Lo scorso Febbraio il brand Pokémon ha celebrato i vent’anni dall’uscita di Rosso e Verde in Giappone, festeggiando con distribuzioni speciali, due nuovi capitoli in uscita il 23 Novembre e le versioni Virtual Console di quei primi capitoli della serie che fecero la storia del gioco portatile. In quell’occasione abbiamo visto come il brand si sia evoluto a distanza di vent’anni, in uno speciale che strizzava l’occhio a
questa rubrica, inaugurata a Luglio, in cui affrontiamo puntata dopo puntata i motivi per cui questi giochi sono diventati così importanti. E, nel mese di Sole e Luna, non dedicare almeno un appuntamento ad un titolo
vintage Pokémon sarebbe stata un’eresia. Classe 1998 (2000 in Europa)
Pokémon Special Pikachu Edition Versione Gialla, o
Pokémon Giallo per gli amici
, era il quarto capitolo (terzo in occidente) dei mostriciattoli di Game Freak ed era destinato ad aprire la strada non solo ad ulteriori futuri appassionati del brand ma anche a tutti i terzi capitoli delle generazioni successive.
E se non avessi scelta?
Pikachu è il precursore del Pokémon compagno e dell’amicizia tra allenatore e pokémon
Doveste chiedere a chiunque abbia giocato Pokemon Giallo qual è l’aspetto principale che lo differenzia dai titoli precedenti (e successivi), vi risponderebbero probabilmente con il nome del topo elettrico che fa da mascotte di tutto il brand:
Pikachu. L’allenatore infatti non si trovava di fronte alla storica scelta tra
Bulbasaur, Charmander e
Squirtle, ma riceveva dal
Professor Oak un Pikachu appena catturato, e che in maniera analoga a quanto accadeva nel cartone animato non ha nessuna intenzione di restare nella propria Poké-ball. A patto di non mollarlo nel box come un povero Rattata, Pikachu diventava parte integrante della storia, reagendo in più di un occasione agli eventi tra un “
Pika!” e un’espressione stupita. Il topo giallo era anche il primo segnale veramente evidente di una delle feature che sarebbero state aggiunte nella generazione successiva del brand: l’amicizia con i propri Pokémon. Nelle prime ore di Giallo infatti, Pikachu si mostrava seccato e svogliato, divenendo via via più amichevole fino a traboccare cuoricini ogni qualvolta l’allenatore gli rivolgeva attenzioni.
Pikachu è anche il precursore del Pokémon compagno, che diventerà poi realtà sfortunatamente solo in Pokémon Heart Gold e Pokémon Soul Silver. A differenza degli altri mostriciattoli invece, lo sprite di Pikachu era facilmente riconoscibile anche in quegli anni, seppure non fosse ancora il topino elettrico snello che siamo abituati a vedere oggi giorno.
La vera storia di Rosso
la storia considerata canonica
Ma Giallo non era e non è solo Pikachu, bensì rappresenta la storia che dai fan viene considerata canonica ed il protagonista altro non è che il Rosso che andremo ad affrontare sul Monte Argento al termine della seconda generazione. Giallo racconta infatti il viaggio del giovane allenatore di Biancavilla, che iniziando con Pikachu riuscirà ad ottenere anche gli altri
tre starter, ricevendoli in regalo in diverse occasioni nelle prime fasi di gioco. Non solo, in Giallo tra le reclute del Team Rocket ci saranno anche Jessie e James, ulteriore strizzata d’occhio al cartone ed al contempo dava un maggior senso al Team avversario, che in Rosso e Blu reggeva sulle spalle del solo
Giovanni. Gli altri piccoli aggiustamenti vanno a pulire leggermente la semplice trama della prima generazione, che porterà Rosso ad affrontare la Lega Pokémon e a completare la sua avventura contro
Mewtwo. Pure a diciotto (sedici) anni di distanza la storia di Pokémon Giallo riesce a rimanere memorabile non per la presenza di colpi di scena, ma proprio della configurazione di Kanto, tra palestre e labirinti che possono essere luoghi come la
Silph S.p.a. o la
Centrale Elettrica, fino a passare alle
Isole Spumarine e alla
via Vittoria , vero e proprio ultimo test prima dei Super Quattro. Ovviamente lo sporco lavoro sull’effetto nostalgia lo fa anche la magnifica colonna sonora, per lo più condivisa con Rosso e Blu, ma che riesce ancora a regalare forti emozioni con temi che ormai si sono impressi a fuoco nei timpani dei non più giovani giocatori.
Non è tutto Giallo ciò che luccica
Durante lo speciale di Febbraio avevamo analizzato come, nel corso delle generazioni, l’ordine nella borsa e nei box sia diventato un punto fondamentale per l’interfaccia dei menù del brand di Game Freak a sostituzione dell’elenco confusionario della prima generazione. Il caos crescente col passare delle ore, risulta davvero fastidioso per un giocatore che torna indietro in Pokémon Giallo, dopo essere stato ormai viziato con addirittura sezioni del touch screen dedicate direttamente alla tasca delle ball (
dai capitoli 3DS). Non solo:
Giallo non permette neanche di correre, rallentando in maniera considerevole (
sempre rispetto al presente) l’esplorazione degli edifici, mentre fortunatamente nelle grotte e nella mappa si può utilizzare la costosissima bicicletta, vero e proprio strumento miracoloso fino all’ottenimento del volo.
Uno dei mantra principali che i fan di Pokémon si ripetono capitolo dopo capitolo è sicuramente “
Game Freak dà, Game Freak toglie“, lo abbiamo visto fin troppe volte alcune con cose minori come i costumi di Pikachu dei remake di terza generazioni, altre con il già citato Pokémon Compagno, passando per quel fattore d’esplorazione che generazione dopo generazione si è semplificato via via, lasciando spazio a labirinti ben più lineari e privi del mordente di quella prima regione. Non ho nominato invano la Silph S.P.A., edificio chiave di Giallo, in cui diciotto (sedici) anni fa persi interi pomeriggi per arrivare alla sala con Giovanni, vuoi per ingenuità giovanile (
nella prova fatta in questi mesi per prepararmi a questa retrocensione l’ho superata agilmente dopo un paio d’ore) vuoi per gli infimi teletrasporti, è indubbio che concentrandosi più sul battling e sulle catture l’aspetto degli enigmi si sia un po’ perso per strada.
E proprio il battling e il sistema di cattura è andato invece migliorando di gran lunga generazione dopo generazione, remake dopo remake, passando il primo semplicemente da statistiche base, debolezze e resistenze, ad un sistema più complesso fatto di nature EVs e IVs, mentre il secondo pulendo un’interfaccia che non mostrava nemmeno se il Pokémon affrontato fosse in nostro possesso o meno (
sorvolando per l’appunto sul menù confusionario di cui parlavamo prima).
Topi d’appartamento
Può sembrare un controsenso ma nonostante gli evidenti difetti, o per meglio dire mancanze, se paragonato ai capitoli attuali,
Pokémon Giallo risulta ancora godibile e divertente anche da coloro che possono vantare nella propria collezione anche tutte le generazioni successive, un ritorno alle origini che potrebbe servire a scoprire, o riscoprire dove tutto è iniziato. Non solo: il Pokédex originale, limitato a 150 mostriciattoli più lo sfuggente Mew, può essere completato facilmente tra sfide ai leggendari e scambi con gli amici regalando una delle soddisfazioni più grandi per gli appassionati.
A diciotto (sedici) anni di distanza Giallo resta infatti, come tutti i terzi capitoli di ogni generazione (finchè sono stati realizzati), il meglio del proprio gruppo
cromatico, il titolo più completo e capace di suscitare più emozioni nel cuore dei giovani allenatori di Pokémon, topo elettrico compreso.
Se vi venisse voglia di rigiocare (o provare per la prima volta) Giallo, la versione Virtual Console, uscita a Febbraio per celebrare il ventennale della serie, resta il miglior modo per godere della compagnia di Pikachu, dei suoi sprite più colorati e definiti rispetto agli altri due esponenti della prima generazione, e dello scambio wireless introdotto giustamente in questa nuova veste dell’avventura Pokémon, se non avete ancora fatto vostro il titolo, è un’ottima occasione per catturarlo e aggiungerlo alla collezione.
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