Recensione Sly Cooper: Ladri nel Tempo

Preannunciato da un video segreto, visibile solo dopo aver completato il terzo capitolo della rimasterizzazione HD della The Sly Trilogy, l’allora denominato Sly 4 si è fatto aspettare impazientemente da tutti gli amanti del ladro procione.
Sly Cooper è tornato, ed esordisce su PS3 nell’ultimo anno di quest’ultima da console principale di casa Sony.
A portare Ladri nel Tempo nelle nostre case sono i ragazzi di Sanzaru Games, giovane team che ha curato la rimasterizzazione della trilogia dello stesso procione e che sostituisce Sucker Punch! in questa nuova avventura della gang di animali più strana e furba dei videogiochi.
Sly Cooper: Ladri nel Tempo è disponibile per PS3 e PSVita e beneficia delle funzionalità di Cross Buy (dal disco PS3 potremo scaricare la copia per PS Vita), Cross Save (potremo utilizzare un singolo salvataggio per entrambe le versioni) e Cross Controller (PS Vita potrà essere usata come radar per cercare i numerosi collezionabili di gioco).

VERSIONE TESTATA: PlayStation 3

Procioni a spasso nel tempo

Al termine di Sly 3: L’onore dei Ladri, avevamo lasciato il nostro eroe con una finta amnesia, dopo aver appeso la maschera e il bastone al chiodo per poter trascorrere il resto della sua vita in pace con Carmelita Fox, l’ispettrice di polizia che a lungo ha dato la caccia a Sly e compagni.
Ma si sa, il procione perde il pelo ma non il vizio, e quando la fidanzata di Bentley, Penelope, altra vecchia conoscenza di Sly 3, sparisce nel nulla insieme ad alcune pagine del Thievous Racoonus (il libro tramandato dai Cooper contenente tutte le tecniche per diventare un ladro perfetto) la tartaruga decide di rimettere insieme la banda ed utilizzare una macchina del tempo, montata per l’occasione sul camion della banda, per capire cosa stia succedendo al prezioso libro e ritrovare la compagna perduta.
Recuperato anche l’ippopotamo rosa Murray, i tre si dirigono al museo di Parigi, per far funzionare la macchina infatti, serve un oggetto dell’epoca in cui si desidera andare, con tanto di citazione a “Ritorno al Futuro” di Robert Zemeckis, i tre partono per la loro avventura più grande, a spasso per varie epoche storiche.
I mondi visitati da Sly e soci sono tutti minacciati da criminali del presente, e il nostro procione dovrà di volta in volta allearsi con i suoi antenati per sventare il piano del cattivo di turno; incontreremo quindi Riochi Cooper, ninja del giappone feudale, nominato già nel primo capitolo della saga e famoso per i suoi salti acrobatici, oppure Bob Cooper, il primo antenato di Sly in assoluto, che rubava uova durante l’Era Glaciale e si faceva strada con la forza bruta; il tutto passando anche per il Far West, l’Inghilterra medievale e l’Arabia Antica.
Tutta la trama raccontata come al solito con l’umorismo e le scene animate a cui ci avevano abituato su PS2 Sucker Punch! e che Sanzaru Games ha pienamente raccolto (dopotutto hanno rimasterizzato la trilogia, quindi non erano nuovi a Sly e compagni, n.d.r.) e tramandato in “Ladri nel Tempo”.

Non solo Platform

Sly 2: La Banda dei Ladri subì numerose critiche per il cambiamento di genere dal platform duro e puro (dove bastava un solo danno ed era Game Over, con tanto di contatore delle vite) ad un action platform con barra della vita annessa; oltre a questo, nella serie di Sly Cooper dal secondo capitolo in poi sono stati eliminati i livelli ed introdotte le missioni; con una mappa open world, più o meno vasta a seconda del luogo, i nostri eroi potevano raggiungere determinati punti, dando il via alle missioni della trama principale e, tra un incarico e l’altro, i nostri ladri potevano raccogliere i numerosi collezionabili sparsi per l’area di gioco. Inoltre dal secondo capitolo, il protagonista del gioco è cambiato, non si utilizzava più solamente Sly ma anche gli altri membri della banda, ognuno con il proprio gameplay (sebbene anche nel primo ci furono un paio di livelli con Murray e Bentley), nel terzo capitolo la banda si allargò ulteriormente, variando ancor di più i sistemi di gioco, lasciando le fasi platform al procione.
In “Ladri nel Tempo” la formula è la stessa dei due capitoli precedenti: ormai bisogna abituarsi all’idea che la saga di Sly Cooper è un misto di gameplay, un minestrone che va dallo sparatutto in terza persona al beat em up, e sebbene alcuni gameplay non siano riusciti del tutto, lo sforzo di Sanzaru Games è apprezzabile e anche il fan più critico delle avventure di Sly deve ormai mettersi il cuore in pace e accettare che la formula di gioco ormai è questa.
Tutt’altra questione la ripetitività di alcune missioni principali: infatti, sebbene nei primi tre mondi queste si differenziano tra loro, verso la conclusione del gioco diventeranno sempre più simili, con piccoli cambiamenti tra l’una e l’altra, causando spesso noia nei giocatori più adulti. Altro difetto è l’eccessiva facilità delle fasi stealth e del titolo in generale, con nemici “uber-idioti” che non si accorgeranno di voi neanche se gli passate di fianco, a patto che camminiate lentamente; se doveste fare l’errore di correre in prossimità di un nemico munito di torcia, quest’ultimo si trasformerà in una spietata macchina da caccia assetata del sangue di Sly e soci, che vi inseguirà e vi vedrà anche se sarete nascosti dietro un muro, ma non vi inseguirà sui tetti, dove sarete nuovamente liberi di muovervi furtivamente, a meno che non impersioniate Murray, in quel caso potete tranquillamente riempire di legnate la sentinella di turno e far cessare l’allarme. Durante le suddette fasi stealth, che avvengono o in determinate missioni, o semplicemente tra un incarico e l’altro nella mappa di gioco, potremo come nei precedenti capitoli borseggiare le malcapitate guardie, guadagnando oro per poter comprare potenziamenti per i nostri personaggi sull’ormai classico Ladronet.
Ladri nel Tempo è adatto a tutti, grandi e piccini, grazie appunto al basso livello di sfida, che si alza leggermente solo nelle battaglie contro i criminali di fine mondo, ed in generale, tra raccolta di collezionabili e storia principale, il titolo di Sanzaru Games è completabile in circa 15 ore.

Minestrone di gameplay

Analizziamo più nello specifico i vari sistemi di gioco in cui è suddiviso Sly Cooper: Ladri nel Tempo.
Così come i predecessori, ovviamente utilizzando Sly si avranno le missioni di spionaggio, di furto e la maggior parte dei boss di fine mondo, missione che sfruttano perlopiù meccaniche platform a cui siamo abituati dai tre capitoli per PS2, ovvero grondaie, tubi, alberi su cui arrampicarsi, funi stese su cui camminare, trampolini, tetti appuntiti su cui appostarsi e via dicendo.
In questo capitolo il nostro eroe avrà a disposizione cinque costumi principali, più quelli degli extra di cui non vi parleremo, ma che saranno ottenibili raccogliendo le maschere con l’effige di Sly sparse per la mappa di gioco e per le missioni principali; questi cinque travestimenti (uno per epoca) permetteranno al nostro eroe di sbloccare nuovi percorsi, trovare tesori segreti e soprattutto proseguire nella trama: avremo quindi un pelliccia da tigre dai denti a sciabola che ci permetterà di compiere grandi salti, oppure un costume da aspirante Robin Hood, che ci consentirà di scoccare frecce con corda verso un apposito bersaglio in modo da raggiunge posti altrimenti irraggiungibili.
Grazie all’introduzione dei costumi, per completare il titolo al 100% bisognerà tornare nelle epoche già visitate, sbloccando appunto i tesori segreti ottenibili solo attraverso questi speciali travestimenti, ad esempio demolire muri incrinati grazie alla palla da carcerato.
Al fianco di Sly, il pedante Murray, il cui gameplay si basa per lo più nel menare le mani contro orde di nemici o nel premere i tasti in una sequenza esatta, e l’odioso Bentley, che oltre a muoversi sulla sua sedia a rotelle piazzando bombe nelle tasche degli ignari nemici, e guidare la sua macchinina all’inseguimento, dovrà sabotare i sistemi di sicurezza dei criminali tramite tre minigiochi arcade, già conosciuti qualche mese fa tramite Hackpack di Bentley, entrambi i gameplay mantengono le caratteristiche di Sly 2 e Sly 3, rinnovandosi in alcune sezioni (come per l’appunto i minigiochi di Bentley) ma restando comunque parte fondamentale della formula Action-Platform.
Come in Sly 3: L’onore dei Ladri, al fianco del nostro eroe ci sarà la sua amata Carmelita Fox, armata di pistola elettrica e pronta a fare strage di nemici, sia con meccaniche sparatutto in terza persona sia come se fossimo in uno sparatutto su binari; la parte TPS tuttavia, poteva essere concepita meglio, non facciamo in tempo a mirare che i nostri nemici ci hanno già colpito più di una volta, costringendoci a ritirarci e aspettare il momento in cui saranno distratti per crivellarli di colpi.
La vera e propria novità nel gameplay di “Ladri nel Tempo” è sicuramente l’introduzione degli antenati di Sly. Ognuno di essi avrà, come già detto, delle caratteristiche che lo rendono unico e indispensabile per il completamento del gioco, il già soprannominato Bob, potrà arrampicarsi sulle pareti verticali lisce mentre Tennessee Kid Cooper, come un vero cowboy potrà sparare fino a sei colpi contemporaneamente, oltre che scivolare sui binari meglio di un riccio blu di nostra conoscenza.
Infine tornano gli immancabili minigiochi, che spaziano dal premere i tasti in un determinato ordine, al tiro al bersaglio, rimanendo sempre ad un livello di difficoltà medio basso, insomma ce n’è davvero per tutti i gusti.

Sly Cooper e l’alta definizione

Il passaggio completo all’alta definizione di Sly Cooper, dopo la prova con la trilogia avvenuta due anni fa, è ben riuscito: sicuramente il cel-shading si adatta alla grande alle console attuali, sebbene nelle scene più caotiche il titolo soffra di leggeri cali di frame, logicamente non può essere paragonato alla grafica iper-realistica di altri titoli Sony ma ricordiamoci che stiamo parlando di una saga che nasce con questo stile visivo. Come già detto nell’introduzione della recensione, le scene animate tornano prepotentemente anche in questo capitolo del ladro procione, aggiungendo una piacevole pausa tra un capitolo e l’altro, e a volte anche tra un incarico e quello successivo.
Il comparto audio rispecchia l’epoca in cui i nostri eroi si troveranno di volta in volta, dai temi del selvaggio west che richiamano i film del genere ai brani calmi del giappone feudale, niente di memorabile purtroppo, ma neanche di troppo noioso.
Si poteva fare di più dal punto di vista tecnico, quindi? Sicuramente sì, ma come primo capitolo per i Sanzaru Games, il risultato è soddisfacente e raccoglie perfettamente l’eredità di Sucker Punch!.

Sly Cooper: Ladri nel Tempo è probabilmente la prima ed ultima avventura del procione ad arrivare su PS3 ma è un ottimo capitolo per la serie e si lascia giocare con tranquillità, senza mettere in crisi il giocatore e purtroppo senza dargli una sfida costante.
Mentre rimaniamo in attesa di un quinto capitolo, magari per PS4 o esclusivo per PS Vita, il consiglio per i neofiti della saga è quello di agguantare The Sly Trilogy e concludere l’esperienza totale con questo quarto capitolo, nel quale sono presenti molti rimandi agli episodi precedenti, e Ladri nel Tempo può essere gustato pieno solo se si sono completati gli altri titoli della saga.

Verdetto
8 / 10
Grande Giove
Commento
Presa coscienza del fatto che non ci sarà mai più uno Sly Cooper completamente platform come il primo capitolo, e che la strada presa da Sucker Punch! con Sly 2: La Banda dei Ladri sarà quella che accompagnerà Sanzaru Games anche nelle prossime avventure del procione, “Ladri nel Tempo” rimane l'occasione d'oro per tornare a vestire i panni del ladro antropomorfo più carismatico della storia PlayStation, e di tutti i suoi antenati sia su PS3 che su PS Vita; questo quarto capitolo ci garantirà qualche ora di sano divertimento grazie alla difficoltà poco elevata, semplicemente rilassandoci col pad in mano e godendoci questa nuova avventura di Sly.
Pro e Contro
Scene animate eccezionali
Gameplay vario...

x ...ma non riuscito del tutto in alcune sequenze
x Nemici troppo stupidi
x I neofiti della saga non apprezzeranno a pieno la trama

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