Recensione The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition

Sono passati quasi cinque anni esatti dal giorno in cui The Elder Scrolls V: Skyrim è giunto sugli scaffali di tutto il mondo, portando draghi e terre ghiacciate nell’immaginario della nota serie Bethesda e incantando un numero sconfinato di giocatori. Tra appassionati del genere fantasy e non, il vastissimo lavoro della software house statunitense ha sfiorato la leggenda (nel bene e nel male), diventando fonte infinita di meme sui social network e di mod strampalate tra i possessori della versione PC. Gli sfortunati acquirenti delle console di allora (PlayStation 3 e Xbox 360), di contro, dovettero avere a che fare con un titolo dal comparto tecnico spesso imbarazzante, ricco di bug e cali di framerate che rendevano l’esperienza di gioco particolarmente ricca di spiacevoli sorprese – comunque presenti, seppur in maniera limitata, anche sulla controparte PC.

Oggi, nel 2016, Bethesda prova a riproporre le avventure del Sangue di Drago sotto una luce nuova, brandendo il vessillo della generazione attuale e sfruttando la potenza di calcolo di PlayStation 4Xbox One (oltre che dei nuovi PC presenti in commercio) per riportare le terre di Skyrim nelle vite dei giocatori attuali. Il risultato è The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition, un’edizione rimasterizzata dell’originale con grafica migliorata e i tre DLC (DawnguardDragonbornHearthfire) inclusi nel prezzo, nonché un supporto al workshop della comunità per applicare le mod anche sulla versione console.

The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition (da questo momento solo Skyrim Special Edition per brevità) è attualmente disponibile su PCPlayStation 4Xbox One al prezzo di €59,99. Affilate le spade e scaldate le mani, dunque, o amanti delle gelide lande di Skyrim: i draghi sono tornati in full HD, e necessitano di un prode guerriero che sappia cogliere il loro potere.

 

Versione testata: PlayStation 4

 

Skyrim

 

Dovahkiin, Dovahkiin!
Skyrim Special Edition accoglie con l’iconico Main Theme del gioco originale
Tornare a Skyrim dopo circa cinque anni (se si escludono alcune scorribande occasionali nella versione PC, almeno per chi scrive) fa sicuramente un certo effetto, se non altro già a partire dal menù principale. Le percussioni iniziali del Main Theme calano il giocatore direttamente nell’atmosfera giusta fin dal primo avvio, un’atmosfera fatta di spade, valore, onore, guerrieri e battaglie epiche contro creature leggendarie. In pochissime parole: Skyrim Special Edition accoglie il giocatore esattamente come il gioco originale, e non è per forza un aspetto negativo. Chi ha amato la versione del 2011 avrà già un’idea di cosa aspettarsi da questa Remastered di Bethesda, che senza alcun dubbio riesce a smuovere un qualche sentimento fin dalla canzone iniziale, per chi ha già avuto modo di giocare l’originale per un buon numero di ore.

L’avventura nelle fredde terre di Skyrim, per chi non conoscesse la storia, si apre su un semplicissimo carro in qualità di anonimo prigioniero, catturato dall’Impero mentre tentava di varcare il confine ed entrare nel Regno. Qualche linea di dialogo, e si intuisce che la situazione nelle Terre del Nord è particolarmente spinosa: Ulfric Manto della Tempesta, portavoce della ribellione in nome dell’ormai proibito Culto di Talos, è il leader della resistenza contro l’Impero e l’uccisore di Torygg, Re di Solitude e di tutta Skyrim. Sebbene l’uccisione sia avvenuta nel corso di un duello regolare, Ulfric ricorse al potere della Voce (un potere leggendario tipico dei Draghi) per avere la meglio sull’avversario, e il Generale Tullius si vide costretto a dichiarare l’incontro non valido e accusare lo stesso Ulfric di Regicidio. Catturato infine dall’Impero durante un’imboscata, Ulfric sarà imbavagliato al nostro fianco in cima al carro degli imperiali, diretto verso una morte praticamente certa nella placida cittadina di Helgen.

Una volta giunti a destinazione, però, le cose precipiteranno rapidamente: l’apparizione di un drago getterà l’intera cittadina nel panico giusto poco prima che il nostro stesso personaggio venga giustiziato, e Helgen sarà devastata da una creatura appartenente a una razza leggendaria che tutto il mondo credeva ormai estinta. Sarà da quel momento in poi che le sorti del nostro personaggio (nello specifico, un Elfo Alto che avremo creato nel giro di circa due ore nella fase introduttiva, da bravi e rispettosi amanti di Skyrim) si dispiegheranno in svariate direzioni pratiche e morali, portandoci a seguire un certo percorso nelle sconfinate lande di Skyrim a seconda dei nostri stessi interessi personali.

 

Skyrim Special Edition

Statua di Talos, guerriero leggendario cui è dedicato il culto proibito alla base del conflitto di Skyrim

 

No, ti prego, posso cambiare!
Già anche soltanto dalla fase introduttiva, appaiono chiare più di un paio di caratteristiche del nuovo Skyrim Special Edition: il doppiaggio italiano è ancora particolarmente fastidioso, e l’intera esperienza scorre senza troppi problemi a 30fps fissi con pochissimi cali occasionali. Quest’ultimo, in particolare, è un considerevole passo avanti rispetto a – nello specifico – la versione PlayStation 3 di Skyrim, minata fortemente da aberranti cali di framerate che rendevano fastidiosa l’esperienza complessiva anche per un occhio non troppo attento. Chi ha odiato quel difetto della versione console originale, dunque, non potrà che partire più che bendisposto verso la Remastered di casa Bethesda, che potrà finalmente essere giocata con una fluidità degna della maestosità dell’opera.

Skyrim Special Edition mostra su di sé i segni del restyling
Oltre a ciò, Skyrim Special Edition mostra più che alcuni segni del lavoro di restyling superficiale svolto dagli sviluppatori: messe da parte le semplici texture migliorate per rendere il gioco più godibile sul lato artistico (e i draghi sono protagonisti assoluti in questo senso), Bethesda ha lavorato anche sugli effetti visivi e sugli shader, per una migliore resa dell’illuminazione globale e di tutti quegli splendidi effetti particellari che è possibile vedere all’interno di Skyrim. Le fiamme lanciate dai draghi, ad esempio, saranno molto più piacevoli da ammirare (a patto di scansarle e di non venirne fuori abbrustoliti, ovviamente), e anche tutte le magie e gli effetti grafici delle arti arcane saranno decisamente più curati rispetto alla versione originale. Per quanto non si tratti d’altro che di un semplice restyling parziale (poiché la sostanza del gioco e il motore grafico restano fondamentalmente gli stessi), viaggiare per Skyrim con la luce volumetrica a illuminare le nostre giornate non può che avere un effetto strabiliante, sia per il neofita che per chi ha deciso di tornare sulle gelide Terre del Nord dopo tanto tempo.

 

Skyrim Special Edition

 

Se non hai voglia di aggirare una montagna, prova a scalarla
Le novità di Skyrim Special Edition, tuttavia (escluso il supporto alle mod della comunità), finiscono sostanzialmente qui. Tolta una grafica leggermente migliorata, il supporto ai 1080p 30fps e una cura rinnovata sul fronte artistico, l’unico motivo che potrebbe spingere i fan della serie a tornare a Skyrim è la sua incredibile, impareggiabile atmosfera. Vagare per i ghiacci a cavallo, lanciare dardi elettrici ai banditi e schierarsi con la Ribellione o con l’Impero nella lotta all’indipendenza del Regno ha il suo fascino anche a distanza di cinque anni, un fascino persino accresciuto quando, vagando per i campi, capita di incrociare un drago che svolazza in giro per i cieli del nord.

Sempre il solito, vecchio Skyrim
Non è stato fatto, però (ed è, purtroppo, una precisazione doverosa), alcun passo avanti per quanto riguarda il codice del gioco in sé: Skyrim Special Edition non è nient’altro che Skyrim + DLC con una grafica migliorata, e i vari glitch presenti nell’edizione originale persistono anche in questa Remastered. Capita spesso che i nostri compagni di viaggio spariscano per riapparire dopo un viaggio rapido, che gli NPC si blocchino contro una roccia e persino che gli alci si ritrovino smarriti dentro Riverwood e vengano trucidati a sangue freddo da una guardia, dopo essersi bloccati senza rimedio contro un porticato di legno. Così come è rimasta immutata anche l’intramontabile fisica dei cavalli, creature irrefrenabili ancora in grado di scalare pareti quasi perpendicolari al terreno senza alcuna difficoltà di sorta.

I problemi tecnici, dunque, ci sono, e sembra quasi che gli sviluppatori non abbiano fatto alcuno sforzo per tentare di migliorare un po’ il tutto. E, tuttavia, chi conosce Skyrim lo sa: i bug e i glitch fanno parte dell’esperienza di gioco, e, a tratti, sono proprio ciò che rendono una qualunque partita a The Elder Scrolls V così unica e interessante.

 

Skyrim Special Edition

“Hello, Hooman!”

 

“Legen – wait for it – dary! Legendary!”
A parte quanto già detto, Skyrim Special Edition contiene pressoché tutti i contenuti dell’edizione originale più i tre DLC rilasciati successivamente da Bethesda, offrendo in sostanza la più completa esperienza di The Elder Scrolls V che un giocatore appassionato possa trovare. L’introduzione di effetti grafici raffinati (a tratti mozzafiato) e una stabilità generale del framerate sono sicuramente due grandi punti di forza di questa Remastered, che – purtroppo – pecca degli stessi problemi tecnici che affliggevano l’edizione principale: un gran numero di bug, glitch e difetti di gioco che, per quanto divertenti in prima istanza, potrebbero frustrare più di un giocatore poco paziente.

I più temerari, tuttavia, potranno comunque cimentarsi con i numerosi livelli di difficoltà offerti dal gioco (gli stessi dell’edizione originale), esplicati sinteticamente in questa comoda tabella (tratta dalla wiki di The Elder Scrolls):

 

Skyrim difficoltà

Il rapporto tra danno inflitto e ricevuto all’aumentare del livello di difficoltà. Voci dal sottobosco urbano dicono che affrontare un drago alla difficoltà “Leggendario” faccia perdere svariati anni di vita.

 

È chiaro che, oltre a tutti i problemi tecnici del titolo del 2011, Skyrim Special Edition si porta dietro anche tutta una serie di difetti di game design, dall’indiscutibile dispersività della mappa di gioco alla ripetitività di alcune quest che ci chiederanno semplicemente di andare in un luogo, ripulirlo e tornare (con pochissime varianti). Anche così, tuttavia, chi ha amato il primo Skyrim avrà modo di divertirsi fino in fondo, esplorando nuovamente quelle ambientazioni che aveva imparato ad amare nel corso della sua prima avventura e, magari, rivivendo vecchie emozioni che credeva ormai dimenticate. E non c’è dubbio: anche chi non ha mai avuto modo di esplorare le terre del nord troverà sicuramente più di un motivo per non annoiarsi. In fondo, credete forse che scagliare saette dalle mani di un Elfo Alto possa mai passare di moda?

 

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Verdetto
8.5 / 10
Ho un drago che non vede l'ora di entrare nella tua caverna
Commento
The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition non è altro che un tentativo di Bethesda di accogliere vecchi e nuovi fan nelle gelide terre di Skyrim, coinvolgendoli nella lotta tra Impero e Ribellione e catturandoli con forza all'interno di un mondo dall'incredibile atmosfera fantasy. A parte qualche orpello grafico particolarmente piacevole e la (gigantesca, a dir la verità) aggiunta del supporto alle mod, però, sembra quasi che gli sviluppatori non si siano eccessivamente impegnati per correggere quei problemi che già affliggevano il motore di gioco alle origini, e che dunque sono stati trasportati anche in questa edizione rimasterizzata. Al prezzo cui viene venduto, però, Skyrim Special Edition rappresenta l'esperienza senza dubbio più completa che un amante del titolo originale possa trovare, con in più la possibilità di personalizzare il gioco a modo proprio grazie alle mod della comunità (chi non ha mai desiderato trucidare orchi e giganti con un Keyblade?). Se avete amato i personaggi, le avventure e le emozioni suscitate dall'originale, dunque – o anche solo se voleste recuperare un titolo maestoso che non siete mai riusciti a giocare –, il rischio che Skyrim Special Edition vi deluda è davvero molto ridotto. Tenete bene a mente una cosa, però: è sempre il solito, vecchio Skyrim, con pochissime aggiunte degne di nota per chi ha già completato gioco principale + DLC in passato. Nel bene... E nel male.
Pro e Contro
La più completa esperienza di Skyrim
Resa grafica e tecnica migliorata
Atmosfera impareggiabile
Supporto alle mod
Sempre il solito Skyrim, nel bene...

x ... E nel male: bug e glitch ancora presenti
x Nulla di veramente nuovo
x Alla lunga dispersivo e ripetitivo

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