Recensione Punch Club

La Boxe (o più in generale il combattimento) è una di quelle discipline che, cinematograficamente parlando, per lungo tempo hanno affascinato gli spettatori di tutto il mondo. Basta citare titoli come il mitico Toro Scatenato o la più che blasonata saga di Rocky (da poco tornato alla ribalta con “Creed” tra l’altro). Pellicole che, grazie al focus sul pugilato, hanno potuto lasciare un’impronta indelebile nell’immaginario comune di quelli che erano lo stile di vita, le tendenze e, più in generale, i leitmotiv di una determinata epoca (mi viene subito in mente Rocky 4 ed il confronto tra i due blocchi contrapposti durante la guerra fredda: USA ed URSS).

Questo è quello che cercano di fare i ragazzi di Lazy Bear Games con Punch Club, mix tra gestionale ed RPG, che ci vedrà entrare nel mondo della Boxe (o meglio della lotta, visto che oltre ai pugni potremo usare anche i calci) per scalare le classifiche di campionati sempre più prestigiosi e al contempo scovare l’assassino di nostro padre, all’interno di un universo di gioco che farà costantemente l’occhiolino a tutti i nostalgici della cultura pop dagli anni ’80 sino agli albori del nuovo millennio.

 

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Quanti riferimenti riuscite a trovare in questa foto?

 

Here Comes a new Challenger
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Chi sarà mai questo Tyler che ci approccerà nel parcheggio di un bar dopo una sbronza?

L’avventura che saremo chiamati ad intraprendere sarà presa abbondantemente da quanto offerto da produzioni cinematografiche dalle tematiche simili, con il nostro protagonista reso orfano in tenera età dalla morte del padre pugile per mano di un misterioso ed oscuro personaggio con un occhio rosso, ed ora in cerca di vendetta. Per raggiungere l’obbiettivo, dovremo farci strada scalando le varie classifiche (dalle dilettantistiche a quelle più prestigiose) a suon di calci e pugni cercando mano a mano indizi su quello che è il nostro bersaglio.

Molti saranno i personaggi incontrati durante questo lungo e tortuoso tragitto, spesso stereotipi di figure ormai sdoganate da cinema e televisione: l’allenatore anziano severo ma dal cuore d’oro, il compagno di lotte e bevute bonaccione, la ragazza intellettualoide ma innamorata del combattente (di nome Adriana, per la cronaca), e tantissimi altri ancora.

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Una caramella a chi trova gli intrusi

 

Cliché quindi, ma, come già anticipato, inseriti con cognizione di causa per realizzare quello che è un vero e proprio tributo ad un trentennio di pop culture. Fra camei, frasi, situazioni, e chi più ne ha più ne metta, saremo costantemente bombardati da una sequela infinita di citazioni tra Pulp Fiction, Tartarughe Ninja, Terminator, Clerks, l’ovvio Rocky, Fight Club, e la lista potrebbe andare avanti praticamente all’infinito, ma mai senza essere fuori luogo, risultando invece gradevoli (non vogliamo svelarvi di più proprio per non togliervi il gusto di cercare in ogni anfratto delle aree di gioco per scovare tutti i possibili riferimenti inseriti dal team di sviluppo.).

 

Io ti Spiezzo in due
 

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Come già detto ad inizio articolo, Punch Club, ludicamente parlando, si presenta sotto la doppia veste di gestionale e gioco di ruolo. Nostro compito sarà infatti quello di provvedere a tutti i bisogni del protagonista cercando di far convivere al meglio delle nostre possibilità vita privata, allenamenti e lavoro. Più difficile di quanto sembri in realtà. Nel corso del gioco dovremo cercare costantemente un equilibrio stabile ma precario tra queste tre componenti, in quanto sarà necessario allenarsi per poter accrescere le proprie statistiche (forza, riflessi ed agilità) e poter affrontare al meglio gli incontri ma per poter far ciò dovremo essere in forze e allo stesso tempo avremo bisogno di lavorare per poterci mantenere e pagare tutte le nostre spese. Queste ultime attività, però, al pari degli allenamenti ci sottrarranno non solo tempo ma anche preziose energie (divise in quattro barre: salute, sazietà, morale e stanchezza) ed abbasseranno anche il nostro morale (sì non siamo dei grandi amanti di tutto ciò che comprende la fatica al di fuori della palestra). A questo va ad aggiungersi un’ulteriore difficoltà. Allo scadere delle 24 ore giornaliere, il livello della nostre nostre 3 abilità calerà di un certo quantitativo di punti e potremo compensare questo problema soltanto con una certa costanza negli allenamenti.

Aggiungiamoci anche una dose rilevante di combattenti ostici e superiori al nostro personaggio in buona parte dei casi e risulta chiaro come le prime ore di gioco potrebbero risultare come uno scoglio, in alcuni casi, addirittura insormontabile per i neofiti del genere. Questa eccessiva difficoltà porta con se anche un certo grado di ripetitività al quale, se non troppo avvezzi a questo tipo di prodotti, ben poco rimedio potrebbero porre le fantastiche citazioni di cui sopra.

Ovviamente avremo molti modi, legali e non, per poterci mantenere in forma. Oltre ai classici allenamenti in palestra potremo infatti acquisire degli attrezzi per allestire una nostra piccola sala pesi privata nel garage di casa ed ammortizzare i costi degli allenamenti (ma dovremo pagarle queste macchine) oppure scegliere la strada più rapida, quella del doping, ed ottenere boost nel livello delle abilità non da poco, al prezzo di alcuni effetti collaterali.

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Prima si è parlato anche di elementi RPG all’interno del titolo. Alle nostre caratteristiche basilari saranno collegati, oltre alle varie statistiche in battaglia, anche tre alberi delle abilità ben distinti e ramificati (oltre ad un quarto disponibile da subito) rappresentati dei 3 diversi stili di lotta nei quali si potrà specializzare il protagonista: Orso, Tigre e Tartaruga, che andranno ad inficiare pesantemente su quelle che saranno le strategie da adottare durante gli incontri. Per sbloccare le varie abilità dovremo guadagnare punti vincendo (o semplicemente partecipando) questi combattimenti (ufficiali o clandestini).

Per rendere però il protagonista specializzato in una sola “scuola”, la richiesta di punti aumenterà costantemente ogni qual volta in cui verrà sbloccata una nuova abilità, impedendoci così di poter uscire troppo dal seminato nelle prime fasi e strutturare la nostra esperienza su di uno stile ben preciso.

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Tutto questo, come detto, porta al climax dell’esperienza, vale a dire, gli scontri. Prima di ogni incontro che sia sul ring, in un magazzino abbandonato, per strada nel tentativo di sfuggire a dei malviventi, dovremo scegliere le mosse di  cui il combattente farà uso e lo stile di riferimento, che potranno essere cambiati tra un round e l’altro per adattarli al meglio allo stile dell’avversario. I combattimenti veri e propri, però, vista la natura manageriale del titolo, risultano essere estremamente passivi, con il giocatore che si ritroverà impotente spettatore attendendo impaziente che suoni la campana per poter supportare come può il suo avatar. Questo non è obbligatoriamente un difetto, sia chiaro, ma, come già detto in precedenza, i novizi potrebbero non gradire questa mancanza eccessiva d’interattività, in un prodotto in cui inserire la possibilità di scegliere attivamente quali mosse utilizzare non avrebbe di certo guastato.

 

La carica degli anni ’80
 

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Vista la forte componente citazionistica dell’opera, non stupisce la scelta di uno stile pixel art, funzionale e gradevole alla vista, a cui può essere aggiunto un filtro in stile “tubo catodico”, per dare un tono ancora più retrò all’esperienza.

Discorso simile per le musiche che riprendono in pieno quello che è il dettame di buona parte del cinema sportivo dell’epoca (torna alla mente ancora una volta Rocky ovviamente), ben caratterizzate ma che, in alcuni casi potrebbero risultare eccessivamente ridondanti in alcune situazioni di gioco estremamente lunghe.

Verdetto
7.5 / 10
Adriaaaaanaaaa!
Commento
Punch Club si è rivelato un prodotto interessante e curato, che farà la gioia di tutti coloro che vivono per cercare le citazioni all'interno di Film e Videogiochi o coloro che adorano la cultura pop del lungo periodo che va dagli anni '80 sino al nuovo millennio. Allo stesso modo la necessità di bilanciare attentamente gli allenamenti, le lotte ed i vari lavori saranno apprezzate da tutti coloro che hanno già esperienza con il mondo dei titoli gestionali, al contrario dei neofiti che potrebbero essere scoraggiati dallo scoglio iniziale non irrilevante.
Pro e Contro
Citazionismo sfrenato
Rami delle abilità ben implementati
Pixel Art congeniale al prodotto

x Alla lunga potrebbe risultare eccessivamente ripetitivo
x Prime ore di gioco estremamente traumatiche per i neofiti, e non solo.

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