Recensione Volume

Dopo averci affascinato con l’incantevole Thomas Was Alone, Mike Bithell torna sulle scene con un nuovo interessantissimo progetto. Uscito su PC e PlayStation 4 lo scorso Luglio, Volume è disponibile dal 6 Gennaio anche su PS Vita tramite cross-buy al prezzo di €17,99.

Turn Up The Volume
Volume reinterpreta in chiave Cyberpunk il classico di Robin Hood
Rubare ai ricchi per dare ai poveri. Chi non conosce la storia del famoso ladro buono, resa immortale dal classico Disney del ’73? Prendendo spunto da questa storia, Bithell ci propone una sua visione di una Gran Bretagna distopica controllata da una cinica multinazionale il cui unico interesse è l’espansione economica. Il “Robin Hood” protagonista è un certo Robert Locksley (i rimandi alla storia originale sono molti e tutti ben espliciti), non un ladro in senso lato ma un abile hacker penetrato all’interno del Volume, un sistema informatico di proprietà delle Gisborne Industries. Tramite Volume il nostro Rob verrà aiutato da Alan (un A.I. evoluta residente all’interno del programma) a progettare una serie di furti virtuali, che verranno trasmessi in rete e diffusi a tutta la popolazione, per spingere ed incentivare questi colpi nella realtà, in modo da ribellarsi allo strapotere delle Gisborne Industries.

 

Volume

La storia di Volume ci verrà raccontata attraverso i 100 livelli che compongono la modalità principale del gioco fra i numerosi scambi di battute fra Rob e Alan o i numerosi documenti che è possibile raccogliere all’interno della simulazione. Rispetto a Thomas Was Alone, dove l’elemento narrativo si fondeva con il gameplay creando un tutt’uno armonioso, qua ci troviamo in una situazione contraria dove gli elementi narrativi cozzano con quello che è il gioco e le sue meccaniche. All’inizio di ogni livello i due si metteranno a parlare “distraendo” il giocatore che sarà invece concentrato nella propria missione: rubare il proprio “bersaglio” (solitamente dei diamanti che sbloccheranno l’uscita) e fuggire senza essere catturati o eliminati dalla guardie della sicurezza.

 

Snake? Ah no Rob. Rooooob?
Bithell cambia genere, proponendoci uno stealth game che ricorda le VR Mission di MGS
Con Volume Bithell cambia drasticamente genere, proponendoci uno stealth game stilisticamente molto vicino alle VR Mission dei primi Metal Gear Solid arricchendo il gameplay con elementi puzzle che innalzano notevolmente la sfida. Come nell’opera di Kojima, Rob dovrà evitare di essere visto e localizzato dai nemici, sfruttando gli elementi ambientali degli stage per sfuggire dal cono visivo dei nostri nemici. In questo caso avremo la possibilità di strisciare lungo le pareti che ci faranno da schermo contro sguardi indiscreti o sfruttare gli angoli morti della visuale nemica per aggirarci indisturbati nel livello. L’ambiente diventa quindi un nostro alleato, e starà a noi capire quale strategia intraprendere per salvare la nostra pellaccia. L’A.I. che regola le guardie è basilare, ma questo non significa necessariamente stupide o facilmente aggirabili. Per avere la meglio su di loro potremo sfruttare alcuni elementi del livello, o la nostra stessa voce per generare onde sonore che fungano da diversivi, permettendoci di continuare il nostro colpo indisturbati. Rob potrà celarsi avvalendosi dei nascondigli disseminati negli stage, siano questi armadi, botole o particolari piastrelle che ci renderanno completamente invisibili a sguardi indiscreti. Dalla nostra avremo anche una serie di gadget super tecnologici che si riveleranno utilissimi al buon esito missione: emettitori di rumori, proiettili paralizzanti, diversivi olografici e trappole, il tutto da usare saggiamente e al momento più opportuno, ognuna dotata di un tempo di ricarica fra un utilizzo e l’altro, un cooldown che se non valutato può costarci caro.

Riguardo i nostri nemici questi varieranno in numero e in tipologia: ci saranno semplici guardie piantonate in punti precisi della mappa o in ronda su percorsi predefiniti, dei quali sarà importante imparare i pattern degli spostamenti. Più complessi da affrontare saranno i cani, con un cono visivo maggiore ed un udito più affinato, capaci di stanarci in un attimo. L’esercito avversario si espande poi con letali torrette, guardie dall’attacco potenziato e cecchini, la cui mira coprirà ampie distanze. Ogni livello aumenterà in difficoltà proponendo combinazioni diverse fra la morfologia della stanza e la posizione dei nemici, e anche i gadget saranno presenti in base alla situazione e non sempre avremo dalla nostra qualche asso nella manica che ci salvi il fondoschiena.
Volume rompe i rigidi schemi del genere stealth. Non sempre essere invisibili sarà la strategia più utile, anzi, il gioco in più occasioni ci imporrà di esporci direttamente agli sguardi nemici in modo da attirale la loro curiosità e imbastire una strategia che possa in qualche modo avvantaggiarci. Spesso la soluzione migliore è quella di agire istintivamente, sfruttando i limiti delle A.I. dei nemici e i loro punti deboli, con risultati “efficaci” ai fini del superamento del livello ma non convincenti su quello dello svolgimento, mostrando qualche lacuna sotto questo punto di vita.
La risoluzione dei livelli poi avviene in maniera abbastanza intuitiva, e sebbene il gioco richieda un certo impegno da parte del giocatore, non sarà mai un’impresa impossibile, e salvo rari casi rischierete di finire in situazioni vicine alla frustrazione.

 

Le versioni console, PlayStation 4 e PS Vita, si presentano praticamente identiche dal lato ludico. A vantaggio di PS4 troviamo una maggiore resa dei controlli dovuta all’uso del DualShock 4 rispetto alla pulsantiera disponibile, nettamente meno precisi, soprattutto nell’uso dei gadget, che richiedono una certa precisione nell’essere usati.
Dove le due versioni si differenziano in maniera vistosa è sul versante grafico, dove se messe a confronto le limitazioni grafiche di PS Vita vengono messe in evidenza, perdendo molto in termini grafici rispetto alla “sorella maggiore” (fra tutti qualche effetto tipo il D.o.F.), facendo sembrare tutto “pastellato” e a sua volta inficiando sul fascino del gioco rispetto a PS4. A soffrirne, oltre l’ovvia risoluzione inferiore della portatile Sony, è anche la fluidità che non riesce a mantenere prestazioni equiparabili alla controparte home console.
Proprio in questi giorni le due versioni si sono aggiornate aggiungendo la possibilità di sfruttare le funzionalità cross-save, aggiunta particolarmente gradita ai possessori di entrambe le console che permette di continuare la partita a casa e continuare tranquillamente in mobilità.

 

Volume

La campagna principale di Volume offre all’incirca 4/5 ore di gameplay che varieranno in base a quanto impiegherete a completare i 100 livelli proposti. Bithell sceglie di puntare l’accento sulla rigiocabilità optando per un approccio da titolo perfetto per gli speedrunner. Ogni stage avrà un tempo massimo per essere completato, e la sfida starà proprio nel cercare di abbassare il più possibile la nostra performance, magari confrontando i propri risultati tramite le classifiche online.

È presente anche un editor di livelli, con il quale potremo improvvisarci in novelli architetti e creare le proprie mappe, anch’esse condivisibili con tutta la community del gioco. Un incentivo a rimanere su Volume una volta completato in ogni sua parte, elemento che aiuta notevolmente il fattore longevità.

 

Hackerizzami ‘sto server

Volume adotta la strada del minimalismo grafico
Volume, come Thomas Was Alone adotta la strada del minimalismo grafico, scegliendo però un contesto tridimensionale dove ambientare la sua avventura. Minimalismo supportato da ottime scelte di design, sia nell’esecuzione dei livelli, tutti sempre diversi e ben congegnati per mettere alla prova le nostre abilità di ladri furtivi, sia nelle semplici scelte estetiche. Tinte unite, colori forti che ben spiccano e una modellazione poligonale essenziale sul quale spesso lo stesso Bithell ironizza, dando la parvenza di rompere più volte la quarta parete quando Alan, l’AI che regola Volume, parla delle difficoltà di realizzare in poco tempo una simulazione degna di questo nome. Tutto è fortemente ispirato, tirato a lucido e ben implementato. Non solo la grafica a ricordare le missioni VR di MGS ma anche le sonorità ci riportano indietro con la memoria, offrendoci temi musicali che riprendono quelli sentiti nelle avventure di Snake (i rimandi e le citazioni a MGS ed altri giochi saranno sempre una costante per tutta la durata di Volume).

 

volumeSe in Thomas Was Alone avevamo apprezzato soprattutto la recitazione di Danny Wallace come voce narrante del gioco, qua lo ritroviamo nei panni di Alan, accompagnato questa volta da Charlie McDonnell nel ruolo di Rob e dal più conosciuto Andy Serkis (da Gollum de Il Signore degli Anelli a Cesare ne Il Pianeta delle Scimmie) nella parte di Guy Gisborne. Inutile dire che l’intepretazione dei tre attori è impeccabile e riesce a dare maggiore spessore ad una storia si originale ma che in molti frangenti appare forse fin troppo confusionaria o bisognosa di ulteriori approfondimenti. Per la parte dei testi invece, il gioco è tradotto completamente in italiano.

Verdetto
8 / 10
Quel che è tuo è mio, quel che è mio è mio!
Commento
Volume riconferma le abilità di Mike Bithell sia nel raccontarci una storia sia nel reinterpretare un genere, quello degli stealth game, arricchendolo di elementi puzzle da creare così un genere ibrido decisamente riuscito. Volume sa catturare il giocatore con i suoi 100 livelli, lo fa riflettere e lo spinge ad osare pur di portare a compimento la missione. C'è qualche piccola sbavatura sulla storia, non sempre convincente o nell'A.I. dei nemici, che ogni tanto non è così impeccabile come dovrebbe, rompendo gli ottimi equilibri del gioco. Volume rispetto a Thomas Was Alone è un titolo forse meno immediato e meno aperto a tutti, ma nonostante questo è un progetto valido e meritoso di essere sia giocato che apprezzato.
Pro e Contro
Stile grafico minimalista altamente ispirato
Ottima reinterpretazione della storia di Robin Hood...
100 livelli giocabili
L'editor rende infinito il gioco

x Su PS Vita qualitativamente perde
x ...qualche ombra sulla storia
x A.I. non sempre al top

#LiveTheRebellion