietre, e ottenere armature con il potere dei draghi della leggenda. Ogni personaggio del party può usufruire della trasformazione che permette l’utilizzo di particolari magie e attacchi in grado di danneggiare enormemente i nemici. Purtroppo il potere del dragone non può essere utilizzato durante ogni turno; prima sarà necessario guadagnare i PS, con le combo di cui vi abbiamo parlato prima e, arrivati al massimo, sarà possibile utilizzare il comando per trasformarsi. Durante le fasi iniziali potremo utilizzarla solo per un turno mentre, allenandosi e guadagnando PS, potremo far salire il livello dragone del personaggio: questo permetterà l’utilizzo di magie sempre più potenti e, soprattutto, aumenterà la durata dello stato della nostra forma drago.

 

 

Molti tendono a ricordarlo a causa di voci buffe
Uno dei motivi del successo, tra i videogiocatori, di The Legend of Dragoon nel nostro paese è la sua completa localizzazione in italiano. Se fino a poco prima i jrpg erano accessibili a pochi, a causa della mancanza di una traduzione nella nostra lingua, con The Legend Of Dragoon anche i giocatori meno avvezzi all’inglese potevano affrontare l’avventura con tutte le sue sfumature. Il titolo di Shuhei Yoshida, però, non ha uno dei doppiaggi migliori che era possibile trovare al tempo e molti tendono a ricordarlo a causa delle voci buffe che era possibile sentire durante i filmati o alla fine delle dotazioni.

 

Dan-za Macabra!

 

E ora?
The Legend of Dragoon è uno degli artefici della diffusione dei jrpg in occidente
The Legend of Dragoon non è uno di quei titoli che molti nominano quando si fanno discorsi nostalgici ma è sicuramente uno degli artefici della diffusione dei jrpg in occidente, alla pari di quel Final Fantasy VII osannato da tutti. Il gioco di ruolo giapponese, oggi, si è evoluto e ha quasi del tutto abbandonato la sua formula a turni, che persiste in alcuni titoli “di nicchia” come i Persona, e ha definitivamente abbracciato una deriva più action, come è possibile vedere da anni con i vari Tales of o gli ultimi Final Fantasy. Questo per aumentare il bacino d’utenza di un genere che è sempre stato prettamente chiuso e poter raggiungere, quindi, le case di utenti che non avrebbero mai toccato un titolo da 60+ ore con ben poca azione. Se da un lato questo ha provocato forti reazioni da parte dei “puristi” dall’altro l’esposizione a un maggior numero di utenti ha aumentato la considerazione, già alta, dei titoli e ha aiutato anche gli scettici ad avvicinarsi a giochi più nascosti e meno conosciuti contribuendo, così, al periodo florido che il genere sta passando negli ultimi anni.

 

La storia di The Legend of Dragoon è veramente leggendaria ed è un vero peccato che le nuove generazioni abbiano ben pochi modi per poterla vivere. Consigliamo a chiunque non lo abbia giocato di recuperarlo tramite il Playstation Store americano e di lasciarsi trasportare in una grandiosa avventura.

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