Recensione Adr1ft

Baluardo di Oculus Rift e della “VR Generation” che sta impazzando su PC e a breve su PlayStation 4, Adr1ft di Three One Zero fin dal suo annuncio ha attirato a sé più di un’attenzione. Con la promessa di un’avventura spaziale da vivere in prima persona, che replicasse le stesse emozioni vissute con la recente ondata di pellicole fantascientifiche da Oscar come Gravity, Interstellar o The Martian, è arrivato il momento di tirare le somme sulla versione PlayStation 4 di Adr1ft, disponibile dallo scorso 15 Luglio al costo di 19.99€.

Versione Testata: PlayStation 4

Defying Gravity
Svegliarsi nello spazio, in balia dell’assenza di gravità, e senza sapere cosa ci è successo. Questo è il dramma del comandante Alex Oshima, giovane astronauta a capo della stazione orbitale HAN-IV. Pochi secondi per reagire, per fare il punto della situazione ed accorgersi delle condizioni critiche della stazione e della nostra tuta, l’unica speranza della nostra sopravvivenza. Questi sono i primi minuti di Adr1ft, un’esperienza in prima persona, come la definiscono i suoi sviluppatori, ambientata nelle profondità dello spazio. Il nostro scopo sarà quello di sottrarci da una fine che sembra quasi segnata, ripristinando i 4 mainframe della base orbitale e tentare una fuga verso la salvezza imboccando la strada di casa, la Terra.
Adr1ft, dal punto di vista ludico sceglie di incanalarsi nell’irto mondo dei “walking simulator”, avventure dove esplorazione e narrativa sono l’una a servizio dell’altra. Alcuni esempi riusciti li ritroviamo in The Vanishing Of Ethan Carter o Dear Ester, che in base al modo in cui vengono affrontati è possibile ricostruire parte della storia e farsi un idea generale degli eventi. Adr1ft si avvale della stessa formula, non riuscendo però a bilanciare per bene questi due aspetti.

Gli elementi della trama “nascosti” fra le macerie della HAN-IV, siano questi audio-log o scambi di email fra i membri dell’equipaggio, appaiono poco connessi con il resto dell’avventura, risultando distanti al giocatore. Sono presenti, e abbastanza chiarificatori (non ci addentriamo troppo nei dettagli per non rovinarvi la sorpresa, se di sorpresa si può parlare) ai fini della storia, ma mai ben legati ad essa, il che porta al rischio di terminare il gioco senza accorgersi dei reali motivi scatenanti che ci hanno portato a vivere questa avventura. Altro “problema” di fondo di Adr1ft è la mancanza di qualsiasi “elemento” di pericolo o sviluppo inaspettato che porti il giocatore a vivere veramente questa esperienza con la dovuta ansia ci si dovrebbe provare trovandoci alla deriva nello spazio.

In space, no one can hear you scream
Salvo i primi minuti dove una certa componente survival ha il sopravvento sul resto, causata dal necessario recupero di bombolette di ossigeno per ripristinare la nostra scorta e spostarci all’interno della stazione, non appena apporteremo la prima riparazione alla tuta EVA, il senso di pericolo verrà mitigato. La ricerca di ossigeno sarà una costante dall’inizio alla fine, ma influirà decisamente meno sulla nostra esplorazione, con ampi margini di riuscita fra una ricarica e l’altra, oltre ad una sempre massiccia presenza di bombole e stazioni di ripristino. L’asfissia quindi sarà una delle, se non la sola, cause della nostra morte dato che l’uso dell’ossigeno sarà condiviso con altri aspetti della nostra tuta, come ad esempio il sistema propulsivo che ci permetterà di muoverci all’interno della base o per effettuare brevi traversate. In questo caso la tuta sarà lo strumento per aggirarci all’interno dei corridoi della HAN-IV, e per farlo potremo affidarci ai suddetti propulsori che ci consentiranno un movimento tridimensionale all’interno dell’ambiente. Gli unici comandi da imparare sono quelli relativi al sistema di spostamento, affidato prevalentemente ai grilletti e ai dorsali del DualShock4 per alzarci o abbassarci in “volo” o raddrizzare la nostra traiettoria. Nonostante la semplicità dei comandi ogni tanto capiterà di non riuscire ad avere pieno controllo sulla nostra protagonista, finendo in balia dell’inerzia, specie se andremo a sbattere contro qualche ostacolo.

Anche l’esplorazione in sé, sebbene lo stato della stazione non sia delle migliori, non risulta mai troppo ostica, e a parte qualche sezione nelle ore finali dove dovremo stare attenti a non finire vittime di cavi elettrici scoperti o esplosioni dovute a componenti instabili, non saremo mai di fronte a situazioni potenzialmente mortali. Un vero peccato, dato che l’ambientazione spaziale creata si prestava ad un maggior coinvolgimento all’interno dell’avventura di Three One Zero. Infatti la HAN-IV è la vera e sola protagonista del gioco, con i suoi ambienti asettici, una volta laboratori di ricerca divenuti adesso teatro di morte dei suoi componenti. Sia negli interni che nelle fasi “all’aperto” nello spazio l’atmosfera che si respira è splendida e riesce a trasmettere al giocatore il giusto senso di desolazione, come se da un momento all’altro venissimo scagliati alla deriva in pasto ad una morte certa, ma che alla fine dei conti non riesce a concretizzare quanto pianificato inizialmente.

Che fine ha fatto Sandra Bullock?
Giocando la sensazione che si ha è quella che ogni elemento sia stato ben studiato per rendere al meglio giocandolo con un visore VR. Dalle bolle d’acqua in assenza di gravità che fluttuano di fronte ai nostri occhi ai frammenti dell’astronave, fino a strutture semimoventi nelle quali ci dovremo addentrare per apportare le riparazioni necessarie, ognuno di questi dettagli è stato inserito per essere valorizzato proprio se giocato sfruttando un casco virtuale. Non che senza il gioco dal punto di vista tecnico non si faccia apprezzare, ma è sicuramente un valore aggiunto per chi, dopo aver investito in questa nuova tecnologia, cerchi di sfruttarla al meglio. Anche da questo punto di vista, se il comparto tecnico è sicuramente uno dei punti di forza di Ad1ft, almeno su PlayStation 4 la performance non è pulita come ci si potrebbe augurare a causa di un frame rate non sempre costante, che causa un fastidioso effetto “singhiozzo” in più di un occasione. Non mancano anche problemi relativi alle texture, alcune delle quali stonano nell’insieme per colpa di una risoluzione ben al di sotto delle aspettative o che tardano a caricarsi, con fastidi effetti pop-up. Inoltre, sempre la versione PlayStation 4 soffre di un fastidioso bug che fa crashare l’applicazione, ogni qual volta si tenti di ricaricare il check-point precedente. Per fortuna i salvataggi automatici sono abbastanza frequenti e in caso di riavvio i dati persi saranno limitati.
D’atmosfera l’accompagnamento musicale, per lo più un silenzio ovattato frammentato da qualche musica dal sapore fantascientifico durante qualche evento per infondere il giusto tono drammatico. Buono invece il doppiaggio degli audio-log o delle trasmissioni radio, presenti in versione originale e supportati da sottotitoli in italiano, purtroppo non troppo facili da leggere a causa di una scelta poco felice nel font usato.
Ultimo punto da analizzare riguarda la durata dell’avventura, che si attesta sulle 5/6 ore, tempistica dovuta al tempo impiegato nel ripristinare la stazione HAN-IV e recuperare tutto il materiale che possa aiutarci a rimette insieme i nostri ricordi. Una durata tutto sommato accettabile, sebbene si senta il peso di un livello di sfida pressoché inesistente.

Verdetto
7 / 10
Lo spazio è infinito, la pazienza no
Commento
Adr1ft paga un po' il peso delle aspettative. Nel complesso le atmosfere e la storia alla base del titolo ThreeOneZero ci sono e riescono a catturare il giocatore nelle prime ore, portandolo a scoprire i misteri dietro all'incidente della HAN-IV. Purtroppo però la “magia” dei primi istanti svanisce quando ci si rende conto che manca qualcosa che stimoli a proseguire, un punto di svolta drammatico che ha reso pellicole come Gravity o The Martian tanto apprezzate. A conti fatti quello che ci si trova fra le mani è un walking simulator ambientato nello spazio, bello da vedere e da vivere come “esperienza” fine a se stessa ma povero dal profilo narrativo, rivelandosi forse più adatto ad intrattenere il giocatore come demo tecnica per un visore di Realtà Virtuale (al momento però solo su PC) che non come gioco in sé.
Pro e Contro
Ottima atmosfera spaziale
Controlli semplici
Perfetto per il VR
La storia ha del potenziale...

x ...a conti fatti inconcludente e troppo slegata al resto
x Basso livello di sfida
x Mancano gli stimoli verso il giocatore

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