Recensione Metro 2033

Capita spesso che nel mondo dell’intrattenimento un prodotto influenzi la produzione di altre opere. È questo il caso di Metro 2033, sviluppato da 4A Games e pubblicato nel 2010 da THQ, interamente ispirato agli eventi narrati nell’omonimo libro. Verrà seguito da Metro: Last Light, scopriamo ciò che ha reso grande questo titolo.

VERSIONE TESTATA: PC

Accompagna Artyom e morirai

Il gioco è ambientato nell’anno 2033 all’interno di una serie di gallerie che costituiscono la vecchia metropolitana di Mosca. Nei panni di Artyom ci ritroveremo alcuni anni dopo una terribile guerra nucleare che ha letteralmente sconvolto il pianeta, rendendo impossibile vivere in superficie e obbligando la popolazione ad abitare il sottosuolo. Le radiazioni prodotte hanno causato una terribile mutazione degli esseri viventi, trasformatisi in mutanti chiamati Nosalis, privi del senno della ragione e che attaccheranno indistintamente chiunque si trovi nelle loro vicinanze. La situazione è critica e tutti gli abitanti della Metropolitana cercano di resistere agli attacchi di queste creature che diventano sempre più frequenti. Le città che visiteremo saranno semplici stazioni arrangiate a piccoli quartieri, dove tutti, in un modo o nell’altro,  aiutano nella lotta per la sopravvivenza. Alla scomparsa del vostro patrigno Hunter, per una promessa fattagli, inizierà la vostra avventura che vi vedrà impegnati in una serie interminabili di viaggi per giungere alla Polis per consegnare un suo messaggio. Vari saranno i personaggi che vi accompagneranno nei cunicoli bui e tetri della Metropolitana, come Bourbon, Khan, Miller e molti altri ancora. I mutanti non saranno però gli unici nemici che incontrerete. Infatti, il mondo di gioco vede in guerra due fazioni, gli Imperialisti, di ideologia fascista, e i Rossi, di ideologia comunista, che cercheranno di prendere l’una il sopravvento sull’altra  Voi, invece, verrete aiutati dai Ranger, dei soldati che hanno come unico interesse la salvaguardia della popolazione. Un’altra tipologia di esseri viventi che compaiono nel mondo di Metro 2033 saranno i Tetri, delle creature misteriose che sembrano essere schierate contro gli esseri umani, nonostante abbiano salvato Artyom in diverse occasioni.

BOOM! HEADSHOT! …O forse no?

Metro 2033 è uno sparatutto in prima persona, con importanti elementi desunti dai survival horror. Le meccaniche di gioco sono praticamente le stesse di un qualunque altro gioco del medesimo genere, senza portare particolari innovazioni nel gameplay vero e proprio. Non sono molto numerosi i modelli delle armi che potremo scegliere e con noi potremo portare un pugnale, una pistola, un’arma d’assalto per la medio-lunga distanza e una tra varie tipologie di armi per le piccole distanze –per comodità le indichiamo semplicemente come vari tipi di fucili a pompa, ma sono incluse in questa categoria anche armi molto particolari e di notevole   potenza –. Avremo a disposizione anche dei coltelli da lancio e degli esplosivi, che saranno di due tipi: uno è un semplice candelotto di dinamite, che una volta acceso verrà lanciato ed esploderà, mentre l’altro avrà la particolarità di attaccarsi sul corpo del bersaglio, rendendo impossibile evitare il colpo. Indispensabile sarà la maschera antigas che ci permetterà di respirare in superficie nonostante le radiazioni presenti nell’aria e in alcune zone del sottosuolo particolarmente tossiche, la cui durata dipenderà dai filtri a disposizione. La nostra tuta sarà munita di una torcia elettrica ricaricabile attraverso una dinamo. Come moneta di gioco si useranno particolari proiettili, le “munizioni militari”, che saranno veramente poche come in ogni survival che si rispetti. Questa oggetto di scambio sarà indispensabile per acquistare cartucce, armi e relativi potenziamenti, filtri e/o nuove tute. Le munizioni militari, inoltre, possono anche essere utilizzate, nei momenti peggiori, per ricaricare le armi d’assalto, infliggendo una quantità di danni molto maggiore, ma dilapidando nel vero senso della parola la vostra fortuna.

Per quanto la componente d’esplorazione non sia il suo forte

Per quanto la componente d’esplorazione non sia il suo forte, Metro 2033 è strutturato in modo da costringere, o quasi, il giocatore a visitare ogni angolo dei cunicoli della Metropolitana, alla ricerca di proiettili per le proprie armi, di filtri quando saremo all’aperto e delle tipologie speciali di armi già citate sopra. Proprio queste armi saranno quelle più potenti, che utilizzano un particolare tipo di colpi veramente raro, ma saranno anche in grado di uccidere i mutanti più potenti in un solo colpo. Metro 2033 vanta anche una mediocre componente stealth per quanto riguarda le sessioni di gioco in cui avremo a che fare con altri esseri umani. L’intelligenza artificiale non è delle migliori e basterà restare al buio per renderci letteralmente invisibili al nemico, dove un bracciale sul polso ci farà capire quanto siamo “luminosi” e visibili. In un livello ci siamo fatti scoprire dal nemico e ci siamo buttati letteralmente addosso ad un suo compagno, ritrovandoci perfettamente al buio: non erano in grado di colpirci perché non ci vedevano. Inoltre, sembra quasi che il nemico non sia in grado di sentirci muovere, fatta eccezione per vari oggetti disseminati sul pavimento, posti lì con lo scopo di funzionare come allarmi. Molta attenzione, infatti, dovrà essere posta nel guardare questi oggetti, non solo per non farsi scoprire, ma anche perché potrebbe trattarsi di trappole mortali. Interessante è stata anche la presenza di due finali, uno “buono” e uno “cattivo”, anche se è difficile scoprirne l’esistenza. In condizioni normali, finendo il gioco, si arriverà al secondo dei finali citati, mentre, per poter vedere il primo, sarà necessario accumulare un “karma positivo” mediante apposite azioni.

Survival horror+FPS, un’accoppiata vincente

La critica ha letteralmente affossato gli ultimi capitoli del franchise Resident Evil, in particolar modo Operation Raccoon City, per aver perso la sua componente horror in favore di elementi puramente action da FPS, facendo sembrare impossibile un’unione tra questi due generi. Al contrario, Metro 2033 è riuscito a far coesistere, già alcuni anni prima, gli elementi di entrambe le tipologie di gioco, creando un’ambientazione in cui l’ansia la fa da padrone per la maggior parte delle sessioni esplorative. Ciò lo si vede in modo particolare quando ci ritroveremo contro i mutanti, di cui spesso e volentieri è possibile udirne le urla, senza riuscire a vederli.
Metro 2033, tuttavia, presenta una serie di difetti che ne delineano i limiti. Ad esempio, spesso i colpi alla testa contro altri esseri umani, che dovrebbero portare alla morte, non lo fanno, costringendo a sparare di nuovo. L’intelligenza artificiale non è delle migliori e i vari soldati nemici non saranno in grado di visitare l’intera zona, ma saranno ancorati a piccole zone, rendendo assai semplice la loro eliminazione. Un’altra cosa assurda l’abbiamo notata quando un colpo di doppietta, sparato in petto al nemico a pochi centimetri di distanza, non è stato in grado di uccidere il nemico, mentre un coltello da lancio nel suo ginocchio sì. In generale, però, questi difetti non minano in misura eccessiva l’esperienza di gioco, rendendo Metro 2033 un ottimo titolo del suo genere.

La paura -o il brutto- fa 90

Metro 2033 vanta uno dei comparti grafici meglio realizzati della sua annata, rendendo la versione PC non adatta a tutti. Noi l’abbiamo giocato su una Nvidia GTX 580 e un Intel i7-2600k, con 16GB di RAM, con i dettagli grafici al massimo e senza troppi problemi. Tuttavia, con configurazioni più vecchie il gioco potrebbe facilmente avere problemi di lag, costringendovi a ridurre la qualità delle texture. I modelli poligonali, che si tratti di umani o Nosalis, sono stati ben realizzati e le animazioni, seppur molto basilari, non presentano difetti di alcun tipo. Anche le ambientazioni, sia quelle sotterranee sia quelle all’aria aperta, erano praticamente perfette, nonostante alcuni oggetti non fossero perfettamente solidi, permettendovi il passaggio dei mostri al loro interno (ma non il nostro). I vari paesaggi rispecchiano alla perfezione la situazione post-apocalittica in cui ci troviamo, con dettagli che migliorano la componente horror, contribuendo ad un maggiore senso di paura e ansia. Mal realizzati, invece, sono i volti degli NPG che incontreremo, presentando sguardi del tutto assenti. I Nosalis, invece, sono perfetti esteticamente e sono incredibilmente spaventosi. Mediocri risultano essere anche i sottotitoli di gioco che, pur non presentando errori, sono in ritardo rispetto alle voci. Al contrario, il comparto audio è di grandissimo livello, che vanta un ottimo cast per il doppiaggio italiano. Abbiamo però riscontrato che fossero soltanto in due, al massimo tre, ad occuparsi delle voci dei personaggi secondari che popolano le varie stazioni, rendendo anonima e poco varia la popolazione delle stazioni.

Verdetto
8 / 10
Ora puoi vivere il tuo libro preferito
Commento
Metro 2033 è un titolo alquanto controverso. Vanta una trama di altissimo livello, seppur non originale essendo totalmente ispirata dal suo omonimo libro, con un gameplay veramente accattivante. La componente horror è di grandissimo rilievo: più e più volte abbiamo avuto paura nel corso del gioco, in seguito ad attacchi e/o boati improvvisi. Per non parlare della straordinaria realizzazione di Mosca, sotterranea e non, però i difetti riscontrati ci hanno anche lasciato l'amaro in bocca. Indubbiamente Metro 2033 resta un ottimo titolo e i bug riscontrati non minano assolutamente l'esperienza di gioco. Alla luce di quanto detto, l'ormai recente raccolta Metro Redux potrebbe essere un'ottima occasione per recuperare questa piccola perla
Pro e Contro
Incredibile spessore narrativo
Gameplay ben realizzato
Buona integrazione tra action e survival horror
Ambientazioni stupende

x Pessima realizzazione dei volti
x Intelligenza artificiale inesistente
x Sporadici bug di ogni sorta

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