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5 – Situazione Console Next Gen: Questo quinto posto non è dedicato ad un gioco ma bensì ad una breve una riflessione, uno stato esistenziale nel quale mi sono trovato quest’anno e specchietto della mia classifica relativa alle Home Console, dove ha visto primeggiare Wii U con le sue esclusive.
PlayStation 4 e Xbox One in questo primo anno di vita hanno combattuto più sulla “carta” fra resolution gate, frame rate ballerini e altre amenità tecniche, mettendo in disparte la materia prima: i giochi. Un’annata scialba, fatta di poche esclusive (seppur buone), tanti titoli multipiattaforma cross-gen che non ne giustificavano l’acquisto e troppe versioni rimasterizzate di titoli giocati solamente qualche mese prima.
La mia speranza è che questa tendenza subisca una battuta d’arresto, non tanto per i titoli in uscita, o i porting dalla precedente generazione (che a quanto pare andranno forti anche durante questo 2015) ma per le le stupide battaglie su “chi ce l’ha più lungo” che probabilmente continueranno finché faranno vendere console, sia da una parte che dall’altra.

4 – L’online di Halo: The Master Chief Collection: Dopo essermi lamentato nella posizione precedente anche delle versioni rimasterizzate, al quarto posto trova spazio la Master Chief Collection, raccolta dei 4 capitoli di Halo dedicati al soldato Spartan di Microsoft.
La posizione però non è dovuta al gioco in sé quanto alla parte online, claudicante e problematica nonostante le numerose patch apportate da 343 Industries, e che ancora oggi rende ostico il matchmaking o lo svolgimento delle partite. Un vero peccato vista la natura enciclopedica di questa collection di uno degli FPS che hanno fatto la storia del genere su console.

3 – Destiny: L’approccio con Destiny è stato fin da subito abbastanza controverso. Da un lato la fiducia in Bungie, che dopo aver abbandonato Halo, con Destiny cercava di intraprendere un nuovo corso. Dall’altro un ibrido che scimmiotta gli MMO adottando una soluzione ludica FPS/RPG che ricorda molto da vicino la serie di Borderlands, ma senza l’aspetto comico del titolo Gearbox. La delusione nei confronti di Destiny però nasce relativamente alla controparte online dove una volta arrivati al primo level cap, il gioco obbliga a sottostare ad un sistema di looting che ha un che di perverso, assoggettato alla casualità e al colpo di culo. Settimane passate a giocare online senza cavare un ragno dal buco, ottenendo equipaggiamenti inutili e vanificando di fatto ogni mio sforzo. Insomma un primo capitolo che non mi ha convito a pieno e che difficilmente mi farà aspettare il sequel.

2 – Watchdogs: Quando Ubisoft presentò Watch Dogs, non nascondo un certo interesse verso il gioco. L’incanto però è durato fin troppo, quando a poche settimane dall’uscita arriva lo slittamento per evidenti ritardi sulla tabella di marcia, volti a perfezionarlo e correggerne i problemi. Problemi che, una volta uscito si è portato dietro. Al di là di una storia banale e scontata, tutte le introduzioni sull’hacking, qualità distintiva di Watch Dogs, svaniscono in una bolla di sapone dopo le prime ore di gioco, lasciando inespresso tutto il suo potenziale ed accentuando molte lacune, non solo grafiche ma anche di gameplay, come l’osceno sistema di guida: dimenticabile.
Promemoria per il futuro: una volta ci casco. Due no.

1 – Assassin’s Creed Unity: L’ultimo capitolo di Assassin’s Creed è la summa di tutte le mie delusioni del 2014. Il problema con con Unity non sta tanto nel gioco in sé, anzi come capitolo della serie non è nemmeno tra i peggiori, ma quanto con il fenomeno di Unity. Il problema è di Ubisoft, che mi vende un titolo spacciandomelo per next gen, tanto da approdare solamente su PlayStation 4 e Xbox One, aumentando così di fatto le mie aspettative, per poi ritrovarmi ad avere a che fare con la solita minestra riscaldata che di next gen ha giusto il nome. Si cambia il metodo di combattimento, ma non il modo, si cambia il parkour ma si finisce a fare le stesse cose fino alla nausea. Anche la storia, che non brilla assolutamente di originalità, Ubisoft ha deciso di non portare avanti le vicende di Black Flag, lasciando l’onere a Rogue, facendolo apparire inutile sotto l’aspetto narrativo. Per non parlare poi di quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del gioco, la grafica, che fra l’esuberanza di stupire e migliaia di inutili NPC crolla miseramente schiacciato da un frame rate che da un titolo di questa portata ha del vergognoso, tanto che per tentare di tamponare la figuraccia fatta si arriva a regalare DLC e giochi gratis. Insomma sembra che Unity abbia fatto di tutto per farsi odiare e sicuramente c’è riuscito alla grande.

 

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