Recensione Yakuza Kiwami

Ohana significa Famiglia. Kiwami significa Estremo

A Gennaio ci eravamo occupati di Yakuza 0, l’ultimo capitolo che anticipava l’atteso sesto episodio delle avventure dell’ex yakuza Kazuma Kiryu e che ci riportava nei gloriosi anni ’80 della mafia giapponese. A pochi mesi di distanza torniamo di nuovo a parlare del drago di Kamurocho, questa volta con un ritorno atteso da molti, il remake di Yakuza, il primo storico capitolo che ha dato il via a questa epica e longeva saga. Disponibile dal prossimo 29 Agosto ad un prezzo decisamente invitante (34,99€ in un elegante edizione steelbook) Yakuza Kiwami è l’occasione perfetta per avvicinarsi a questa serie. Ma procediamo con ordine: scopritelo insieme a noi nella nostra recensione.

La carpa e il dragone
Yakuza Kiwami è una crime story in tutto e per tutto
È il 1995. Kazuma Kiryu è un giovane yakuza appartenente al Tojo Clan, una delle casate della famiglia Dojima. La vita di Kiryu scorrere tranquilla: amato da tutti, ben visto all’interno del suo clan e amico fidato di Nishikiyama e Yumi, inseparabili fin dai tempi dell’orfanotrofio dove sono cresciuti. Nulla potrebbe scalfire questo idillio. O così sembra.
In una notte d’Ottobre, una delle classiche notti da dimenticare, Kiryu scopre che il suo amico d’infanzia, Nishikiyama, ha ucciso il patriarca della famiglia Dojima, nel tentativo di salvare Yumi che era stata rapita dal boss. Per permettere ai due di fuggire, il giovane “drago” si farà carico dell’accusa di omicidio, finendo in carcere per i seguenti 10 anni e venendo espulso dal clan. Al suo ritorno a Kamurocho però, Kiryu dovrà affrontare la dura realtà che lo aspetta. Nishikiyama è diventato uno spietato yakuza senza alcun scrupolo, Yumi è scomparsa e l’intero clan è in subbuglio per il furto di 10 miliardi di yen, cifra che permetterebbe a chi ne entrerà in possesso di sovvertire gli ordini del clan. Questi sono solo alcuni degli avvenimenti che ci verranno raccontati in Yakuza Kiwami.

 

Già dalla sua prima uscita su PlayStation 2, l’opera di Toshihiro Nagoshi e del suo team si è imposta come un titolo fortemente incentrato sulla narrativa e sui suoi personaggi, così sfaccettati e articolati da creare vere e proprie icone.

Lo stesso Kazuma Kiryu è l’emblema dell eroe buono, che come un novello Atlante è pronto a farsi carico dei problemi del mondo sulle sue spalle, pur di riuscire a salvare la situazione.

Yakuza Kiwami è una crime story in tutto e per tutto, e non ci sarà un solo momento in cui la storia non riesca a catturare, a suon di colpi di scena ben piazzati fra un capitolo e l’altro capaci di ribaltare in un secondo la visione d’insieme delle vicende. Rispetto a gli altri capitoli di Yakuza, questo primo episodio è molto più intimo e più concentrato sulla figura di Kiryu. Qua lo vedremo perdere tutto, ogni affetto, ogni certezza, per poi rinascere a testa alta, ed affrontare le mille avversità che la vita gli parerà davanti. Il tutto poi funziona grazie al forte taglio cinematografico con il quale il gioco si rapporta al giocatore stesso, enfatizzando ogni singolo momento e riportando a schermo tutta la cruda realtà (sebbene romanzata) di uno spaccato socio-culturale a noi distante, ma in grado di affascinare proprio grazie ai suoi personaggi e ai suoi luoghi. Il merito sicuramente va alla regia usata, e all’ottima resa dei volti, da sempre punto all’occhiello della serie, che prendono letteralmente vita riescono ad emozionare e, a distanza di anni, a far drizzare la pelle per l’incredibile qualità recitativa, che oggi come allora non sfigura di fronte a quei titoli “cinematografici” di David Cage e compagnia bella. Questa nuova versione di Yakuza introduce anche 30 minuti di filmati inediti, che ci permetteranno di scoprire ulteriori dettagli sulla storia e creare un ponte di collegamento fra questo capitolo e Yakuza 0.

Doje Frittur 
Yakuza Kiwami ci farà vivere momenti decisamente unici
Nel corso del gioco poi vivremo momenti decisamente unici conoscendo numerosi personaggi che coloreranno la vita di Kiryu. Da Date, un detective finito nei guai dopo aver preso a cuore il caso di omicidio di Dojima, a Goro Majima, il cane pazzo di Kamurocho, il cui legame con il nostro protagonista toccherà livelli insani, tanto da guadagnare in questo remake anche una nuova quest-line, alla giovanissima Haruka, nipote di Yumi alla ricerca della madre, anch’essa scomparsa.
Il mondo di Yakuza, quello di Kamurocho, il quartiere fittizio di Tokyo e teatro delle nostre avventure, ospiterà anche una serie di “soggetti” che non si faranno scrupoli a chiedere il nostro aiuto per risolvere i più disparati problemi. Questi racconti, classificati come Substories, si comporteranno alla stregua di missioni secondarie che si attiveranno nel nostro pellegrinare fra le strade della cittadina. Qua fra ragazze stalkerate, aspiranti yakuza e ragazzini in difficoltà, ci troveremo a vivere brevi storie, molte delle quali sopra le righe e scritte proprio per contrapporsi alla drammaticità degli eventi principali, in grado di strapparci qualche risata in completa leggerezza. Oltre a strambi protagonisti Kamurocho ci offre anche interessanti attività di svago. Fra una missione principale e l’altra potremo visitare l’intero quartiere in libertà.

Analizzando Yakuza 5, lo definimmo un “open world” a misura d’uomo. Ecco in Yakuza Kiwami questa descrizione calza ancora più a pennello per via dell’intimità dell’avventura cucita sul suo unico protagonista.

Una volta scesi in strada, potremo decidere di spendere il nostro tempo in uno dei cabaret in compagnia di qualche graziosa ragazza, tentando magari di conquistare il loro cuore, agevolando il tutto con qualche regalo o cercando di capire i loro gusti. Immancabili i Sega Club, nei quali spendere qualche yen negli Ufo Catcher o nel popolarissimo gioco a carte collezionabili MesuKing, nel quale delle succinte ragazze vestite da insetti si daranno battaglia, con un sistema di lotta che prende spunto dalla morra cinese, aggiungendo al tutto un pizzicco di strategia e qualche cm di pelle nuda. Tornano da Yakuza 0 anche le gare con le Mini 4WD, con una quest dedicata nella quale ritroveremo alcune vecchie conoscenze. Sempre parlando di novità, quella più grossa la troviamo nell’introduzione di “Majima Everywhere”. Questa quest secondaria si svilupperà per tutta la durata del gioco, e vedrà protagonista un Goro Majima ossessionato da Kiryu, che spunterà quando meno ce lo aspetteremo per mettere alla prova le nostre abilità. Man mano che proseguiremo nell’avventura ci verranno proposte nuove sfide e condizioni per attivarle. Pur essendo un’attività secondaria, Majima Everywhere consentirà di sbloccare nuove abilità che andranno ad arricchire uno dei quattro stili di lotta presenti.

Dead or Alive
la rinfrescata data funziona egregiamente eliminando la legnosità che gravava sul gameplay originale
Questo remake va ad aggiungere alla formula originale di Yakuza un nuovo battle system ereditando quello di Yakuza 0, per proporre un’esperienza di gioco da picchiaduro da strada più moderna ed articolata. Qua ritroveremo i 3 stili di lotta presenti nel “prequel”. Brawler, una tecnica “all around” adatta a molteplici situazioni, bilanciata e ricca di Heat Action, azioni QTE attivabili (dopo aver riempito l’apposita barra) durante gli scontri, che ci permetteranno di effettuare azioni contestuali in grado di frantumare la barra d’energia dell’avversario. Rush si concentra sulla rapidità di esecuzione delle mosse e sulla possibilità di schivare rapidamente i colpi avversari. Beast invece pecca sulla mobilità per offrire tutta la potenza possibile, con attacchi ad ampio raggio e la possibilità di afferrare al volo oggetti da terra, con i quali massacrare gli avversari. In ultimo troviamo Dragon, lo stile originale di Kiryu, che a causa dei dieci anni di prigione dovrà essere ripristinato proprio grazie a Majima, con le modalità descritte sopra.

Oltre alle Heat Action, troviamo una nuova azione speciale, chiamata l’Essenza del Kiwami. Grazie a questa nuova mossa potremo sfoggiare durante i boss, letali combinazioni di colpi capaci di bloccare i loro attacchi (a patto di aver riempito la barra della Heat Action nella zona Climax) facendo volgere le sorti dell’incontro a nostro vantaggio.

La struttura da picchiaduro di Yakuza viene affiancata da un sistema di crescita simil-RPG che permette, spendendo i punti esperienza ottenuti eliminando i nemici, di acquistare nuove abilità, che andranno ad espandere i set di mosse base.
Avremo la possibilità anche di equipaggiare alcuni oggetti, come vestiario (che ci fornirà protezione ad esempio contro armi da taglio o da fuoco) o accessori, che non solo miglioreranno la resa in battaglia ma ci offriranno supporto, ad esempio durante alcuni minigiochi o per scovare collezionabili e quest secondarie.

In generale la rinfrescata data al primo capitolo di Yakuza funziona egregiamente, eliminando quella legnosità che gravava sul gameplay del titolo originale, portandolo qualitativamente sullo stesso piano degli ultimi episodi rilasciati. D’altra parte alcune situazioni, come le boss fight o gli scontri con molteplici nemici, soffrono di una certa tediosità di fondo perpetuata nel tempo, che mette in risalto quanto spesso e volentieri il giocatore si trovi inerme e non padrone delle proprie azioni. Piccoli dettagli di momenti marginali e contenuti, ma al tempo stesso presenti, con i quali dovremo convivere nostro malgrado.

Come sottolineato in più di un occasione, pur “rinnovando” l’esperienza originale con nuovi contenuti fra storie e attività secondari, l’avventura di Kazuma Kiryu è ben più contenuta rispetto agli altri capitoli della serie, facendo qua pesare meno alcuni “contro” degli altri capitoli, come il numero di battaglie presenti, spesso troppe e ripetitive. È possibile portare a termine l’avventura principale nel giro di 30 ore, tempistiche che includono anche il completamento di buona parte delle substories, collezionabili e attività varie. Una volta arrivato al commovente finale, potremo scegliere di riaffrontare nuovamente le vicende grazie al New Game+, che arricchisce il gioco di nuovi contenuti extra oltre ad un nuovo livello di difficoltà o spendere il nostro tempo a giro per Kamurocho nella pratica Premium Adventure, modalità dedicata al free roaming, senza l’incombenza della dell’avanzamento della trama. Sempre completando i gioco avremo accesso alle Climax Battles, una serie di sfide che riprendono alcune delle battaglie affrontate con regole specifiche da rispettare, come completare un round entro un tempo limite o non finire mai a tappeto.

Culture of Crime
Kiwami propone una nuova traccia audio per offrire un’esperienza migliorata
A beneficiare soprattutto di questo remake è il comparto grafico. Sfruttando lo stesso motore messo in campo con Yakuza 0, Kiwami offre una visione aggiornata di Kamurocho e dei suoi personaggi. Come già detto a trarne vantaggio sono sicuramente i volti e le espressioni facciali dei protagonisti che, forse lontani dalle tecnologie utilizzate nei titoli di questi ultimi anni, riescono a tener però testa con un’interpretazione da oscar degli attori che prestano voce ai modelli poligonli. Il taglio cinematografico e la regia perfetta sembrano uscire delle migliori opere di Takashi Miike e Takeshi Kitano (non a caso presente fra i protagonisti di Yakuza 6), rendendo l’esperienza appagante per il giocatore, che sarà pervaso più di una volta da emozioni contrastanti.

Il generale il risultato di questo remake è più che buono, e va ad offrire una performace tecnica di tutto rispetto, toccando la risoluzione di 1080p a 60 fps, sebbene capiti in alcuni frangenti (specie nelle giornate piovose) che il motore tenda a “scattare” mettendo a rischio la fluidità complessiva del gioco.

 

Importante invece l’operazione di rinnovo del doppiaggio, che va a proporre una nuova traccia audio, rigorosamente in giapponese, con il cast originale del gioco, per offrire un’esperienza migliorata rispetto al capitolo di riferimento, oltre a tutti i temi musicali che hanno reso quest’opera grande. Yakuza Kiwami propone solamente sottotitoli in lingua inglese, e data la mole di dialoghi presenti, consigliamo una buona conoscenza della lingua nel caso decidiate di dedicarvi al gioco.

Verdetto
9 / 10
Non c'è due senza Kiwami
Commento
Adesso non avete più scuse. Yakuza trova nuova vita su PlayStation 4 con Kiwami, che offre una versione aggiornata del capolavoro Sega. Nuovi contenuti, nuovi elementi di storia e un gameplay aggiornato rendono questo remake un acquisto obbligato, specie per il prezzo a cui viene proposto. Questo primo capitolo può avere anche dei difetti, come la ripetitività degli scontri, elemento spesso criticato all'interno di tutti i capitoli di questa "epopea" ma nulla che riesca ad incrinare la potenza narrativa della serie e la forza dei suoi personaggi, in particolar modo di questo primo capitolo. Abbinato a Yakuza 0, vi ritroverete fra le mani 2 degli episodi più belli e riusciti, oltre che ad un pezzo di storia della produzione giapponese. Fatevi sentire, date a Yakuza Kiwami l'attenzione e la gloria che merita. Non sia mai che Sega decida di portare anche gli altri capitoli su PS4, e questo potrebbe essere solamente un bene. Per tutti.
Pro e Contro
Narrativa e regia ad alti livelli
Remake più che riuscito
Nuovi contenuti e aggiunte

x Alcune fasi di lotta tediose
x I combattimenti tendono ad essere ripetitivi

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