Alchimia massiva

Nonostante la grande libertà di gioco che Firis offre, come sempre passeremo gran parte del nostro tempo creando oggetti. Proprio come in Atelier Sophie, anche in questo capitolo ogni nuova ricetta alchemica andrà appresa facendo determinate attività come sintetizzare lo stesso oggetto più volte, raccogliere ingredienti, combattere e molto altro ancora. Avremo la possibilità di imparare nuove ricette anche completando quest secondarie o assistendo a vari eventi, in qualsiasi caso, soddisfatte le condizioni sbloccheremo l’idea che permette di creare un particolare item. Per quello che riguarda la sintesi vera e propria è stata introdotta un’interessante novità che consiste nella capacità di Firis di creare un singolo oggetto. Sintetizzando più volte lo stesso item, questo salirà di livello, con la nostra protagonista che sarà in grado di crearne uno di qualità sempre maggiore. L’alta qualità di quello che creiamo influisce molto sul risultato finale, permettendoci di avere oggetti più potenti del normale in caso di quelli offensivi o con particolari proprietà curative parlando di quelli difensivi. Stesso discorso si applica ad armi e armature: per ottenerne di migliori dovremo crearne in grande quantità. Un’altra novità è l’alchimia di massa, che funziona in maniera diversa da quella classica. Questo tipo di sintesi permette di creare oggetti speciali o di grandi dimensioni: questi saranno principalmente legati alla trama e alcune quest speciali. L’aereonave citata in precedenza, ad esempio, va creata proprio ricorrendo a questa sintesi speciale. Per effettuare queste creazioni particolari dovremo avere a disposizione un grandissimo numero di materiali, fino a raggiungere la qualità richiesta. Se non raggiungeremo questo numero, non potremo creare l’oggetto neanche avendo tutti i materiali a disposizione. Anche in questo caso la qualità degli ingredienti gioca un ruolo fondamentale.

Il sostanza, il sistema di alchimia si rinnova ancora una volta riuscendo nella difficile impresa di mantenere fresca una meccanica di gioco presente da ormai 20 anni. 

Firis tuttofare

In un JRPG che si rispetti non possono mancare le classiche quest, e anche in questo caso Firis propone novità sostanziose. A differenza dei vecchi capitoli, dove per intraprendere una quest dovevamo semplicemente andare alla classica gilda o taverna e sceglierne una, qui il giocatore è chiamato a svolgere una serie di compiti in base alle esigenze degli NPC. Una quest si può attivare in qualsiasi momento, che sia parlando con qualcuno che cerca aiuto o arrivati in luoghi specifici di una mappa. Potrà capitare di dover consegnare delle medicine a gente malata, andare a trovare materiali rari, creare oggetti particolari o salvare gente in pericolo attaccata da mostri. Vi sono poi le cosiddette “Chain quest” dove completandone una ne attiveremo subito un altra collegata alla prima. Le chain quest ci coinvolgeranno in compiti speciali da portare a termine nel modo che preferiamo. Ad esempio, arrivati ad un ponte distrutto potremmo scegliere se trovare un’altra via, riparare il ponte o portare i materiali necessari per farlo riparare ad altri. Fatto questo sbloccheremo una successiva quest che chiederà di esplorare il luogo che si trova oltre il ponte.

In tutto questo, la cosa che colpisce maggiormente è la grande varietà di missioni presenti, difficilmente infatti dovremo fare la stessa cosa più di volte.

Alchimisti…scattanti

Atelier Firis è un gioco realizzato splendidamente. Lo dimostra la cura nel dettaglio dei personaggi, con i loro modelli 3D che finalmente danno l’idea di essere stati realizzati per le piattaforme di questa generazione, gli ambienti, che mai come in questo capitolo offrono tanta varietà: lande desertiche, foreste, pianure lussureggianti, montagne innevate e luoghi colmi di mistero come rovine sottomarine e molto altro ancora. Tutta queste bellezza visiva però è intaccata da quello che senza dubbio è il difetto più grave del gioco: il frame rate. Laddove Sophie girava a 60fps stabili in Firis la situazione è ben diversa, con gli fps che vanno da 30 fissi in quasi tutte le situazioni per poi balzare a 60 in certi frangenti dell’esplorazione o addirittura scendere sotto i 25 in particolari condizioni atmosferiche come la nebbia, calo però che si registra solo nelle mappe con fitta vegetazione. Nonostante la potenza di PS4, il supporto a PS4 Pro e il porting su PC, questi problemi di framerate persistono e con ogni probabilità sono imputabili alla natura multipiattaforma del gioco, con gli sviluppatori che potrebbero essere scesi a compromessi per non far risultare troppo penalizzata la versione PS Vita.

I difetti evidenti però non intaccano un prodotto che come detto, eccelle in quasi tutti i suoi campi come ad esempio il sonoro. Da sempre Atelier propone brani realizzati soprattutto al pianoforte di grande impatto e Firis continua la tradizione. La traduzione, sebbene solo in lingua inglese è come sempre ottima, ma si notano alcuni errori soprattutto durante l’esame, dove alcune domande a scelta multipla possiedono risposte uguali e inducono all’errore così come la descrizione di alcuni oggetti e missioni, leggermente diversa da quanto richiesto. Come ormai da prassi è presente sia l’audio inglese che quello originale giapponese e per la prima volta, è stata localizzata anche la canzone d’apertura, Flora. Un piccolo segno che Koei Tecmo vuole far crescere la serie anche in occidente.

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Verdetto
9 / 10
Piccole alchimiste crescono e viaggiano
Commento
Nonostante qualche difetto a livello tecnico, Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey è l'esponente della saga definitivo. Gust ha finalmente fatto quel passo in avanti tanto atteso sia a livello di qualità che contenuti, sfornando un gioco accessibile anche ai non veterani della serie. Una piccolo gioiello che merita di entrare nella collezione di qualsiasi appassionato di JRPG.
Pro e Contro
Splendido cast
Mappe sconfinate
Grande varietà di quest

x Storia principale corta
x Framerate instabile
x Battle System troppo semplificato

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