Bad Jokes non scherza
I ragazzi di Bad Jokes sembrano capaci di portare innovazione al mercato del gaming su mobile

Tra gli sviluppatori per il mercato mobile ci hanno particolarmente colpito i ragazzi di Bad Jokes Studio (qui il loro sito ufficiale) che hanno sviluppato un titolo per android e iOS alquanto originale e divertente. Rage Hit, questo è il suo nome, ci permette di giocare ad un videogame non solo usando le mani, ma tutto il nostro corpo. Si tratta di un titolo che ha come scopo quello di colpire alcuni pixel colorati semplicemente toccandoli sullo schermo. Fin qui non ci sarebbe nulla di particolare, ma è quando appaiono “avversari” di diversi colori che il gioco si fa interessante. Per colpire colori differenti, infatti, dovremo ruotare il nostro corpo a destra, sinistra e di 180 gradi, in base al colore necessario per distruggere i vari pixel. Ecco che quindi, ad un avanzato livello di difficoltà, ci troveremo a girare come delle trottole per evitare di venire colpiti dai colorati asteroidi e garantendoci momenti di notevole divertimento (soprattutto in compagnia di amici). Anche in questo caso gli sviluppatori si sono rivelati estremamente cordiali e disponibili, invitandoci a provare i loro interessanti prodotti e illustrandoci le varie caratteristiche del loro parco titoli. In definitiva se siete appassionati del gaming su cellulari/tablet questo è uno studio da tenere d’occhio.

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Lone Wolf: tra Games of Throne e i lavori di Quantic Dream
A metà tra libro e videogame: imperdibile per qualsiasi fan di uno dei due medium

Tra gli stand più interessanti presenti in fiera ci sentiamo di ricordarne uno in particolare, ovvero quello dedicato alla nuova versione deluxe di Lone Wolf. Per coloro che sono nati negli anni ’80 (e magari anche ’90) Lone Wolf è stato un punto di riferimento per il genere dei librogame, regalando ai ragazzi un’esperienza indimenticabile in ognuno dei suoi libri. Per chi non sapesse cos’è un librogame lo riassumiamo brevemente: si tratta di un’avventura (in questo caso fantasy) dove andremo ad interpretare un personaggio (con tanto di statistiche che ricordano un po’ D&d) e dove saremo obbligati a fare delle scelte per decidere il proseguo della storia. In occasione della fiera di Mantova abbiamo avuto occasione di incontrare Joe Dever, scrittore della serie di fama internazionale, Alberto Dal Lago, illustratore della nuova serie di copertine legate a questa celeberrima serie, e Francesco Mattioli, autore delle mappe di gioco. Parlando con loro e con Alessandro Stanchi, traduttore e curatore di questa nuova edizione, non possiamo che constatare la cura riposta in questa operazione di svecchiamento della serie e ci sentiamo di consigliarne l’acquisto a tutti coloro che, al giorno d’oggi, attendono con ansia nuove avventure grafiche targate Telltale Games e Quantic Dream.

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I problemi dell’Artist Alley e dell’Area Editor
I problemi più gravi di questa edizione del Mantova Comics and Games possono essere tranquillamente ridotti a due

I problemi più gravi di questa edizione del Mantova Comics and Games possono essere tranquillamente ridotti a due. Il primo di essi è lo spazio risicato dedicato agli autori di fumetti all’interno dell’Artist Alley. A differenza dello scorso anno, infatti, gli autori (di fama internazionale) sono stati relegati ad un misero corridoio di un metro di larghezza, preferendo lasciare uno spazio maggiore ad un palco dedicato ad alcuni incontri con gli youtuber e ad un paio di postazioni da gaming dove provare Super Cane Magic Zero e alcuni titoli legati al mercato mobile. E’ ancora una volta un peccato constatare come il fumetto venga messo da parte ad una “fiera del fumetto”, preferendo dare maggiore visibilità a youtuber e ad eventi “commercialmente più appetibili”. Altra grande pecca di questa edizione (come, purtroppo, di tutti gli altri anni) è la sezione dedicata all’Area Editor, dove aspiranti fumettisti cercano di proporre i propri lavori ad alcuni talent scout disposti a valutare nuovi progetti e/o disegni. Anche quest’anno un centinaio di ragazzi si sono trovati ad attendere in una tromba delle scale che gli editor chiamassero i quattro nomi delle persone selezionate. Nomi che, purtroppo, venivano chiamati solamente nella sala al primo piano, dando il via ad un grottesco “telefono senza fili” lungo le scale per scoprire la presenza o meno della persona contattata. Si sono creati, inoltre, numerosi disguidi per le convocazioni, con persone apparentemente chiamate per entrare in contatto con gli editor, ma in verità solamente nominate per ritirare il proprio book/portfolio dalla segreteria. Disorganizzazione, malumori diffusi tra le persone e una totale incapacità di gestire questa sezione fanno della “Zona Editor” la parte peggiore di questo Mantova Comics and Games che, per il resto, è riuscita comunque a regalarci tre giorni di divertimento all’insegna di fumetti, cosplayer e videogames.

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In poche parole:

Tirando le somme il Mantova Comics and Games si dimostra essere una delle migliori fiere del fumetto italiane, ma che, come per tutte queste manifestazioni, sta cedendo al “lato oscuro” dando sempre meno visibilità al fumetto e ai games, preferendo altri aspetti e attirando un’utenza differente rispetto al passato. La cosa non può che farci, ovviamente, dispiacere, ma non ci sentiamo di punire questo evento in particolare per questa tendenza che sta colpendo tutte le fiere del fumetto (italiane, ovviamente). Ad ogni modo non possiamo che constatare la presenza di stand interessanti e di autori di grande spessore, consigliando questa manifestazione a tutti gli amanti dei fumetti e dei videogiochi che, senza dubbio, sapranno passare uno o più giorni in allegria e divertimento.

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