Tramite un’intervista in occasione del New York Comic Con con il produttore di Sword Art Online: Lost Song, Yosuke Futami, sono emersi ulteriori dettagli in merito alle sfide incontrate durante lo sviluppo, la mancanza di un avatar femminile e molto altro.

 

Riportiamo i punti essenziali dell’intervista qui sotto:

 

Domanda: Anche se i giocatori possono personalizzare il loro personaggio in Lost Song, possono giocare solo un avatar maschile. RE: Hollow Fragment permetteva anche di creare un avatar femminile. C’è stata una ragione particolare per la rimozione di questa funzionalità in Lost Song? Tornerà in Realization?

 

Risposta: Una delle ragioni è che lo sviluppatore è cambiato (Infinity Movement e Hollow Fragment sono stati sviluppati da Aquria mentre Lost Song da Artdink). Sostanzialmente in RE: Hollow Fragment veniva consentita la modifica in avatar femminile a partire da quello di Kirito, facendolo dunque somigliare ad una ragazza. Ma il concetto in Lost Song è diverso, poiché il giocatore può creare il proprio avatar. Ci sono nove razze differenti e per permettere una personalizzazione più completa è stato necessario implementare moltissime opzioni. Ci sono tanti limiti di cui tenere conto, ma in futuro terremo in considerazione molti più fattori, come il genere e il tipo di avatar.

D: Lost Song è il primo titolo della saga Sword Art implementato su PS4. Che risultati avete potuto raggiungere rispetto allo sviluppo su PS Vita?

 

R: Il tutto è stato implementato a 60 FPS e c’è molta più varietà di gameplay poiché il personaggio principale può volare nel cielo. Anche per quanto riguarda il comparto grafico abbiamo texture più ricche e si può vedere meglio gli oggetti sulla lunga distanza. I personaggi stessi sono più vividi.

 

 

D: Iniziando a lavorare su Sword Art Online, che sfide avete dovuto affrontare cercando di adattare la storia dell’anime ad un titolo open world? Che tecniche avete utilizzato per far immergere i giocatori in un mondo di realtà virtuale senza avere davvero il Nerve Gear?

 

R: Ci sono state varie sfide per integrare gli elementi dell’anime nel gioco. La prima è che questo gioco non è fatto per la VR – anche se Sony ha proposto l’opzione per il futuro – ma dato che si basa sulla storia dell’anime abbiamo dovuto fare in modo che le persone si sentissero veramente come se stessero giocando a Sword Art Online.

 

La seconda è stata visualizzare e collegare la storyline del Mondo Reale con quella del Mondo del Videogioco nel gameplay. Per evitare scomodità la storia è dunque stata sincronizzata per rendere le due trame interconnesse.

 

In RE: Hollow Fragment c’è un opzione per la prospettiva in prima persona che permette di giocare “tramite i propri occhi”. Quindi è un’opzione che si può considerare per consentire un’esperienza proprio come la vivono i personaggi all’interno dell’anime.

 

Ho anche provato a testare la vista in prima persona con Kirito che volava nel cielo ma mi ha fatto sentire male, dunque ho deciso: no.

D: Anche se Xbox One non è molto popolare in Giappone lo è in Occidente. Alcuni sviluppatori stanno dunque rilasciando i loro giochi sulla console Microsoft per il solo Occidente, c’è la possibilità che questo accada anche per Lost Song?

 

R: Per Sword Art Online non era nemmeno prevista la localizzazione in Occidente finché non abbiamo scoperto che alcuni fan appassionati la richiedevano, perciò l’abbiamo realizzata.

 

Per Xbox One potrebbe essere possibile se ci arrivassero più richieste in tal senso.

D: Voi e Bandai Namco Entertainment state considerando un rilascio su Steam di Lost Song dato che molti altri titoli Bandai ricevono questo trattamento?

 

R: Siccome Lost Song è il primo titolo su PS4 che arriva in Occidente, vorremmo prima sondare i risultati su tale console. Una volta ricevuti numerosi feedback, considereremo il rilasciare il gioco anche su Steam ed altre console.

 

Continuate a seguirci per ulteriori aggiornamenti in merito a Sword Art Online: Lost Song.
 

 


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