È il 14 Novembre. Siamo all’incirca all’ora di pranzo. Lo schermo segna 203:42:29 ore di gioco: la versione giapponese di Trails of Cold Steel III è finalmente conclusa.

Normalmente su I Love Videogames non apriamo così le recensioni, né tendiamo a recensire giochi usciti nel paese del Sol Levante ma essendo questo un caso eccezionale ho voluto aprire così il racconto di quella che è stata una delle esperienze videoludiche migliori che abbia mai avuto il piacere di vivere. 

Non ci sarà alcun spoiler in questa recensione.

Un nuovo inizio
Falcom ha creato una delle storie più belle viste in un JRPG

Cold Steel III è ambientato un anno e mezzo dopo la fine degli avvenimenti del secondo capitolo. La guerra civile di Erebonia è ormai finita e l’Impero è riuscito con successo ad annettere la regione di Nord Ambria e la città stato di Crossbell, diventando così il paese più grande di Zemuria insieme alla repubblica di Calvard, con cui spirano sempre venti di guerra. Il protagonista della serie, Rean Schwarzer, è conosciuto come Ashen Chevalier è ritenuto l’eroe che ha messo fine alla guerra civile e come tale ha svolto dei compiti speciali per l’Impero in modo da mantenere la pace. In seguito a questi eventi Rean diventerà un insegnante presso la seconda divisione dell’Accademia Militare Thors e sarà nominato istruttore della nuova Classe VII composta da Kurt Vander, Juna Crawford e una vecchia conoscenza del protagonista, Altina Orion. A questi tre si aggiungeranno presto Ash Carbide e la misteriosa Musse Egret. La nuova classe VII è la protagonista indiscussa di questo terzo capitolo e nel corso degli eventi assisteremo alla loro crescita sia come persone che gruppo. Ovviamente non mancheranno vecchie conoscenze come i membri dell’originale Classe VII e alcuni provenienti da altre saghe come Trails in the Sky e Zero e Ao no Kiseki. Quello che più stupisce di Cold Steel III è di come la trama venga narrata in maniera superlativa. Impossibile non emozionarsi guardando certe scene o cadere nel nostalgico quando andremo a visitare luoghi legati ai capitoli passati. Ogni personaggio, persino gli NPC hanno qualcosa da raccontare e il giocatore non può fare altro che rimanere incollato davanti lo schermo a vivere una storia che lascia stupiti per la qualità che raggiunge. E che dire del cast, sia principale che secondario poco importa, gli studenti della nuova Thors, i vecchi personaggi della serie sono stati curati con un attenzione talmente incredibile che è difficili dire chi sia più importante e chi meno. A Falcom va il merito di aver creato una delle storie più belle viste in un JRPG ma se proprio vogliamo trovare un neo a livello narrativo c’è il fatto che la trama è fortemente collegata alle saghe di Liberl e soprattutto Crossbell, serie mai arrivata in occidente la cui assenza si farà sentirà parecchio in caso Cold Steel III arrivi in occidente. Tutto questo per dire che è indispensabile conoscere tutta la serie Trails (Kiseki in Giappone) altrimenti si rischia di non capire molti degli avvenimenti ai quali si assisterà.

Studenti all’attacco
CSIII dimostra come i combattimenti a turni funzionino ancora oggi.

 

Trails of Cold Steel III mantiene il sistema a combattimento a turni dei suoi predecessori, migliorandolo sotto ogni aspetto con sorprese in termini di gameplay e un’interfaccia grafica completamente rinnovata, proprio quest’ultima è una delle grandi novità del gioco, con i singoli tasti del pad che corrispondono ad un azione, in maniera simile a quanto visto in Persona 5. Con i tasti O, X, ∆ e □ potremo portare gli attacchi base, usare le abilità speciali dei personaggi (i Craft che consumano CP) utilizzare le magie (consumando gli EP) oppure muoverci nell’area dove si svolge il combattimento. Con il tasto R1 apriremo il sub menù per utilizzare le S Craft, le abilità definitive dei personaggi che richiedono il consumo di almeno 100 CP per essere usate. Le frecce direzionali serviranno per usare strumenti, cambiare personaggi in battaglia o scegliere di fuggire. La quarta opzione delle frecce è la seconda novità dei combattimenti: il Brave Order. Come suggerisce il nome, il Brave Order permette di impartire una serie di ordini, ognuno con effetti diversi. Rean ad esempio può eseguire l’ordine Totsugekijin – Rekka, che per una serie di turni aumenta l’attacco, ripristina CP e riduce il consumo di BP, Altina con il suo Noire Crest ci garantirà di riflettere qualsiasi attacco nemico e via dicendo. Ogni personaggio possiede più di un ordine e di norma son tutti diversi tra di loro. Terza ed ultima grande novità è il Break System. Ogni nemico oltre alla barra degli HP ne possiede un altra chiama appunto Break. Se riusciremo ad azzerare questa barra il nemico entrerà in un particolare status alterato che lo renderà del tutto inabile a qualsiasi azione e più vulnerabile ai nostri attacchi ma non solo, ogni volta che colpiremo il nemico in break con un attacco o un craft attiveremo sempre l’attacco in link con un nostro compagno, in modo da immagazzinare Brave Point fino a 5 e portare un attacco combinato di gruppo dai risultati a dir poco devastanti. Il break si applica a tutti i nemici, boss compresi, quindi diventa indispensabile per avere la meglio negli scontri più ostici.

Scontri tra Titani
Le battaglie a bordo dei mech sono altamente spettacolari e complesse

 

La serie di Cold Steel ha introdotto per la prima volta nella saga l’utilizzo dei mecha, conosciuti come Panzer Soldat e nel caso specifico di alcuni personaggi i Divine Knight (Deus-Excellion nella versione giapponese). Ebbene se c’è una cosa in cui CSIII eccelle questa è proprio le battaglie a bordo dei potentissimi robot. I combattimenti a bordo dei Divine Knight e i Soldat di base sono rimasti invariati rispetto a quanto visto nei primi capitoli di CS, ma sono state apportate migliorie e aggiunte che rendono questi scontri altamente spettacolari. Innanzitutto potremo utilizzare un minimo di tre robot pilotati dai membri della nuova Classe VII con la possibilità di utilizzare anche quelli nelle retrovie andando avanti con la trama. Solitamente le battaglie si svolgono in fasi chiave della storia, con il team composto da Valimar, il Divine Knigh di Rean e altri due Drakken pilotati da due personaggi, a questi poi si aggiungono anche i personaggi di supporto, ciascuno con il proprio turno. La possibilità di usare più mecha aggiunge grande varietà agli scontri, di per sé abbastanza complessi vista la potenza dei nemici. Il modo migliore per avere la meglio in queste battaglie è quella di colpire un particolare punto dell’avversario, cosa che darà via ad un attacco link. Bisogna tener conto, però, che il nemico di turno sarà in grado di cambiare il punto debole in base all’attacco che si prepara ad usare, quindi il giocatore sarà costretto a trovare il punto esatto da colpire per avvantaggiarsi in battaglia. Come per i personaggi, anche Valimar e i Drakken hanno i loro craft, con l’attacco speciale che può essere utilizzato solo dopo aver accumulato 5 Brave Point. Novità introdotta in questo capitolo è quella di poter utilizzare oggetti, sebbene questi si limitino a recupero di HP e Brave Point. Esiste anche la possibilità di curarsi consumando EP e ricaricare quest’ultimi. L’uso saggio di queste due mosse sono indispensabili perché affronteremo delle battaglie molto lunghe e logoranti contro nemici che non solo hanno un numero spropositato di HP (che aumenta in base alla difficoltà del gioco) ma che possiedono anche particolari attacchi in grado di mettere in difficoltà tutto il nostro party, annullando così il vantaggio numerico in cui ci troviamo. In questi scontri la tattica la fa da padrone ed è quasi superfluo sottolineare come si rivelino le battaglie più emozionanti del gioco.  I mecha, inoltre, possono essere personalizzati e potenziati, in modo da trovarsi pronti ad affrontare avversari sempre più forti

Il Trails più grande di sempre
Trails of Cold Steel III è probabilmente il JRPG più vasto presente sul mercato

 

Le oltre 200 ore citate in precedenza non sono affatto casuali o dovute a console lasciata accesa. Trails of Cold Steel III è un gioco enorme, estremamente longevo e con delle attività secondarie che vi faranno dimenticare la trama principale. Ogni luogo che visiteremo è davvero immenso, a cominciare da Leeves, la città dove si trova la Seconda Accademia Thors. E che dire che delle persone che lo abitano, ogni città vive di vita propria, di giorno si lavora, la sera ci si ritrova al bar e così via. Purtroppo il gioco ci impone dei limiti a livello esplorativo, lasciandoci legati alla città e i dintorni che stiamo visitando in un determinato capitolo della storia, in maniera simile a quanto accadeva nel primo Cold Steel, ciò non toglie il fatto che impiegheremo ore scoprire tutto quello che questi luoghi hanno da offrire e lo faremo non solo a piedi, ma anche a cavallo e in moto. Sempre dal primo capitolo tornano i compiti che la Classe VII è chiamata a svolgere durante le visite alle varie città. La principale, segnata in rosso nella mappa, ci farà andare avanti nella trama, mentre quelle in verde sono le missioni secondarie, che vanno dall’eliminare certi mostri ad aiutare cittadini e via dicendo. Da questo punto di vista il gioco non offre molta varietà in termini di quest ma le sotto trame che le compongono fanno dimenticare i difetti. Altro ritorno gradito è quello dei Bond Event, eventi speciali che permettono di conoscere meglio e migliorare il rapporto tra Rean e gli altri personaggi. Utilizzando i punti che il gioco ci darà in certi frangenti della trama potremo scegliere di passare il nostro tempo libero con il personaggio che preferiamo. Frequentare un personaggio porta dei benefici in termini di gameplay, sbloccando nuove abilità link, inoltre nel capitolo finale assisteremo ad un evento speciale nel caso il bond con quel personaggio specifico sia a livello massimo. Tra le altre attività secondarie abbiamo due minigiochi: la pesca e il Vantage Master, un gioco di carte. Il minigioco della pesca è diverso rispetto al passato, infatti il giocatore è chiamato ad utilizzare il mulinello tramite il tasto azione e rilasciarlo in modo da stancare il pesce, al fine di catturarlo. Alcuni pesci sono facili da prendere, altri invece richiedono l’utilizzo di nuove canne da pesca acquistabili in negozi dedicati. Il Vantage Master è un gioco di carte degno di tale nome che non ha nulla da invidiare a veri card game come Magic. Il giocatore ha a disposizione un mazzo di 20 carte, una principale che determina i nostri punti vita e le altre 19 che possono essere scelte a piacere durante la composizione del mazzo. Lo scopo del gioco è quello di azzerare i punti vita dell’avversario continuando ad attaccare la carta base e per farlo potremo utilizzare carte di svariati elementi, carte trappola e magia, tutto e concesso pur di vincere e ogni mossa va pensata con estrema cura per non incappare in una sconfitta. Nonostante la loro semplicità, questi due minigame non sono mai noiosi e, anzi, porteranno via molte ore.

Trails of Cold Steel III è un capolavoro sotto qualsiasi punto di vista e su questo non si discute

CSIII è il primo, vero gioco sviluppato interamente su PS4 di Falcom e si vede. L’impatto visivo è notevole a partire dai personaggi. Le espressioni, i capelli, i movimenti, tutto è assolutamente migliorato rispetto a quanto visto in precedenza su PS3 e Vita, talmente tanto da lasciare leggermente spiazzati la prima volta che si gioca. A trarre maggior beneficio del passaggio a PS4, però, sono le ambientazioni, estremamente curate e ricche di dettagli. Città, foreste, templi antichi, spiagge, la varietà non manca e il livello di dettaglio non cala in nessun caso. Il gioco stesso è molto fluido grazie ai suoi 60fps stabili, una novità per un JRPG a turni dove il framerate non è certo la priorità e per tutta la durata del gioco non c’è stato alcun calo, che si tratti di filmati o ambienti particolarmente ricchi di dettagli. Ma quello in cui il gioco eccelle è senza dubbio la colonna sonora, forse la migliore mai realizzata da Falcom. Ogni brano sembra essere studiato appositamente per la scena che stiamo vedendo o per la battaglia in cui siamo impegnati. Nulla nella realizzazione di questo gioco è fatta per caso e il risultato è un capolavoro di tecnica e giocabilità. Come ultima nota è difficile non parlare del doppiaggio, è scontato dire la versione giapponese può vantare le voci originali dei personaggi che sovrastano parecchio le performance del cast inglese, ovviamente senza nulla togliere al lavoro fatto da XSEED Games, ma proprio per questa enorme differenza a livello qualitativo, sarebbe bello avere la possibilità di giocare con le voci originali in occasione di un eventuale release occidentale del gioco.

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Verdetto
9.5 / 10
La perfezione esiste
Commento
Se non si fosse già capito, The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III è quanto di meglio si possa chiedere ad un JRPG sotto qualsiasi punto di vista. Un gioco talmente eccelso da far sembrare noioso qualsiasi altro titolo del genere. Unica pecca? L'essere legato troppo al pubblico giapponese. La versione occidentale rischia seriamente di passare in sordina in quanto molti eventi narrati in CS3 non sono chiari se non si è giocato alla trilogia di Trails in the Sky e sopratutto Zero e Ao no Kiseki, la duologia di Crossbell mai localizzata e che di conseguenza lascerà buchi narrativi enormi, almeno per chi gioca in lingua inglese. Resta comunque il fatto che CS3 è uno di quei titoli che merita davvero l'appellativo di capolavoro, e sapete qual'è la cosa migliore di tutte? Manca ancora il quarto capitolo. Ci si rivede in The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV - The End of Saga.
Pro e Contro
Battle system rinnovato e migliorato
60 fps
Battaglie con i mech spettacolari
OST eccezionale
Longevità mostruosa
Una delle storie migliori mai realizzate in un JRPG...

x ...ma le saghe di Liberl e Crossbell sono obbligatorie per comprendere la trama

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