Recensione Ultra Street Fighter II: The Final Challengers

Ai compleanni importanti spunta sempre fuori qualche foto del festeggiato nei suoi anni di gioventù. Street Fighter non si sottrae alla regola, e durante la festa per le sue prime trenta candeline tira fuori qualche polaroid (opportunamente restaurata) del suo secondo capitolo.

Street Fighter II: The World Warrior è probabilmente uno dei picchiaduro, e più in generale dei videogiochi, più amati di sempre. È in pratica più facile elencare le macchine da gioco su cui il titolo non è arrivato, visto lo spropositato numero di riedizioni che Capcom ha confezionato negli anni, aggiungendo e ri-bilanciando quello che è ad oggi il capitolo più venduto della serie. Con Ultra Street Fighter II: The Final Challengers il conteggio degli “a volte ritornano” collezionati dal titolo sale a quota 8, come 8 sono gli anni che separano questa nuova riedizione da quel Turbo HD Remix che ha praticamente rilanciato la serie Capcom. Un paragone scomodo, che (spiace anticiparlo) ha un po’ guastato la festa di compleanno della serie per via di alcune scelte “al risparmio” di Capcom. Ma bando ai convenevoli, premete start e preparatevi ad affrontare i tre round della nostra recensione.

Old challenger, new clothes
The Final Challengers, pad alla mano, convince: il gameplay è rispettoso dell’originale ma attualizzato
L’obiettivo minimo che The Final Challengers poteva porsi era quello di portare anche su Nintendo Switch tutta la magia di Street Fighter II, andando ad introdurre qualche chicca qua e là per giustificare i 39.99€ richiesti da Capcom per tornare a darsele di santa ragione con Ryu e soci. Per riuscirci, era essenziale presentare su schermo – si tratti di quello della tv o di quello di Switch in modalità portatile – una versione tirata a lucido di un titolo che come detto non ha bisogno di presentazioni. E l’obiettivo per fortuna viene centrato, perlomeno per quanto riguarda l’essenza del pacchetto: lasciando da parte i fronzoli (ci arriveremo tra poco) il cuore ludico dell’offerta convince e diverte quanto, se non più, che all’uscita originale del titolo. Partendo dalla solidissima base di Super Street Fighter II Turbo, The Final Challengers va a risintonizzare alcuni aspetti relativi al bilanciamento dell’esperienza, aggiustando i tempi di esecuzione di alcune combo e andando ad introdurre alcune meccaniche, come per esempio la possibilità di liberarsi dalle prese effettuate dall’avversario. Si tratta in buona sostanza di piccoli ammodernamenti, che lasciano comunque intatte le sensazioni e l’approccio “anni ‘90” della matrice originale: l’esperienza infatti è più spartana ed essenziale, anche rispetto allo Street Fighter V dell’anno scorso (che aveva snellito la formula di gioco rispetto al quarto capitolo), visto che per esempio la barra delle Super Combo è gestita con un approccio “o tutto o niente”, non permettendo di potenziare gli attacchi speciali a disposizione del lottatore scelto a costo di solo una parte dell’indicatore. Scelta nel suo complesso oculata, visto che in un colpo solo tiene a bada i fan più fondamentalisti di Street Fighter II e conferisce a questa riedizione per Switch una sua ragion d’essere.

Insomma, The Final Challengers riesce a tenere compagnia al giocatore senza che questo si domandi perché Capcom non ha portato direttamente Street Fighter V su Switch.

La modalità Co-Op è un’ottima aggiunta
Anche perché se la sfera ludica è stata solo ritoccata, sul fronte contenutistico Capcom ha aggiunto un paio di cose che abbiamo davvero gradito. Non stiamo parlando, banalmente, delle due new entry nel roster (Evil Ryu e, per la prima volta in un capitolo “tradizionale”, Violent Ken), che riescono comunque a differenziarsi abbastanza dalle loro controparti classiche e ad offrire delle gustose varianti sul tema per chi utilizza abitualmente (e non) i due personaggi principali: ci riferiamo in particolare alla modalità Co-op, che permette di affrontare una serie di incontri sulla falsariga del classico Arcade ma assieme ad un compagno, umano o controllato dalla CPU. Lasciate da parte lo scetticismo – anche noi, letta la descrizione della modalità dal menu, abbiamo subito pensato che si trattasse di qualcosa di estremamente poco bilanciato – e immaginate di combattere sì due contro uno contro l’IA del gioco, ma di doverlo fare condividendo con il proprio partner la barra della salute e perdendo automaticamente due round in caso di sconfitta. In altre parole, alla prima sconfitta è game over, e l’avversario può colpire uno o l’altro lottatore per avvicinarsi sempre di più alla vittoria: ottima sfida, soprattutto se si alza al massimo la difficoltà dei combattimenti.

Quello che non ci è piaciuto
La scelta di eliminare il selettore della velocità non ci è andata giù…
Ma allora perché a fondo pagina (spoiler per quei pochi che non sono corsi al box in fondo appena aperto l’articolo: abbiamo assegnato al titolo un 7.5) la valutazione è stata solida ma non eclatante visto il materiale di partenza? Semplice, perché alcune scelte proprio non ci sono piaciute, mentre quella che sulla carta doveva essere l’aggiunta più rilevante ci ha fatto rivivere momenti agghiaccianti tipici dell’era Wii. Procediamo con metodo, e vediamo prima quali sono le scelte di Capcom su cui abbiamo da recriminare. E da questo punto di vista, la defezione più grave è senza dubbio quella del selettore della velocità, presente invece nel pluri-citato Turbo HD Remix: un’extra che a scatola chiusa avremmo dato per scontato, e che invece una volta scaricato il titolo da eShop non abbiamo trovato tra le opzioni. In seconda battuta – ma da questo punto di vista capiamo che siamo decisamente pignoli – ci sarebbe piaciuto avere a disposizione delle icone diverse a seconda di come si è vinto un round. The Final Challengers invece si limita a mostrare una stella su sfondo rosso a fianco dell’avatar del lottatore, senza distinguere tra Perfect e Super-Combo Finisher. È un dettaglio, ma che pesa più di quanto potrebbe sembrare vista la presenza del famigerato clone del tasto Share sui controller di Switch: ai giocatori più accaniti (e ammettiamolo, affetti da un certo narcisismo) sarebbe sicuramente piaciuto poter condividere uno screenshot dove si vede chiaramente che l’avversario è stato sconfitto due volte senza ricevere danno.

Ma se c’è una cosa che ci è andata proprio di traverso è La via dell’Hado.

…Ma la via dell’Hado fa di peggio
Si tratta della modalità che in pratica doveva fungere da valore aggiunto per l’esperienza, dove nei panni (in prima persona) di Ryu si andavano ad utilizzare i due Joycon scollegati dalla console per far fuori gli scagnozzi di Shadaloo (e di tanto in tanto qualche boss più sostanzioso) a colpi di Hadoken e Shoryuken eseguiti mimando le tecniche, sfruttando la tanto decantata superiorità dei due nuovi telecomandi rispetto ai vecchi Wiimote di Wii quando si tratta di motion control. Insomma, una risposta in salsa motion alla modalità Tekken Force di Tekken 3 (o, per i giocatori più attempati, a Street of Rage/Double Dragon/*inserire picchiaduro a scorrimento a piacere*). Tutte intenzioni destinate a rimanere sulla carta. Intanto perché Capcom ha deciso di inserire in-game solamente le tre tecniche speciali di Ryu (più la sua Super e la parata), eliminando la possibilità di utilizzare i normali pugni. Ma soprattutto – e da qui nasce il grosso della frustrazione legata a questa particolare modalità – perché il rilevamento funziona mediamente male, venendo facilmente “imbrogliato” e fraintendendo spesso e volentieri le intenzioni del giocatore. Capita di voler attaccare a distanza con un Hadoken e vedere Ryu che invece si cimenta in un Tatsumaki Senpukyaku (il suo calcio rotante), venendo inevitabilmente colpito dagli attacchi a distanza degli avversari.

In attesa di Arms, questo primo tentativo di matrimonio tra picchiaduro e motion control va a vuoto.

Occhio al Joycon sinistro
Va poi, a livello generale, considerata una cosa: il Joycon sinistro di Switch, per rispettare la simmetria tra i due telecomandi, è sprovvisto di un D-Pad in senso tradizionale: per quanto ci siano diverse bestie di Satana persone che si approcciano ai picchiaduro giocandoli tramite l’uso della levetta analogica, chi fa parte di quella popolazione che invece patteggia per le frecce direzionali tenga bene in conto questa cosa, visto che Street Fighter è un gioco che vive di “mezze lune” eseguite sul controller.

4:3 vs 16:9
Visivamente? Una gioia per gli occhi. E anche le orecchie non se la passano male
L’ultimo round, come d’abitudine, è dedicato alla performance tecnica del titolo. Senza dilungarci ulteriormente, The Final Challengers gira tranquillamente su Nintendo Switch, sia che lo si giochi in modalità classica (ovvero, con la grafica dell’originale) che invece lo si approcci nella sua veste rimodernata, che sfrutta tutto lo schermo a disposizione grazie ad un ratio di 16:9 e che – con buona pace di chi all’epoca del Turbo HD Remix aveva accusato Capcom di lesa maestà – è in generale uno spettacolo per gli occhi, che toglie le borse sotto gli occhi e le rughe ad un titolo che comunque è invecchiato splendidamente, lato meccaniche (non è un caso se siamo all’ottava riedizione, dopotutto). Apprezzatissima anche la possibilità di poter giocare il titolo con grafica aggiornata ma con audio originale – o viceversa – che sicuramente metterà d’accordo tutti. Come d’altra parte farà anche la soundtrack del titolo, piena di pezzi diventati iconici (e in qualche caso, diventati anche dei meme, come il tema di Guile), su cui Capcom è intervenuta nel pieno rispetto della tradizione confermando l’ottimo lavoro già svolto su Street Fighter IV (i cui assets sono poi utilizzati ne La Via dell’Hado per realizzare scenari e nemici della modalità).

Verdetto
7.5 / 10
Almeno qui si son ricordati di Blanka
Commento
Non si può non ammettere i limiti di Ultra Street Fighter II: The Final Challengers. Alcuni dovuti all'ingombrante confronto con il Turbo HD Remix uscito su PS3 e 360 (e venduto ad un prezzo sensibilmente inferiore), altri ad alcune decisioni di Capcom non propriamente felici e altri ancora - e diffidate da chi vi dirà il contrario - derivanti dalle caratteristiche stesse di Switch, o meglio del suo Joycon sinistro. Ma d'altra parte non si può nemmeno negare che si tratti di un pezzo importantissimo di storia videoludica, di un titolo ancora capace di appassionare e divertire fan della serie e non e che alcune trovate proposte siano davvero azzeccate. In definitiva non sarà la miglior versione di Street Fighter II, ma è comunque Street Fighter II - uno dei capitoli, se non il capitolo, più riusciti della serie.
Pro e Contro
È Street Fighter II, e non se lo dimentica
Modalità Co-Op e due personaggi inediti

x Via dell'Hado da dimenticare
x Occhio al Joycon sinistro se giocate col D-Pad
x Manca il selettore della velocità, perchè?

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