Recensione A Story About My Uncle

Il mese di maggio ha avuto come protagonisti una serie di titoli indie che hanno letteralmente invaso il mercato. Da Vertical Drop Heroes HD, passando per Monochroma e sino ad arrivare a Sword & Soldiers, quest’ultima settimana se ne aggiunge un altro alla lista, A Story About My Uncle. Sviluppato da Gone North Games e pubblicato da Coffee Stain Studios (probabilmente li conoscerete per Goat Simulator, ndr), questo “nuovo” indie sarà da oggi disponibile attraverso la piattaforma digitale di Valve, Steam. Ne varrà la pena? O resterà un titolo anonimo? Ecco le nostre impressioni.

C’era una volta mio zio

Le vicende di A Story About My Uncle avranno inizio con la richiesta di una storia da parte della figlia del protagonista prima di andare a letto. La scelta ricadrà su un’avventura che lo stesso personaggio principale ha vissuto nell’infanzia e che si rivelerà a dir poco incredibile. Infatti, suo zio Fred è sparito senza lasciare indicazioni. Visitando la sua casa, vi imbatterete in una strana tuta che indosserete senza pensarci due volte, presi dalla curiosità. Recandovi nell’osservatorio, finirete con l’essere catapultati in un mondo fantastico. Qui inizierà la ricerca di “the uncle Fred”, seguendo una serie di indizi e di tracce lasciate al suo passaggio. Farete la conoscenza di creature misteriose che vi aiuteranno nel vostro viaggio, tra cui la piccola Maddie, che assumerà un’importanza progressivamente maggiore. Proseguendo nella vostra avventura, vi saranno fornite sempre più informazioni riguardo la vita di Fred, contribuendo a creare un personaggio misterioso al limite tra il folle ed il geniale. Assisterete ad una contrapposizione tra progresso e “semplicità”, attraverserete luoghi bui e pericolosi e sarete artefici di una lunga serie di imprese acrobatiche. Insomma, sarete protagonisti di una di quelle avventure che ognuno di noi sogna di vivere da bambino.

Chi ha bisogno della violenza per divertirsi?

La prima caratteristica che spicca per quanto riguarda le meccaniche di gioco è, senza ombra di dubbio, la mancanza di violenza in tutto lo svolgersi della vostra avventura. La  ricerca darà vita a vere e proprie corse acrobatiche in prima persona, rese possibili dalla vostra tuta. Vi permetterà, infatti, di compiere salti stratosferici, di generare dei raggi dal guanto, che vi permetteranno di saltare da un luogo all’altro (un po’ come uno Spider-Man tecnologicamente più avanzato, ndr). Il misto di trama fiabesca ed azioni spettacolari rende l’esplorazione di questo mondo così fascinoso, ma al contempo strambo, l’asso nella manica del titolo dei ragazzi di Gone North Games. Sebbene la longevità legata alla storia non sia particolarmente elevata, soprattutto per chi è già pratico con questo tipo di platform, le sfide a tempo e i collezionabili ivi presenti vi terranno impegnati per molto tempo, soprattutto se si tiene conto che questi ultimi sono necessari per sbloccare modalità extra, come la “Goat Mode”.

La spettacolarità di un salto

Esteticamente parlando, A Story About My Uncle è stato perfettamente realizzato. Nonostante le texture non gridino alla next-gen, il risultato complessivo è non solo degno di nota, ma anche tremendamente bello da osservare. Ogni ambientazione è profondamente ispirata e adeguata al contesto narrativo fiabesco. L’esplorazione vi lascerà stupiti in ogni momento del gioco, al punto che più e più volte salterete col solo proposito di guardarvi intorno per ammirare il tutto da un altro punto di vista. Sebbene nelle fasi finali di gioco possa diventare frustrante per l’improvvisa difficoltà che si riscontra nel capire come proseguire, il team di Gone North Games ha creato, senza troppi giri di parole, una delle esplorazioni più ispirate degli ultimi tempi.
Tuttavia, anche se si tratta di un problema decisamente marginale, in alcune situazioni le texture non saranno caricate in tempi sufficientemente brevi. In modo particolare, ciò si verificherà quando sposterete la telecamera troppo rapidamente, ma si tratta di pochi e rari casi isolati. Anche le colonne sonore sono profondamente ispirate e si adattano perfettamente a luoghi e situazioni, mantenendo, anche in questo caso, l’aspetto fiabesco che il titolo indie si propone di offrire. Di notevole pregio è anche il doppiaggio dei personaggi. Per tutto il tempo, infatti, avrete quasi la sensazione di essere davvero su un letto ad ascoltare i racconti di un vecchio saggio. Voci maestose, pulite e che sono sicuramente piacevoli per l’udito contribuiranno a dare maggiore enfasi alla narrazione di questa storia, che è certamente già eccezionale di suo. Insomma, anche da un punto di vista meramente tecnico, il lavoro svolto dal team di sviluppo è stato a dir poco eccellente, trasformando ciò che è nato come semplice progetto universitario in una piccola perla del mondo videoludico.

Verdetto
8.5 / 10
La storia di un bambino salterino che cerca il suo folle zio
Commento
A Story About My Uncle è senza ombra di dubbio un ottimo acquisto per il mondo degli indie. Un'avventura fiabesca avvincente e tremendamente affascinante, delle meccaniche di gioco in prima persona legate ad una delle esplorazioni più ispirate degli ultimi tempi e prive di violenza alcuna, ecco cos'è A Story About My Uncle. Probabilmente alcuni potrebbero essere demotivati dall'acquisto proprio a causa della mancanza di azioni violente e uccisioni, ma lasciatevi dire che l'indie di Gone North Games non ne ha bisogno per meritare di essere acquistato. Amanti o meno del genere, si può solo restare affascinati da un lavoro simile. Tuttavia, unica vera grande pecca del gioco sembra essere proprio la longevità, poiché solo una fetta di utenza sarà realmente interessata a trovare ogni collezionabile presente, rendendo quindi il gioco particolarmente breve. Ma va anche sottolineato come un gameplay ed un mondo così ispirati possono garantire un'alta rigiocabilità per molti altri.
Pro e Contro
La narrazione
L'esplorazione
Il comparto tecnico ben realizzato...
Decisamente rigiocabile...

x ...Nonostante presenti alcuni piccoli difetti
x ...Ma potrebbe durare troppo poco per altri

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