Se andate a vedere Baywatch cercando intenzionalmente un film serio avete probabilmente sbagliato sala.

Nell’enorme  frullato di revival degli anni novanta tuttora in corso (sia videoludicamente che dal lato delle serie tv) non poteva mancare una pellicola dedicata ai bagnini più famosi del mondo, guidati per circa dodici anni dall’instancabile David Hasselhoff e dalla bella e formosa (e sogno di tantissimi adolescenti) Pamela Anderson. Dietro la camera da presa Seth Gordon, già regista di Come Ammazzare il Capo e vivere felici, mentre davanti un cast composto tra gli altri dall’ormai instancabile Dwayne “The Rock” Johnson, un palestratissimo Zac Efron e la stupenda Alexandra Daddario. Il risultato è una pellicola che vuole sinceramente che spegniate il cervello e ridiate di gusto, sentendovi poi sporchi per quanto vi abbia spiazzato la scena. Una puntata dei Griffin sotto steroidi e piena di momenti al limite dell’assurdo. Ma Baywatch è solo questo? Abbiamo visto il film in anteprima e oggi, in occasione dell’uscita italiana, siamo pronti a dirvi la nostra. 

Bagnini all’inseguimento
Per buona parte della pellicola di Seth Gordon non ci siamo resi conto se il lavoro messo in atto fosse un reboot, un remake  o un sequel della storica serie televisiva.Questo perché i protagonisti riportano tutti i nomi dei personaggi della serie con David Hasselhoff: ci troviamo quindi di fronte ad un Dwayne Johnson eroe della spiaggia, un Mitch Buchanan più pompato ed eroico che mai, un Zac Efron che interpreta un Matt Brody ribelle ed ex-campione olimpionico, una Kelly Rohrbach al suo primo ruolo “importante” che interpreta CJ (il personaggio che fu di Pamela Anderson) ma allo stesso tempo ci saranno occasioni, tra una battuta e un’esplosione, per citare alcune delle storie più strane delle 11 stagioni della serie tv. Baywatch parte molto bene, creando dinamiche da camerata tra i diversi personaggi (soprattutto tra Mitch e Brody) per poi diventare un poliziesco leggero (e sinceramente prevedibile) durante tutta la seconda parte del film. Il che non è necessariamente un problema visto che  nessuno dei personaggi (Dwayne Johnson escluso) perde occasione  di ribadire come loro siano solo bagnini e non dovrebbero dedicarsi a certe cose.

Baywatch non scherza solo sui casi da spiaggia che hanno reso cult la serie anni novanta, ma anche su tutti i cliché dei bagnini capitanati da Mitch: dallo slow motion delle corse sulla sabbia, ai costumi super attillati per dare gioia agli spettatori (e spettatrici) dall’ormone facile, il tutto condito da battute e effetti speciali da telefilm di serie b, probabilmente volutamente trash per adattarsi al resto della pellicola.
Baywatch non vuole essere preso sul serio. Baywatch di Seth Gordon aveva un’identità da film ignorante fin dal primo trailer e la mantiene (quasi costantemente) fino alla fine del film, e senza  alcun messaggio velato sotto.

Belle fuori, dentro e tutto intorno
Per le circa due ore complessive, Baywatch non si prende mai sul serio. È vero vengono trattati argomenti come la fiducia, la droga e l’orgoglio, ma  sempre alternati ad un umorismo becero che prega lo spettatore di non cercare nulla di profondo, a meno che non si parli del fondale marino.

È un film cazzone che sa di esserlo.

E riesce nel suo ruolo soprattutto grazie all’ottima sinergia del cast (comprese le due guest-star immancabili in un revival del genere) che traspare dalla visione in lingua originale del film. Oltre il già citato rapporto tra Efron e Johnson (che mette in ombra praticamente tutto il resto) ottima prova anche per Alexandra Daddario (True Detective) Ilfenesh Hadera e Kelly Rohrbach belle e ottimamente calate nella parte delle Bagnine sopra le righe.

Ed in mezzo a tutte queste belle figliole, e questi omini fisicati pronti a  grattare il parmigiano sugli addominali e a sollevare frigoriferi come test d’ingresso c’è lui: Ronnie (Jon Bass), cicciottello, imbranato, ma determinato a diventare un bagnino. Il personaggio di Ronnie è infatti inedito per la serie, ed è anche una buona intenzione contro eventuali body shaming, sebbene sia una scelta abbastanza paracula vedendo il resto del cast. Fortunatamente Ronnie è ben costruito (per quanto semplice), nonostante anche la sua storyline sia prevedibile fin dalla prima inquadratura, ma riesce ad integrarsi ottimamente tra tutti i fustacchioni della baia.

 

Ti ha fatto schifo? Non ce ne frega un caz…
Insomma, Baywatch va preso per quello che è: un film basso e pieno di battute volgari, ma che se visto nell’ottica giusta non può che strapparvi qualche risata. Non entrate in sala cercando un messaggio serio, perchè non lo riceverete. Potrete però abbassare le vostre difese (e il vostro quoziente intellettivo) e godervi una commedia americana con un cast che ci crede davvero, scene d’azione ben girate e una CGI forse vincolata ancora agli anni ottanta. Ma se lo prenderete per il verso giusto, siamo sicuri che i bagnini all’inseguimento vi divertiranno. 

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