Recensione The Elder Scrolls Online: Morrowind

The Elder Scrolls Online: Morrowind è uscito, e finalmente con i server popolati è possibile fare un’analisi più completa.

 

La nostra nostalgia canaglia ci pone di fronte a qualcosa che risulta veramente difficile ignorare, un titolo che ha fatto la storia dei GDR e che ha dato il passo ad una saga di enorme successo. Stiamo parlando ovviamente di Morrowind, oggi non nella sua forma originale, ma nella sua trasposizione a MMORPG proposta da ZeniMax sotto le spoglie di DLC per The Elder Scrolls Online. Tamriel è stata spulciata nella sua quasi totalità attraverso ESO, e le zone valide per un’espansione sono ormai poche, perciò la scelta di ambientare il nuovo capitolo nelle terre fiabesche di Vvanderfell risulta quasi scontata, e al tempo stesso geniale dal punto di vista del marketing. Ci siamo quindi lasciati trascinare nel vortice di ricordi con la speranza di rivivere il vecchio GDR, la certezza di trovare tanto fanservice, e l’amara consapevolezza di avere tra le mani un gioco alla base che difficilmente avrebbe brillato di luce propria senza un gran nome sulle spalle.

 

Abbiamo già proposto sul sito l’anteprima di The Elder Scrolls Online: Morrowind più di un mese fa, quando l’espansione era ancora in “beta” ed era possibile provarla sul server PTS. Non è cambiato ovviamente molto nel giro di un mese, se non alcune migliorie tecniche, che avevamo comunque volutamente ignorato nella prima analisi. Nonostante ciò è doveroso rivalutare il gioco nella sua versione completa, e soprattutto unirsi alla mole di utenti che ai tempi dell’anteprima ancora non potevano popolare i server come la vecchia tradizione degli MMORPG vuole. Ci limiteremo quindi ad accennare solamente quello che il DLC aggiunge, avendolo già trattato in modo approfondito precedentemente, per poi focalizzarci sui guadagni che l’esperienza di gioco trae dall’espansione.

 
Versione Testata: PC

More of the same
Come suggerisce il titolo, all’enorme territorio di Tamriel viene aggiunta la mappa di Vvanderfell, isola di Morrowind, che da sola potrebbe definire a pieno le parole “open world”. La vastità della nuova zona di gioco è paragonabile all’originale Morrowind, oltre ad estendersi anche nei dungeon sotterranei, tra cui la famosa Clockwork City. È importante precisare che l’avventura si svolge 700 anni prima degli eventi di TES III, quindi in un’ambientazione ancora vergine e immutata dalla calamità naturale che ha caratterizzato il terzo capitolo, e che perciò vede protagonista la natura eterogenea del luogo che alterna paludi a colline verdeggianti, e meduse volanti a elementali del fuoco. L’impatto visivo è da 10 e lode, sopratutto se accompagnato dai fumosi ricordi di 15 anni fa che riaffiorano in scorci suggestivi, incorniciati da funghi giganti e dalla Montagna Rossa del vulcano a nord del territorio. Ovviamente in fondo all’articolo potete sfogliare la galleria di screenshot scattati in questa ambientazione così particolare.

 

Il protagonista del nuovo DLC è senza dubbio il Warden, la nuova classe tuttofare che monopolizzerà i server nel primo periodo di rilascio. Il Warden può eccellere in quasi tutti i ruoli, concentrandosi su cure e su buff alle difese dei compagni con ottime magie ad area, controllando il campo di battaglia con rallentamenti e impedimenti, oppure fornendo danno sostenuto dalla distanza con l’evocazione degli alleati naturali. Probabilmente l’unica debolezza risiede nella mancanza di danno istantaneo elevato attraverso combo efficaci, ma mischiando i tre rami delle abilità si costruisce un personaggio one man army, capace di completare qualsiasi missione senza l’aiuto di nessuno. La forza di questa classe è stata criticata a gran voce sui forum, giustamente, ma non c’è da preoccuparsi, è molto probabilmente una mossa di marketing che in qualità di videogiocatori abbiamo già visto molte volte. Il Warden è volutamente sbilanciato per invogliare all’acquisto dell’espansione, ma verrà sicuramente “nerfato” nei prossimi aggiornamenti, così sarà dato ascolto agli utenti, rendendo tutti contenti. Tutto normale insomma.

 

 

Come detto la storia narrata è di molto precedente al capitolo originale, e per questo risulta estremamente interessante. Vivec City è ancora un piccola cittadina in espansione, disseminata di cantieri in ogni dove, ma minacciata da un enorme meteorite diretto proprio sull’isola di Vvanderfell. La divinità terrena, Vivec, vede in noi una grande forza e la possibilità di salvare gli abitanti, perciò chiede il nostro aiuto per recuperare i suoi poteri sovrumani, rubati tramite inganno. La quest principale è ricca di colpi di scena e ci terrà impegnati per una trentina di ore abbondanti, ma purtroppo è incatenata dalla natura del genere MMORPG, e quindi si perde spesso in richieste inutili e banali che distraggono dal vero obiettivo e dalla minaccia incombente. Paragonando il ritmo della storia ad un qualsiasi The Elder Scrolls, il DLC ne esce sconfitto su tutti i fronti, ma confrontandolo piuttosto con i titoli del suo stesso genere non si può che essere contenti della narrazione e della qualità dei personaggi che si incontrano.

 

In ultimo arriviamo a parlare dei nuovi battleground PvP che aggiungono partite veloci da 10 minuti in cui tre squadre da quattro giocatori si fronteggiano in modalità classiche del mondo multiplayer, ma rinnovate con questo formato 4v4v4. Qui ritroviamo i classici Team Deathmatch, Capture the Flag e Domination, che si svolgono in tre diverse arene circolari, ognuna con le sue caratteristiche e pericoli ambientali. In queste battaglia si guadagnano punti e medaglie con praticamente qualsiasi azione, evitando quindi di favorire classi offensive rispetto ai curatori che rimangono generalmente più passivi negli scontri. Si ricevono poi ricompense in base agli obiettivi ottenuti, e si viene piazzati in un classifica mondiale che viene resettata settimanalmente. In quest’ultimo aspetto del gioco eravamo molto fiduciosi durante l’anteprima, ma ora che il DLC è uscito ci siamo dovuti in parte ricredere, e il motivo lo vediamo subito nel prossimo paragrafo.

 

 
Permesso, c’è nessuno?
L’idea di aggiungere competitività in un MMORPG di questo tipo ci entusiasmava molto, le potenzialità erano alte, e questi combattimenti immediati e alla portata di tutti potevano rinfrescare il titolo, portando magari una nuova community pronta a specializzarsi nella tattica e nel perfezionamento dei combattimenti 4v4v4. Le cose però non sono andate esattamente come ci auguravamo, sulla carta la proposta è impeccabile, ma gli utenti sembrano non aver accolto la novità con felicità. Ad oggi sembrerebbe che il problema risieda principalmente nel matchmaking: ci vuole troppo tempo per trovare una partita che poi si risolve in appena pochi minuti di scontri. Inoltre le tre squadre sono spesso sbilanciate, si vedono livelli 10 affiancati da personaggi di livello 600, raramente ci si ritrova in dodici e le battaglie si risolvono in 2v2v2, o addirittura con più giocatori da una parte che da un’altra. Non vale la pena aspettare per trovare una mezza partita in cui difficilmente lo scontro è paritario, e questo sembra che la community lo abbia capito in fretta. Gli utenti preferiscono collaborare per affrontare i nuovi dungeon, che sono oltretutto molto più remunerativi in quanto a oggetti rispetto ai battleground. La speranza però è l’ultima a morire e ZeniMax potrebbe sempre risvegliare lo spirito competitivo dei giocatori con un ultimo colpo di reni, offrendo magari ricompense più golose e un bilanciamento delle squadre migliore. La ripopolazione dei server in questo caso va colta come un’opportunità che la casa di sviluppo non deve mancare per poter risollevare il gioco che già spesso ha deluso i fan della saga.

 

Per quanto riguarda invece l’esperienza di gioco non bisogna aspettarsi grandi novità. Il feeling rimane lo stesso, come rimane invariato il combat system e qualsiasi cosa riguardo al gameplay. Questo può far storcere il naso agli utenti che aspettavano l’espansione per dare una seconda possibilità al titolo, ma purtroppo, sebbene questo DLC sia fatto per far breccia nel cuore dei nostalgici, questi non troveranno gli elementi rivoluzionari necessari per cambiare la prima impressione, che rimane severa e ancorata ad un titolo uscito zoppo che ancora oggi faticherebbe a camminare da solo sulle sue gambe se non fosse sorretto da quel pilastro che è la saga di The Elder Scrolls.

 

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Verdetto
7.5 / 10
Cosa ci fa tutta questa gente a Morrowind?
Commento
The Elder Scrolls Online: Morrowind fa leva sulla nostalgia dei vecchi giocatori di GDR che tanto hanno amato il terzo capitolo della saga, rinnovando graficamente e rivedendo sotto una chiave fiabesca il territorio di Vvanderfell. Le aggiunte di questa espansione sono parecchie, ma non sufficienti per avvicinare nuovi giocatori estranei al titolo, proponendo piuttosto un "more of the same" che viene sicuramente apprezzato da chi è riuscito a legare con il nuovo carattere MMORPG.
Pro e Contro
Ambientazione suggestiva
Nuova classe tuttofare
Storia interessante...

x ...ma lenta in molti punti
x Battleground poco popolati
x Non adatta a chi già non ha apprezzato il gioco

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