Recensione Titanfall

Finalmente l’attesa è finita e Titanfall è tra noi. L’atteso FPS di Respawn Entertainment, in esclusiva per console Microsoft e PC, è giunto nei negozi dopo aver fatto tanto parlare di sé, non solo per le grandi promesse ma per le due menti che si “nascondono” dietro questo ambizioso progetto tra i quali troviamo Vince Zampella, ex capoccia di Infinity Wards e padre della serie Call of Duty. Ma vediamo insieme se tutta questa attesa è stata ripagata.

Versione testata: Xbox One

Standby for Titanfall

Il primo pensiero che può passare per la testa guardando le immagini e i trailer rilasciati in questi mesi è che Titanfall altro non è che un semplice clone COD con i robot. Fortunatamente per noi, questo è quanto di più sbagliato si possa pensare e un assaggio delle sue potenzialità l’abbiamo avuto qualche settimana fa con il rilascio della closed beta che ha fugato ogni dubbio. Si, di base anche Titanfall è un FPS decisamente Arcade, dedicato al gioco competitivo e votato all’azione rapida e furiosa. Però Titanfall è qualcosa di più, qualcosa di realmente nuovo in un panorama ludico, quello dei first person shooter, in stallo da diversi anni dove le solite idee vengono scopiazzate e riciclate e dove la capitalizzazione del profitto prevale sulle buone idee e la voglia di innovare. Titanfall in questo non è secondo a nessuno e non è solo la caratteristica del Titano, il mech che ci verrà in nostro aiuto durante le partite a rispecchiare la “novità” ma proprio nelle dinamiche che si creano durante gli scontri e di conseguenza il divertimento che ne scaturisce.
Al giocatore, una volta sceso in campo, si aprono tutta una serie di possibilità e il gameplay si plasma al suo desiderio permettendogli di mettere in pratica le più curiose e bizzarre strategie grazie alle abilità acrobatiche del nostro avatar. Il nostro soldato godrà di una spiccata propensione al parkour, che abbinata al jetpack di serie, gli consentirà di sfidare le normali leggi della gravità, arrampicandosi in ogni dove, effettuare doppi salti o di eseguire lunghissime wall run. Pensate di partire con il vostro personaggio al punto di raduno della mappa, di iniziare a correre per poi sparire fra i palazzi, correndo sulle facciate per spingervi sempre più in alto per avere la meglio sui vostri nemici. Pensate che mentre vi state spostando incontrate un altro soldato e di iniziare un combattimento aereo, tutto questo in corsa, senza un attimo di esitazione. La sensazione che se ne ricava è qualcosa di adrenalinico che spinge il giocatore a rischiare e fare ancora di più pur di portare la propria squadra alla vittoria.

Scontro fra Titani

Poi ci sono loro i Titan, gli imponenti robot che potremo chiamare in nostro aiuto e che potremo sfruttare a nostro vantaggio e pilotare in tutta la loro possenza sfruttando la potenza di fuoco a nostra disposizione. Ma i titani potranno anche agire in libertà, e se abbandonati potremo impartire loro semplici comandi come quello di difendere una determinata zona o seguirci all’interno della mappa. All’inizio di ogni match ogni giocatore avrà un tempo di attesa di 4 minuti prima di poter chiamare il proprio titano. Questo tempo è soggetto però a variazioni, infatti, migliore sarà la nostra performance sul campo, minore sarà il tempo richiesto prima di poterlo veder cadere dal cielo in tutta la sua imponenza. Fare kill quindi diventa fondamentale, non solo ai fini della vittoria ma anche a quelli strategici. Oltre ai piloti, ovvero i giocatori umani, Respawn Entertainment ha deciso di riempire le più che vaste mappe di gioco con numerosi bot, divisi fra soldati semplici e Spectre, androidi da combattimento che se hackerati potranno essere usati a nostro vantaggio. Bisogna dire che la scelta di ricorrere ai bot, limitando le partite online a solo 12 giocatori umani, può sembrare parecchio discutibile, in particolar modo se si confronta questi numeri con quelli di una concorrenza che tende sempre di più a match numerosi. Va detto però che nelle intenzioni di Zampella & co. c’era quella di riuscire a mantenere le partite il più equilibrate e godibili possibili. Ecco che l’utilizzo di una AI all’interno del gioco serve più come riempimento ed escamotage per ridurre i tempi per la chiamata del titano che non una reale sfida, in quanto spesso rimarranno inermi al vostro passaggio.

Il titano ti da una mano

Dove però Respawn Entertainment ha fatto un gran lavoro è proprio nel bilanciamento delle varie componenti del gioco. L’idea di unire giocatori a piedi e titani nella stessa mappa poteva sembrare un elemento di discrepanza a vantaggio del giocatore che avesse chiamato per primo il proprio mezzo. In realtà grazie ad uno studio ben attento di tutti gli elementi che vengono introdotti nelle partite, anche un giocatore armato di buona volontà e abilità atlettiche è tranquillamente in grado di abbattere uno degli imponenti mech con le proprie mani. La scelta è stata quella, di dotare i titani di maggior potenza di fuoco ma al tempo stesso di renderli piuttosto vulnerabili dai piloti che decidono di “cavalcarne” uno per colpirli nel proprio tallone d’achille. Buona anche la personalizzazione del proprio pilota, con una selezione di armi che permette di customizzare a piacimento il proprio arsenale, sia offensivo che difensivo, oltre a potenziamenti sbloccabili di supporto e all’arma anti-titano, indispensabile per fronteggiare i vertiginosi nemici. Anche i titani, potranno essere preparati a seconda dello stile che decideremo di utilizzare, con tre configurazioni di esoscheletri che vanno da quello tattico e difensivo e quello più agile e votato all’attacco. Anche per i Titani ci saranno i classici perks, abilità da sbloccare o miglioramenti per le armi ottenibili solamente salendo di livello o completando determinate sfide. A tutto questo si unisce l’introduzione delle Burn Cards, carte speciali equipaggiabili per un massimo di 3 per volta ed utilizzabili prima di scendere in campo o durante i respawn, e che aggiungono momentaneamente ulteriori abilità, come maggior potenza di fuoco o di ridurre il tempo necessario per la discesa dal cielo del proprio titano. Nuove carte saranno ottenibili vincendo le partite e completando le numerose sfide proposte dal gioco.
Queste, presenti ormai nella quasi totalità dei giochi con componente online, riguardano numerosi aspetti come l’utilizzo delle armi, le uccisioni o il tempo di gioco nelle varie modalità. Una volta terminate verremo ricompensati con punti esperienza che ci permetteranno di salire di livello e a sua volta sbloccare gli equipaggiamenti per le classi più elevate. Raggiunto il livello massimo, il 50, sarà possibile effettuare il salto generazionale, una sorta di modalità prestigio che ci permette di ripartire dal primo livello e motivare ulteriormente il nostro gioco.

E’ COD con i robottoni

Ma vediamo insieme cosa ha da offrire Titanfall a livello contenutistico. Va segnalata da subito l’assenza di una componente single player. Prima però di iniziare una caccia alle streghe e marchiare Titanfall e Respawn Entertainment di eresia, va premesso che fin dal suo annuncio era nelle intenzioni degli autori del gioco quella di concentrarsi maggiormente sull’aspetto multiplayer offrendo da questo punto di vista un’esperienza più appagante. Discutibile o meno, la scelta di non dedicarsi ad una modalità storia però risulta sensata se si va a pensare a quanto offerto dalla concorrenza con storie che a malapena raggiungono le 5 ore ed offrono un’esperienza per il giocatore singolo decisamente trascurabile e facilmente dimenticabile. L’assenza del single player però viene in parte tamponata con la presenza di una campagna multigiocatore, che mettendo insieme due squadre di giocatori permette di vivere un’esperienza corale, nella quale vengono raccontati i fatti che hanno portato allo scontro le due fazioni presenti nel gioco gli IMC e la Milizia.
Questa introduzione da un lato appare ben studiata e si presenta come una valida alternativa al classico multiplayer competitivo. Dall’altra tutta la struttura di questa campagna, nonché la sua brevità, fanno apparire tutto fumoso e poco delineato, tanto da renderla quasi superflua ed appendice di un tutorial iniziale che da al giocatore un’infarinatura generale delle meccaniche ma non dell’esperienza necessaria per scendere subito in battaglia. La sensazione che si ha giocando questa campagna è quella che sia in caso di vittoria del match che di sconfitta non cambi molto a livello di storia , facendo apparire il tutto piuttosto approssimativo.
Una volta archiviata la campagna, che diventa quasi obbligatoria nel caso vogliate sbloccare i due modelli aggiuntivi di titan, la maggior parte del tempo lo passerete nella modalità Classica, il fulcro di Titanfall. Qua viene racchiusa la classico multiplayer, l’hub al quale accedere alle varie tipologie di partite come Logoramento, il deathmatch a squadre 6vs6 o Cacciatore di Piloti, variante del gioco dove il punteggio sarà delineato solamente dalle uccisioni dei piloti avversari e vincerà la squadra che raggiungerà il tetto massimo di punti. Più classiche che mai invece Punto di Controllo, un normalissimo Re della collina e Cattura la Bandiera, che dal nome potete capire benissimo di cosa stiamo parlando. L’unica modalità originale che troviamo in Titanfall è Sopravvivenza Titan, un deathmatch nel quale il giocatore inizierà la partita già a bordo del titano e per vincere bisognerà rimanere con almeno un robot. Se il nostro titano verrà distrutto potremo continuare a combattere in veste di pilota, fino che non verremo uccisi. In quel caso non ci sarà la rigenerazione e dovremo attendere la fine del round per poter tornare a combattere.
A queste opzioni si aggiunge il pacchetto varietà, che altri non è una playlist di mappe che con rotazione ciclica ci permette di variare modalità di gioco. Sotto questo punto di vista ci saremmo decisamente aspettati di più, vista la propensione al solo gioco online, giusto per rendere ancora più variegata l’esperienza del giocatore.

Cuore d’acciaio

Migliore invece il discorso per quanto riguarda le mappe di gioco, una quindicina di arene tutte ottimamente studiate e bilanciate per adattarsi alle modalità di gioco. Dal posizionamento delle strutture e degli elementi scalabili alle ampie aree di scontro dove i titani possono darsi battaglia, tutto è incastonato alla perfezione con cura maniacale. Anche come varietà stupisce per l’attenzione al dettaglio sebbene in molti livelli sembra ci sia un massiccio riciclo di alcuni elementi strutturali. Ogni mappa si presenta imponente, con uno sviluppo a 360° della sua estensione giocabile, con un enfasi focalizzata soprattutto alla verticalizzazione degli edifici. Al di la della bellezza o meno delle mappe, che risulta sempre abbastanza soggettiva da giocatore a giocatore e vincolata sempre alla modalità che si sta giocando, fa piacere notare quanto lavoro di fino sia stato fatto per realizzare mappe quanto mai bilanciate che evitassero atteggiamenti ormai consolidati nei vari fps online come la figura del camper.
Se sul piano ludico, Titanfall è una vera ventata d’aria fresca non si può di certo dire che sia un titolo graficamente next-gen. Avevamo già avuto un assaggio della sua potenza tecnica dalla beta, ma nonostante le speranze e qualche promessa infranta nell’arco dello sviluppo, il gioco è pressoché identico. Titanfall è mosso dal famoso Source Engine di Valve, un motore grafico più che dignitoso ma che ormai, anche se in una versione modificata risente del peso degli anni e non riesce mai ad esprimere il vero valore di Titanfall. Va premiato invece il grande valore artistico che si muove su buoni livelli. Oltre all’ottimo lavoro di level design, che abbiamo apprezzato su tutti i fronti anche la direzione artistica e le atmosfere che si respirano sono quelle di un titolo sci-fi di prim’ordine. Scorsi suggestivi ed effetti di luce ben riusciti hanno la meglio su un polycount decisamente più povero del previsto, ma laddove si riesce a chiudere un occhio si viene travolti dall’imponenza delle ambientazioni e dalla maestosità dei titani, che una volta usati ci faranno cambiare la prospettiva facendoci sentire veramente alti 5 metri e forti della nostra corazza. La risoluzione si ripropone in quella già vista nella beta e ferma a 792p, avvalendosi di texture non proprio definite e spesso dalle tinte slavate, elemento che accentua spesso la somiglianza fra alcune mappe. Ottimo invece il frame rate, sempre ben saldo sui 60 fps salvo concedersi qualche momento più debole quando su schermo l’azione diventa caotica. Più fastidioso invece il tearing dell’immagine durante le fasi più concitate che si spera venga risolto con i prossimi aggiornamenti promessi da Respawn Entertainment, atti a rimediare a qualche imperfezione grafica e ad un aumento della risoluzione. Ottimo anche il comparto sonoro, che oltre ad un completo adattamento in italiano (dove fra tutti troviamo l’immancabile Pietro Ubaldi) troviamo un corposo set di musiche ed effetti speciali che immedesimerà il giocatore nell’azione, catapultandolo di tutta forza sul campo di battaglia.

Verdetto
8.5 / 10
E' COD con i Titani
Commento
Per apprezzare a pieno Titanfall bisogna necessariamente provarlo. Bastano 10 minuti per capire da subito tutte le sue potenzialità e diventarne dipendenti. Adrenalinico, divertente e difficile da abbandonare, Titanfall è una delle esperienze online più appaganti degli ultimi anni. Respawn Entertainment ha saputo stravolgere una formula di gioco diventata ormai obsoleta, dimostrando quanto le buone idee, se sfruttate a dovere, possano reinventare un genere. Il rovescio della medaglia però è un comparto tecnico non propriamente next gen e un contorno povero di modalità che rischia di minare la bontà del titolo e che speriamo Respawn Entertainment riesca a tamponare con i futuri aggiornamenti e DLC, anche gratuiti che hanno promesso e sul quale stanno lavorando. Titanfall è sicuramente una killer app che ogni possessore di Xbox One amante dei giochi online non dovrebbe farsi mancare
Pro e Contro
Divertente, nuovo, causa assuefazione
Gameplay bilanciato
Grande varietà d'azione

x Tecnicamente non da next-gen
x Poche modalità online
x Single player assente e campagna multigiocatore dimenticabile

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