Recensione Uncharted 3

Di esploratori e avventurieri alla ricerca di antichi tesori ne abbiamo visti a bizzeffe, e con altrettanti ci siamo dilettati a giocare sulle nostre console. Tuttavia, dall’uscita di PlayStation 3, c’è un nuovo avventuriero di cui seguiamo le gesta con ansia e piacere, Nathan Drake.  La serie, sviluppata dall’immortale Naughty Dog, ci racconta le avventure di questo aitante ragazzo e dei suoi amici, in primis Victor Sullivan. Dopo il primo capitolo, che per i posteri è storico ma ai tempi fu considerato dall’opinione pubblica come un gioco come tanti altri (eccezion fatta per i suoi caratteristici panorami), arrivò la svolta. Per molti, Uncharted 2 è stata la miglior esclusiva mai rilasciata su PlayStation 3 e motivo d’acquisto della console stessa. Stupefacente sotto molti punti di vista, il gioco prendeva il concept del capitolo precedente, con la proverbiale simpatia dei personaggi, e la catapultava in nuove ambientazioni , con un gap al livello grafico da far ammettere alla stessa compagnia che sull’hardware attuale non si potesse arrivare a fare di meglio. Ora, con il terzo capitolo della serie, Naughty Dog spera di ripetersi e di sfornare un nuovo pilastro per il gaming su console. Ci sono riusciti?
Il lavoro svolto nei loro studi risulta ancora una volta egregio, e ci da la possibilità di giocare sui nostri monoliti neri a un titolo di quelli che possono tranquillamente trainare le vendite di una console (se ve lo state chiedendo, sì, Uncharted 3 come il suo predecessore vale l’acquisto di una PlayStation 3), di quelli che sono sinonimo di qualità e riconosciuti da tutta l’industria come una perla del suo genere.  Ci troviamo di nuovo davanti a un lavoro eseguito con maestria, sia sotto l’aspetto puramente estetico che al livello di trama e caratterizzazione dei personaggi, aspetto fondamentale nell’ultima fatica dei ragazzi di Naughty Dog.

Vale più un tesoro o un amico?

Come detto, il leitmotiv di Uncharted 3 è la caratterizzazione a livello psicologico dei personaggi storici della saga, e, più nello specifico, i loro rapporti. Infatti, sin nelle prime battute di gioco scopriremo l’origine del profondo rapporto di amicizia che lega Nate e Sully, rivivendo tramite un flashback il loro primo incontro. Tramite questo espediente narrativo, verremo anche introdotti al nemico di turno, Katherine Marlowe, e ci verrà svelato il suo rapporto con il protagonista. La campagna, di una durata complessiva tra le 9 e le 11 ore, ci porterà a visitare svariate aree del mondo, tra cui Londra, la Colombia, lo Yemen, la Siria e la Francia, e ogni volta ci stupirà per l’impressionante dettaglio grafico. Colpisce l’occhio anche la realizzazione di fuoco, acqua e sabbia, tre elementi naturali ricorrenti nell’intero gioco. La regia delle cut-scene e la realizzazione dei livelli rende Uncharted 3 un gioco molto più “cinematografico” rispetto ai suoi predecessori, pronto a lasciarci a bocca aperta con i suoi magnifici panorami (una delle firme per la serie) e sulle spine con un’azione sempre presente, anche nelle fasi più “piatte” della campagna. I 30 fps, sempre presenti durante le nostre partite, garantiscono un’ottima fluidità d’azione, spremendo al massimo la nostra PlayStation 3. Che voi siate giocatori frenetici o cultori di una grafica all’ultimo grido, il viaggio di Nate alla ricerca dell’Atlantide del deserto non vi può deludere.

L’ho colpito?

La prima vera critica che si può fare al lavoro di Naughty Dog è rivolta al sistema di mira e fuoco delle varie armi. Le reazioni dei personaggi nemici (che non brillano per IA, consigliamo ai veterani della serie di cominciare da un livello di difficoltà più elevato) non sempre sono quelle che ci aspetteremmo di vedere da un corpo colpito da una pallottola. Durante le mie partite, più volte ero incerto sull’esito dei miei colpi per la “rocciosità” dei corpi nemici, sempre fermi anche quando colpiti. Interrogato su quest’aspetto del gioco, il team ha affermato di non condividere la critica rivolta, in quanto, secondo i loro test e le loro misurazioni, la precisione con cui viene sparato il colpo e il modo in cui quest’ultimo va ad impattare sui nemici è migliorato rispetto al precedente capitolo. Che la ragione stia da una parte o dall’altra, non siamo in grado di dirlo in modo “scientifico”: l’unico consiglio è di testare con le proprie mani e decidere se il sistema sia effettivamente migliorato o se qualcosa non quadri.

Più siamo e meglio è!

Se a livello grafico non c’è stato un grande miglioramento tra il secondo capitolo e Uncharted 3 (semplicemente perché, come ribadiscono sviluppatori e publisher, si è raggiunto il massimo delle capacità della console), non si può dire la stessa cosa della modalità multiplayer, che ha visto un grandissimo salto di qualità rispetto ad Uncharted 2. Se in quest’ultimo il multiplayer sembrava qualcosa di buttato lì, sviluppato solo per aumentare leggermente il replay value del gioco, di certo non si può dire lo stesso del comparto online sviluppato per l’ultima avventura di Nate e compagni.
In quest’ultima iterazione della saga, le modalità sia competitive che co-operative diventano molto più frenetiche e piacevoli rispetto al passato, migliorando e re-immaginando in ottica “unchartica” tipi di partite già presenti nel precedente capitolo e note a ogni videogiocatore. Per la sfera competitiva potremo scegliere tra Deathmatch a squadre, Deathmatch a tre squadre, Tutti contro tutti, Obiettivo di squadra, Saccheggio ed Estremo, mentre per i patiti della co-operazione con amici ci saranno Arena cooperativa, Arena cacciatore cooperativa e Avventura cooperativa.  Le mappe, di cui non vi sveliamo i nomi per evitare possibili spoiler della trama, saranno ambientate in molti luoghi chiave della campagna e, per i nostalgici, anche in alcune zone di Uncharted 2. Particolarmente ben strutturata si rivela l’Avventura cooperativa, divisa in 4 livelli e con una trama a se. Durante quest’avventura incontreremo alcune vecchie conoscenze (come Lazarevich) risalenti alle nostre peripezie in luoghi presi sia da Uncharted 3 (ad esempio, la metropolitana di Londra) che dal suo predecessore (ci ritroveremo ancora una volta nelle paludi del Borneo, contenti?).

Sono più bello io

Un elemento comune a tutti gli sparatutto online (badate, parliamo esclusivamente della componente in linea di U3) è di certo la possibilità di personalizzare il proprio alter-ego. Ovviamente, Naughty Dog non ci pensa due volte e implementa questa caratteristica anche nella sua ultima fatica, dando carta bianca ai giocatori, che possono modificare virtualmente ogni aspetto della propria controparte giocante. Le skin, divise in Eroi e Nemici, contengono sia personaggi principali dei tre giochi che template generici di cui si può modificare l’abbigliamento dalla testa ai piedi, proprio per non ritrovarsi in partite piene di Nate che corrono in giro a spararsi.
Elemento che sicuramente farà piacere a tutti gli amanti degli sparatutto è la vastissima scelta di armi a disposizione, di cui poi si possono modificare altre caratteristiche (come capienza del caricatore, velocità di ricarica o precisione) attraverso alcuni innesti sbloccabili con il denaro guadagnato dalle partite. Non manca un sistema di perk à la CoD, 2 per la precisione, che vengono ancora una volta sbloccate grazie al denaro guadagnato nelle partite e che aumenteranno alcune capacità del nostro personaggio, rendendo più facile la nostra strada verso la vittoria. Ultimo elemento presente è quello delle “medal kickback”, alcuni bonus molto particolari che si potranno utilizzare solo dopo aver ricevuto un certo numero (che varia da bonus a bonus) di medaglie, guadagnabili durante le partite eseguendo kill particolari o dimostrandosi particolarmente abili con un certo tipo di arma. Un altro indicatore della qualità del lavoro svolto per questa modalità multiplayer è il fatto che la maggior parte di queste caratteristiche sbloccabili per il proprio personaggio variano a seconda della modalità di gioco, competitiva o co-operativa, e ci offrono quindi la possibilità di preparare due personalizzazioni completamente diverse.

Verdetto
9.5 / 10
E non ci sono gli omini blu!
Commento
Uncharted 3 è un titolo che va giocato, senza “se” e senza “ma”. Va giocato da amanti della serie, da possessori di console Sony o anche da semplici videogiocatori. Avete una PlayStation 3? Non posso che sentirmi obbligato di consigliarvi l'acquisto di questo capolavoro, che imposta nuovi standard nel genere dell'action adventure e, tra le altre cose, conclude nei migliori dei modi questa epica trilogia per PS3. Non avete una Playstation 3? Natale si sta avvicinando, ora sapete cosa farvi regalare. Non dimenticate che il prezzo di listino della console è stato recentemente abbassato…
Pro e Contro
Campagna avvincente
Visivamente magnifico
Modalità multiplayer appagante e profonda
Il top nel suo genere

x Matchmaking online un po' lento
x Qualche ora di single player in più non sarebbe dispiaciuta

#LiveTheRebellion